Coprifuoco sui videogames online: la Cina combatte la dipendenza dei minori

Che la dipendenza dai videogames possa essere un problema è assodato e riconosciuto dall’OMS, tuttavia il metodo adottato dalla Cina farà discutere: Pechino ha scelto il coprifuoco.

Per arginare il crescente numero di minorenni con una dipendenza dai videogiochi il governo cinese ha deciso di porre forti limitazioni alle ore in cui si potrà giocare online.

Divieto assoluto dalle 22:00 alle 8:00, ma non solo. Ci sarà anche un limite alle ore di giochi. Nei giorni feriali si potrà giocare al massimo per novanta minuti. In quelli festivi per non più di tre ore. Insomma, un vero e proprio giro di vite dal parte della Cina, un tentativo di arginare quello che secondo il governo è uno dei maggiori problemi dello sviluppo infantile.

Certo il governo di Pechino non è nuovo a questo genere di risoluzioni, proprio nel campo dei videogiochi. Negli anni precedenti aveva infatti annunciato che avrebbe imposto un regolamento per limitare l’accesso ai videogames dei minori. Ma forse non sarà il limite di ore a far discutere maggiormente.

Cina coprifuoco videogames

Pechino ha infatti imposto anche un tetto di spesa ai videogiochi online, un calmiere se vogliamo, per impedire ai giocatori di spendere cifre eccessive. Ai ragazzi minori di sedici anni non verrà consentito di spendere più di 200 Yuan al mese, pari a poco meno di 26 €. Per i giovani compresi tra i sedici e i diciotto anni la cifra sarà raddoppiata, a 400 Yuan mensili.

Un provvedimento questo che va a limitare fortemente le cifre ottenibili dall’industria videoludica in uno dei principali mercati del settore, con un bacino di utenza enorme. Una cesoia che andrà a colpire tutte le piattaforme e che perciò potrebbe avere importanti ripercussioni nell’immediato futuro.

La parola adesso spetta a voi lettori! Cosa ne pensate del coprifuoco imposto dalla Cina sui videogames? Lasciateci un commento!

(fonte: BBC.news)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.