Durante il Comicon 2018 noi di Stay Nerd abbiamo avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Giuseppe Camuncoli, noto anche come “Cammo”, grande fumettista italiano che negli anni ha lavorato, tra le varie, per DC e Marvel e che attualmente è anche insegnante di disegno e direttore artistico della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia.
Ecco come è andata la nostra nostra intervista.

L’ultima volta ci eravamo visti ad Etna Comics e ti avevamo chiesto le tue sensazioni su Spider-Man: Homecoming, a te che disegni l’Uomo Ragno da tanti anni. A questo punto vorrei chiederti se il film ti ha soddisfatto o meno.

Sì, l’ho visto di recente e mi è piaciuto. L’ho trovato un film che funziona, con i giusti elementi. È emozionante e l’Avvoltoio di Michael Keaton lo trovo un villain fantastico. C’è un bel colpo di scena finale sulla parentela dell’Avvoltoio, qualcosa che di solito non mi coglie impreparato! Tom Holland è molto bravo e il costume funziona. Forse non ci sono dei picchi, non ci sono momenti esaltanti, ma lo consiglio. Credo sia uno dei migliori film Marvel dell’ultimo periodo.

Già che ci siamo… sensazioni su Venom?

Tom Hardy non si discute. Il trailer funziona e crea la giusta suspance. Il costume mi sembra fatto abbastanza bene, ma c’è qualcosa che ancora non mi torna. C’è ancora qualcosa da sistemare, come la scena della motocicletta che mi sembrava un po’ forzata, ma forse si potrà aggiustare tutto in futuro. Penso però che sarà un bel film.

Passiamo adesso alla tua serie per Skybound, “Green Valley”, scritta da Max Landis e pubblicata qui da SaldaPress: quanto c’è di tuo, dentro?

La storia era già formata e da quel punto di vista è tutta farina del sacco di Max Landis. A me è stata affidata la realizzazione, i personaggi, il cattivo. Insomma, tutto quello che riguarda la parte fantasy e fantascientifica è stata appannaggio mio. Dove ho avuto più mano libera è stato sul villain, a cui ho dato un look da rocker, che si sposava bene col personaggio. Parte come un fumetto fantasy abbastanza classico, quasi di costume, e grazie alle mie esperienze da giocatore D&D è stato facile, anche se era un genere con cui non mi ero mai esercitato da professionista.

Sotto questo aspetto noi in Italia non siamo tanto abituati a pubblicazioni “all’americana”, con ambientazioni fantasy medievali. Pensi che questo concept possa trovare più spazio?

Beh sì. Intanto il successo di una serie come Dragonero penso possa aiutare moltissimo da quel punto di vista. Oltre che essere un bel fumetto, ben scritto e ben disegnato, dimostra che un fantasy ben realizzato può far presa anche su un pubblico non abituato come quello Bonelli, solitamente molto conservatore. Dragonero ha dimostrato che anche il fantasy può essere nelle corde di un fumetto italiano. Ci sono per esempio i ragazzi di No Lands, presenti anche al Comicon, tra cui un mio ex studente Mario Del Pennino che lavora anche per Marvel. Secondo me è come per noi autori nati a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, cresciuti guardando tanti robottoni giapponesi e leggendo fumetti Marvel, che abbiamo filtrato quanto abbiamo vissuto e lo abbiamo passato nelle nostre produzioni. Non si tratta di qualcosa che fa parte della tradizione italiana, ma siamo riusciti a inserirlo nell’immaginario collettivo. E, probabilmente, proprio grazie al lavoro di questi autori anche il fantasy piano piano potrà diventare qualcosa di prevalente nell’industria italiana.

comicon 2018 intervista camuncoli

Oltre che disegnatore sei anche insegnante e direttore artistico della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia. Oggi come oggi gli autori sono bombardati di opportunità nel mondo del web. Il ruolo delle scuole di disegno in questo contesto quale pensi che sia?

Posso raccontarti la mia esperienza. Io insegno da dieci anni, da quando ha aperto la scuola di Reggio. Insegno a quelli del primo anno, occupandomi di storytelling, cioè composizioni, inquadrature, e dico sempre loro che un buon disegnatore non deve limitarsi a disegnare ma deve anche saper raccontare. Al terzo anno invece insegno la realizzazione del portfolio per le case editrici americane, quindi se vogliono provare una storia di Marvel o DC.
Spiego loro come ci si approccia al mercato americano, ma questo succede un po’ per tutti i vari mercati, quello francese, quello bonelliano, ecc. Gli altri insegnanti poi li seguono in questo. Ma prima ancora del terzo anno, quando ormai lo stile è formato, bisogna stargli appresso nel momento in cui devono fare delle scelte che possono essere importanti a livello di carriera: per esempio gli strumenti per l’inchiostrazione e l’uso dei chiaroscuri. Da docenti e professionisti diamo loro dei consigli che possono spesso essere importanti. Ti faccio l’esempio di un mio ex studente, Roberto Poggi, un inchiostratore. Lui ha lavorato anche con Marvel, ha trovato molta continuità ed è molto bravo. Ha iniziato come fumettista, ma al secondo anno i suoi insegnanti si sono accorti che era molto bravo come inchiostratore e lo hanno indirizzato su quella strada. Non sempre ci si azzecca, ma si cerca di guidare lo studente verso una direzione buona. Chi disegna in stile manga non verrà dissuaso dal continuare ad usare questo stile, ma gli si spiegherà che facendolo non potrà andare da determinati editori. Gli si prospettano le varie opportunità, dopodiché la scelta è dello studente.

Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri?

Sì. Sono attualmente alle prese con una serie su Darth Vader per Marvel. Sono ventiquattro numeri e ne ho realizzati diciassette, tutti in collaborazione con Daniele Orlandini in qualità di inchiostratore, su una storia di Charles Soule, che è un bravissimo sceneggiatore Marvel. Da fan di Darth Vader mi sto divertendo molto! Recentemente ho anche fatto una decina di pagine di Amazing Spider-Man #800, che sarà il penultimo della gestione di Dan Slott. Si tratta di un lavoro corale, visto che per l’occasione Slott ha chiamato un po’ di amici che hanno lavorato negli anni con lui e ho avuto la fortuna di essere stato scelto, specie perché avevo realizzato qualche anno fa anche una storia sul numero 700. Ho fatto delle copertine per Hunt for Wolverine, nuove miniserie che vedono il ritorno in scena di Wolverine. Recentemente ho fatto anche per Oscar Ink di Monadadori il nuovo adattamento del romanzo “La neve se ne frega” di Luciano Ligabue.

Ultima domanda, per tornare a parlare di cinecomic. Hai già visto Avengers: Infinity War?

No! Non l’ho ancora visto e sto cercando di evitarmi tutti gli spoiler. E uno senza volerlo l’ho già beccato. Fino a questo momento tutti me ne parlano bene. Andrò a breve!