Vita da commessi

Diciamocelo: la vita del commesso in un piccolo negozio della periferia americana non deve essere proprio eccezionale. Una eterna routine di movimenti “prendi i soldi-ecco il resto”, di cui il 90% per vendere soltanto sigarette. Eppure, ad un commesso come tanti, possono accadere cose davvero strane in una singola giornata, situazioni che possono portarlo a riflessioni molto profonde sulla sua vita, ma anche a vivere esperienze completamente fuori dal mondo. Ah, e vogliamo parlare del fatto che il pover’uomo, quel giorno, non doveva nemmeno lavorare? Ecco allora a voi Clerks, un piccolo capolavoro di black comedy, nonché un’occasione per ponderare sulla nostra vita e distinguere le cose che contano da quelle che ci fanno solo perdere di vista i nostri obiettivi.

“E pensare che io neanche ci dovevo venire oggi qui” -Dante

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Dietro la cinepresa

Nel mondo Nerd, ognuno di noi ha una o più passioni diverse, che siano i comics, i film, le serie TV, ecc. Ebbene, c’è un uomo che, partendo da totale sconosciuto, ha iniziato il suo cammino da bravo nerdone fino a realizzare il suo sogno creativo a 360°, dirigendo numerose pellicole, episodi di serie televisive (principalmente tratte da testate DC, come Flash e Supergirl), ma anche scrivendo storie per alcuni dei suoi fumetti preferiti. Parliamo di Kevin Smith, ad oggi ormai noto super-Nerd di fama mondiale, che ci ha regalato nel lontano 1994, la sua prima pellicola autoprodotta, inizialmente finanziata con soli 27’575$ e girata per motivi di budget completamente in bianco e nero. Clerks non sarà famoso come una delle sue successive opere, Dogma, e nemmeno avrà un cast dello stesso livello a fare da amo per uno spettatore poco curioso; ma certamente possiede personaggi ben caratterizzati, carismatici ed una comicità politically incorrect da far invidia a molti altri.

Quick Stop Market

Il protagonista è Dante Hicks, un giovane di 22 anni che lavora al Quick Stop Market nel New Jersey, ha abbandonato gli studi e vive a casa dei genitori. Il suo più grande difetto è quello di essere troppo disponibile a risolvere i problemi degli altri, finendo così per farsi carico di mille complicazioni che acquistano la precedenza sulle sue questioni personali. Proprio per questo, finisce per essere incastrato dal suo capo nell’andare a coprire un turno di lavoro nel suo giorno di riposo (dopo aver fatto quello notturno!); tutto ciò che Dante riesce a strappare contrattando col capo è la vana promessa di una sostituzione dopo la prima mezza giornata di apertura, così che possa andare a giocare la partita di hockey che aveva in programma. La giornata non inizia quindi nel migliore dei modi per il nostro eroe di tutti i giorni, che incontra le prime difficoltà già dall’apertura: qualche buontempone ha ficcato gomme da masticare nelle serrature dei lucchetti, impedendo così di alzare le saracinesche. Ciò non abbatte il giovane, che trova un modo originale di comunicare ai clienti che il negozio è aperto, ed è così che inizia l’odissea tragicomica di Dante, quasi una discesa nel purgatorio (nomen omen) insieme al suo miglior amico Randal, attraverso clienti piagnucolosi, venditori aggressivi e presuntuosi, e vecchie conoscenze. Ma ciò lo porterà anche a valutare la sua vita amorosa, oscillando tra Veronica, sua attuale ragazza, che vuole in tutti i modi convincerlo a dare una svolta alla sua vita e a non accontentarsi di quello che ha, e la sua ex-fidanzata storica, Caitlin, che invece rientra pian piano nei suoi pensieri attraverso lunghe telefonate e insistenti flirt che sanno tanto di illusione. I due amici finiranno spesso per parlare delle diverse situazioni che vivranno, passando da digressioni politico-filosofiche a veri e propri discorsi del cazzo, interfacciandosi anche con gli amichevoli spacciatori di quartiere, Jay e Silent Bob, personaggi divenuti poi vere e proprie icone e protagonisti delle pellicole di Kevin Smith.

“Ah, non conta, la gente ne dice di cose strane mentre fa sesso. Una volta io una l’ho chiamata mamma…” -Randal

Non possiamo e non ci sentiamo di ndare oltre nel raccontarvi la storia narrata in Clerks, perché penso che sia molto più divertente e piacevole scoprire di volta in volta come si sviluppano le situazioni che vanno presentandosi nel corso della giornata di Dante e Randal. Quello che però possiamo fare è plaudere all’ottimo lavoro fatto da Smith nel confezionare l’ambiente del Quick Stop Market, grazie a poche essenziali inquadrature, nel quale si svolge la maggior parte della narrazione. Un ambiente lavorativo semplice, al contempo ricco di merce, ma che non entusiasma chi deve passarci ore e ore ad interfacciarsi coi clienti. Per quanto riguarda invece la colonna sonora, il costo d’acquisto dei diritti musicali è stato superiore al valore speso per tutto il resto della produzione, cosa che ha permesso a Smith di inserire brani inediti e già rilasciati di band quali Bad Religion, Soul Asylum e Alice in Chains, costituendo una sorta di mixtape collegiale.

Il risultato finale quindi è un film divertente e piacevole, e se vorrete seguire il nostro consiglio e guardarlo, credo ci siano buone possibilità che capirete di cosa stiamo parlando. Lo spaccato di vita di un americano medio che ci presenta Smith è a tratti brutalmente onesto, nelle sue imperfezioni, nei compromessi e nelle piccole/grandi frustrazioni quotidiane, con dialoghi brillantemente composti che affrontano tematiche tanto banali quanto spiritualmente profonde, nonché situazioni talvolta circostanziali e talora totalmente assurde. Difficilmente non proverete simpatia per i personaggi di Clerks, e altrettanto difficilmente non vi rispecchierete in alcune delle situazioni rappresentate, perlomeno quelle più “normali”. La comicità portata dai diversi protagonisti è cucita e caratterizzata ad hoc per ciascuno di essi, risultando così variegata ma al tempo stesso fedele ad una linea di fondo propria del regista. Clerks non è semplicemente un film, assurge quasi al rango di cult, seppure nel mondo delle pellicole indipendenti, e vi saprà regalare risate scorrette, facendovi appassionare ai suoi poco eleganti commessi.

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Fabrizio Licitra
Biologo osservante ma non praticante, amante della cucina e di videogiochi in egual misura. In attesa che un pazzo con un T.A.R.D.I.S. mi porti all'avventura, o che la Forza si risvegli potente in me, metto sotto stress le ventole della PS4 con lunghi turni di lavoro, assemblo set Lego più grandi di me, e trasformo il balcone di casa in un piccolo orto urbano.