Rinoceronti, cucchiai e bracconieri

«Ho una vocazione (esito a chiamarla professione, perché, se fosse così, presupporrebbe un qualche guadagno): voglio fare il detective olistico. Il termine “olistico” si riferisce alla mia “fede” nella fondamentale interconnessione di tutte le cose.I casi che seguo possono saltare fuori da qualunque parte. E da nessuna»

Si sa: fare l’investigatore privato non è mai stato un mestiere semplice, né alla portata di tutti. Ci sono gli indagatori tutto raziocinio e intelligenza, quelli che affrontano orrori con accanto belle donne e assistente blateranti, quelli duri e durissimi, anche detti alla “hard boiled”, quelli futuristici, alternativi, quelli vestiti da pipistrello… E poi c’è Dirk. E, qualunque cosa si possa dire su di lui, riguardo ad una cosa dobbiamo essere tutti d’accordo: è unico nel suo genere.

Dalla fantasmagorica penna del compianto Douglas Adams, torna la versione a fumetti del suo più celebre (e solo) investigatore: Dirk Gently, dell’Agenzia di Investigazione Olistica! Come abbiamo già accennato nella recensione del primo volume, questa idea nasce da un progetto multimediale che vede al centro la serie televisiva, approdata un anno fa su Netflix, e di cui ora, grazie a SaldaPress, abbiamo tra le mani il secondo volume a fumetti: Un cucchiaio troppo corto, scritto dal co-editor della testata, Arvind Ethan David, e disegnata dal sempre bravissimo Ilias Kyriazis.

dirk gently volume 2 recensione

Notte di Halloween. Una provocante e succinta amica infermiera di Dirk lo convoca per un caso particolare. Una famiglia ricoverata nel suo ospedale ha completamente perso la capacità di comunicare, sia verbalmente che non. Gently si mette subito all’opera seguendo il suo classico metodo d’indagine: fare la cosa più lontana possibile dall’approfondimento della situazione.

Questo lo porta a pedinare una sconosciuta per le strade della città che, fatalità, era diretta proprio all’ufficio del nostro investigatore. Si chiama Tamasha N’jie Travers ed è un’assistente alla cattedra di antropologia. Le è stato consigliato di rivolgersi a lui da alcune sue vecchie conoscenze, ovvero Richard e Susan Macduff (chi ha letto i libri sa benissimo chi sono; gli altri, nisba). La ragazza propone a Dirk di seguirlo per un’altra vicenda ai confini della realtà, che sembra ricollegarsi direttamente a quella della famiglia senza voce. All’improvviso, Gently si trova su un aereo diretto in Kenya, tra bracconieri senza scrupoli, animalisti muscolosi e presunti corni afrodisiaci…

Se la prima storia di questo ciclo fumettoso tratto dai romanzi di Douglas Adams aveva presentato il suo personaggio in una versione inedita, traslato in America non si sa come, non si sa perché, con tanto di nuovi comprimari ed un parziale cambio di sottofondo, la seconda ce lo riporta nel suo ambiente naturale: Londra. Tuttavia, per poco, anzi, pochissimo, visto che tempo una decina di pagine e l’area sub-sahariana è costretta ad ospitare il migliore (e unico) Dectetive Olistico sulla piazza.

Di certo bisogna dare atto a questo progetto editoriale di aver il coraggio di trapiantare (felicemente) il nostro eroe in contesti per lui insoliti, come quello africano di questo giro di danze. Scelta che risulta azzeccata, dato che lo sceneggiatore imbastisce una trama geniale, ottima, divertentissima, in puro stile Dirk, personaggio che dimostra di aver vissuto bene il passaggio ad un altro medium. Infatti, il suo fumetto è a dir poco fantastico. Anzi, la sensazione che si respira leggendo è che la sua vita sia sempre stata tra le nuvole parlanti. Poi, le particolari scelte artistiche inserite da Ilias Kyriazis rendono meravigliosamente le atmosfere di Douglas, con tavole complesse, multiforme, variegate e imprevedibili, abbellite da colori psichedelici e spaziali (ad opera del buon Charlie Kirchoff).
Forse sul piano narrativo manca qualcosa, dato che la trama risulta meno assurda (attenzione: relativamente meno assurda) rispetto alla precedente (incredibilmente assurda), ma il pregevole lavoro testuale di Arvind Ethan David, infarcito di citazioni più o meno ricercate, battute inimitabili, e rinoceronti neri, rendono questa trama suddivisa in cinque capitoli una piccola perla. E non solo: in tutto questo, c’è pure lo spazio per dei succulenti flashback (quanto veri?) sulla giovinezza del nostro eroe, a conferma che questo progetto non è solo una declinazione della creatura di Adams in versione fumettara, ma qualcosa di più, un qualcosa che punta ad scavare dentro un personaggio che non ha avuto la vita che meritava, per colpa del fato beffardo che ci ha strappato troppo presto la magnifica mano del suo autore.

Non mancano gli extra redazionali di cui saldaPress ci fa dono, pieni di curiosità e pagine che riportano le variant delle originali edizioni americane. Ma non dobbiamo dimenticarci di un tema molto importante, quello animalista. La storia ha infatti al centro la spinosa e terribile questione del bracconaggio di rinoceronti, che Douglas Adams aveva preso molto a cuore, tanto da co-fondare Save the Rhino International, un’associazione che si occupa della salvaguardia di quel fiero e animale. Non a caso, il direttore Cathy Dean ci offre il suo personale commiato al termine della lettura del volume, ricordandoci della battaglia che stanno combattendo per proteggere la specie, sperando di poter contare su Dirk Gently come mascotte per riuscire nell’impresa. Sempre in maniera olistica e sconclusionata, ma pregando che ci riescano. Noi tutti, ovviamente, possiamo contribuire, nel nostro piccolo.

Verdetto:

Torna Dirk Gently, investigatore olistico, con un nuovo caso che vede coinvolti famiglie senza voce, tribù africane, rinoceronti e bracconieri. Dal Kenya e ritorno, non lasciatevi sfuggire la nuova avventura a fumetti della creatura di Adams, dalla trama geniale e divertente, con perfette scelte artistiche che rendono meravigliosamente le atmosfere dell’opera originale, con tavole complesse, multiforme, variegate e imprevedibili abbellite da colori psichedelici e spaziali.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!