In cammino verso il futuro

Dopo essersi fatto più che apprezzare in lungo e in largo, e dopo averci consegnato due DLC, tutto sommato, passabili, Dragon Age: Inquisition si appresta ora a concludere la sua cavalcata di contenuti scaricabili con qualcosa che i giocatori hanno a lungo richiesto, specialmente in virtù del finale del gioco, in cui l’idea di avere tra le mani un prodotto in grado di “raccontare ancora”. Il finale, infatti, lasciava aperti a molti interrogativi ed a molti dubbi e mentre originariamente si pensava che essi sarebbero stati appannaggio di un futuro Dragon Age 4… o Inquisition 2, con questo ultimo DLC (ultimo in tutti i sensi), la storia dell’Inquisizione trova invece un finale decisamente più chiaro che sarà poi il trampolino perfetto per una nuova uscita del gioco a cui, a questo punto, manca solo un annuncio di circostanza. Per questo motivo, prima di andare avanti, è il caso di chiarire a tutti che questa sarà una recensione con qualche spoiler perché gli eventi di Traspesser (da noi “Intruso”) sono direttamente legati al finale di Inquisition, senza il quale non avrebbero praticamente alcun senso. Ciò detto, prima di cominciare, è doveroso specificare che NON dovete avviare il DLC se avete ancora missioni da completare o se vi piace cazzeggiare per il tavoliere del gioco. Intruso, infatti, annulerà ogni possibilità di tornare a Skyhold, di consultare il Tavolo della Guerra o di completare qualsiasi altra quest secondaria che non preveda la lettura di documenti nel menù. Anche una volta finito il DLC dovrete (salvo non abbiate appositi salvataggi) ricominciare il gioco da capo se vorrete continuare a gironzolare per il mondo di Dragon Age.

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Collocato cronologicamente 2 anni dopo gli eventi originali, Intruso è, a differenza dei suoi predecessori, un DLC puramente narrativo. 7 ore ininterrotte di trama in cui i combattimenti saranno poco più che un pretesto per tenerci le mani sul pad. Siamo, tanto per essere chiari, molto lontani dall’ampia landa esplorabile de Le Fauci di Hakkon, così come siamo agli antipodi dei cazzutissimi combattimenti de “La Discesa”, il cui boss era e resta certamente tra i più tosti da buttare giù. Intruso si concentra sull’Inquisizione e sul suo destino, e soprattutto sul misterioso Solas che, come ricorderete, avevamo scoperto essere legato in qualche modo al leggendario Lupo Fen’Harel, divinità reietta del pantheon elfico. La scelta di collocare il tutto a 2 anni dalla sconfitta di Corypheus è semplice: dopo il tempo trascorso a fare del bene per il Thedas, l’Inquisizione è ormai una forma militare di proporzioni enormi la cui crescita, avvenuta proprio negli anni, l’ha posta nell’involontaria condizione di essere un esercito senza nazione, posto poi proprio a metà tra l’Orlais e il Tevinter. Proprio questa condizione di incomodo politico e bellico porterà allora ad un meeting, il Sacro Concilio, in cui Orlais, Tevinter, Chiesa e Inquisizione si incontreranno al Palazzo D’Inverno per discutere del futuro dell’organizzazione e decidere cosa ne sarà di essa. Questo, ovviamente, salvo imprevisti…

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La prima oretta di Intruso vola via così, tra dialoghi intriganti, decisioni da prendere e il rincontro dei nostri vecchi compagni. Per voi saranno forse passate poche ore dall’ultimo incontro con Varric e soci, ma per il mondo di gioco sono passati ben 2 anni. Anni in cui la combriccola si era sciolta tornandosene per la sua strada. Scopriamo allora che fine hanno fatto i membri del nostro party, tra scenette opzionali simpatiche e dialoghi taglienti, basanti in buona parte su quello che era il “feeling” costruito nel corso delle innumerevoli ore di gioco. È anche questa l’occasione per interfacciarsi con la nuova Divina, la “papessa” che tiene le sorti della chiesa e che proprio noi avremmo contribuito a far eleggere scegliendo tra Cassandra, Leliana o Vivienne. Pare allora che non ci sia spazio per l’azione, ma per la parola, con il mondo preoccupato che l’Inquisizione faccia quello che i Custodi Grigi avevano già tentato di fare decadi e decadi prima quando… il misterioso ritrovamento di un quanri morto, ed in tenuta da battaglia, proprio nel palazzo sede del Sacro Concilio, porterà l’Inquisitore ed i suoi compagni ad indagare. Che i qunari si stiano preparando alla guerra? Qual è il mistero degli eluvian?

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Sono moltissime le domande a cui questo DLC risponde, ed è incredibile come poi queste domande (e relative risposte) portino a tirare le redini del destino dell’inquisizione che Bioware ha messo in toto in mano al giocatore aprendo una prospettiva più che interessante per quello che sarà il futuro della serie. Intruso, che ben poco ha da dire dal punto di vista del combattimento e dell’esplorazione, utilizza spunti di trama che erano stati solo apparentemente accantonati per chiudere un ottimo arco narrativo, in cui l’unica cosa che dispiace è proprio quella di aver dovuto demandare “il vero finale” all’acquisto di un DLC. Perché diciamolo: avere Inquisition senza questo contenuto, significa effettivamente non possedere la conclusione della storia e non essere poi neanche pronti per il futuro visto una serie di scelte finali non solo scoppiettanti in termini di trama, ma anche a dir poco fondamentali. Per il resto le trovate sono poche, e neanche così fondamentali. C’è un nuovo (devastante) potere per l’ancora, il marchio sulla mano sinistra dell’Inquisitore. E c’è un nuovo livello di difficoltà che si va ad aggiungere all’offerta della rigiocabilità ma tutto impallidisce dinanzi alle linee di dialogo ed alle trovate narrative in puro stile Bioware, che sublimano l’idea di un mondo in continuity tra passato, presente e futuro.