Tekken: di joypad e d’amore

vrò avuto circa 7 anni quando, presso uno stand di una fiera del paese, presi in mano il joypad grigio della leggendaria Playstation per vestire i panni di Eddy Gordo e menare Yoshimitsu a suon di passi di capoeira. Quel primo contatto con Tekken 3 è stato l’inizio di un lungo rapporto che dura ancora oggi, fatto di odio e (soprattutto) di amore. Ad oggi la saga conta, senza gli spin-off, ben sette capitoli principali, dove la lore è stata sviluppata nell’arco di molti anni.

Ecco, uno dei motivi per i quali sono stranamente attaccato a Tekken è la trama, sebbene questa sia forse uno degli ultimi aspetti che la maggior parte dei giocatori cerchi in un picchiaduro. Faccio questa premessa giusto per far capire che mi sono avvicinato a questo filone in un modo abbastanza inusuale, rispetto a quanto avviene solitamente. Tenendo da parte la componente affettiva, non si può non affermare che Tekken è un franchise che ha fatto la storia dei picchiaduro, se non dei videogame in generale, insieme a Street Fighter. Proprio con l’eterno rivale avrà a breve un altro punto in comune: di recente Netflix ha annunciato Tekken: Bloodline, una serie anime basata proprio sulla faida della famiglia Mishima.

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Anni di lotte in famiglia

Per chi non conoscesse l’intreccio narrativo di Tekken, questo gira intorno alla lotta generazionale che vede protagonisti Heihachi Mishima (uno dei capostipite della famiglia), Kazuya Mishima, figlio di Heihachi con cui si è creato un vero e proprio rapporto di odio, e Jin Kazama, nipote di Heihachi e figlio di Kazuya. I tre sono in perenne conflitto fra loro, ognuno guidato da motivazioni e valori differenti. Se non volete avventurarvi in probabili spoiler di Bloodline, vi suggeriamo di passare al paragrafo successivo!

Heihachi è il direttore della Mishima Zaibatsu, un enorme conglomerato aziendale che rappresenta una fonte di ricchezza inesauribile per la famiglia Mishima, fonte di orgoglio per l’uomo. Questi getta il figlio Kazuya in un crepaccio per metterlo alla prova, affermando che un vero Mishima sarebbe riuscito a uscire indenne da un’esperienza del genere, ledendo così per sempre i rapporti: Heihachi in verità è spaventato dal “gene del Diavolo” di cui Kazuya è portatore, il quale gli consente di trasformarsi in un vero e proprio demone. Questo è stato ereditato, a sua volta, anche da Jin, che non ha mai avuto un vero rapporto col padre, essendo stato cresciuto da Jun Kazama, sua madre. Proprio tramite Jun, il piccolo impara lo stile di autodifesa Kazama ma in seguito alla scomparsa della madre per mano del “Dio del Combattimento” Ogre, viene affidato a Heihachi che lo introduce allo stile Mishima. A causare la perdita di Jun fu, indirettamente, proprio Heihachi che con gli scavi della Mishima Zaibatsu causò il risveglio di Ogre. Spaventato dal Gene del Diavolo presente anche in Jin, Heihachi cerca di cogliere due piccioni con una fava: spinge il nipote a vendicare la madre, combattendo con Ogre, sperando che finiscano per uccidersi entrambi. Questo è l’intreccio della saga fino al terzo capitolo, fin dove probabilmente si spingerà Tekken: Bloodline.

tekken bloodline

Cosa aspettarsi da Bloodline?

Chi conosce un minimo la saga, vedendo il trailer, può farsi bene o male un’idea di cosa aspettarsi a livello di narrazione: molto probabilmente la trama di Tekken: Bloodline girerà attorno agli eventi del terzo capitolo, data la presenza di Jin e Ogre. A giudicare da ciò che viene mostrato nel minuto abbondante del trailer, sembra che a differenza di Tekken: The Animation (serie OAV uscita nel 1998), gli autori si prendano molte meno libertà narrative e abbiano seguito in maniera più fedele ciò che accade nell’opera originale. Mettendo per un attimo da parte la mia “indole” da fan che chiaramente chiede a gran voce di rivedere le mosse del videogame anche nell’anime (cosa non successa in The Animation), ciò che mi piacerebbe vedere è un maggiore approfondimento sulla caratterizzazione dei personaggi, magari avvicinandosi allo stile Street Fighter II V, dove come spettatore diventa impossibile non affezionarsi a Ryu, Ken e Chun Li. Nella saga originale infatti, sebbene vi siano capitoli su capitoli, non si è mai esplorata effettivamente la psicologia dei personaggi, ma solo accennata, sebbene le loro caratteristiche siano ben marcate.

Conoscere Jun, attraversare il dramma di Jin, toccare con mano l’orgoglio e la presunzione di Heihachi e l’arroganza di Kazuya sono solo alcune delle cose che vorrei (e che spero di) vedere su schermo. Sicuramente le musiche dovranno far la loro parte ma su questo dubito fortemente che vengano prese di peso, o anche solo che si ispirino all’opera originale, considerando i toni più seri che dovrebbe avere questa incarnazione dell’anime. Qui non mi aspetto assolutamente un’operazione in stile Street Fighter II V, la cui sigla di apertura rimane per me qualcosa di inarrivabile (grandi Dhamm!), nonostante sia più legato a Tekken come franchise. Non si dica che sono di parte! Sperare comunque che Bloodline si avvicini alla qualità di Street Figher II V non è poi una richiesta così impossibile, anche se effettivamente, almeno per me, il fattore nostalgia che mi lega alla versione anime di Ryu e Ken pesa molto.

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Le mie speranze sono quindi che Tekken: Bloodline finisca per essere un’incarnazione migliore rispetto a The Animation, che fino ad oggi è stato l’unica trasposizione animata della saga, oltre ad essere croce e delizia dei fan. Il lato negativo di The Animation sta senza dubbio nella durata (2 OAV di 30 minuti ciascuno), che non ha dato poi tante occasioni di conoscere a fondo i personaggi, oltre che a deviare dalla narrazione originale, per forza di cose.

Sicuramente non è un prodotto da considerare come fallimentare, soprattutto se confrontato coi lungometraggi di Tekken, usciti circa una decina d’anni fa. Questi non andrebbero totalmente presi in considerazione, data la pochezza di contenuti e la trama campata totalmente per aria: vi sconsiglierei vivamente di vederli nel caso in cui ve lo stiate chiedendo, fan o meno che siate, in quanto finireste solo per lamentarvi di riavere quell’ora e mezza della vostra vita indietro. Qualcosa mi dice però che così non sarà per questa nuova serie animata: un minuto abbondante di trailer non basta di certo per giudicare, ma dalle premesse mi sento di poter sperare che sarà comunque un’opera gradevole, soprattutto per i fan della saga!

Salvo Cifalinò
Ingegnere per vocazione, nerd per passione. Tecnologia, videogames e fumetti, senza dimenticare la birra, sono ormai un mix quotidiano che lo sfama da quando era un frugoletto (ok, la birra forse no). Inizia a scrivere sulle testate online nell'ormai lontano 2010 senza mai essersi allontanato dalla tastiera.