Tiriamo le somme del percorso fatto da Nintendo in questi due anni di Switch

Nintendo è di sicuro uno dei marchi più importanti sul mercato videoludioco, nonché uno di quelli che ha fatto, e continua a fare, la storia di questo medium. E parlando di storia, facciamo un piccolo ripasso: le origini della grande N risalgono al 1889, quando si occupava della creazione di carte da gioco, ed è solo dal 1970 che inizia ad interessarsi al mercato videoludico distribuendo il Magnavox Odyssey, la prima console casalinga, e ne produce in seguito una propria, il Color Tv Game. Il vero boom però arriva con la creazione dei giochi portatili Game&Watch. Il loro successo portò la Nintendo a continuare sulla strada del gaming, e così arrivarono il NES, seguito dal Game Boy, che fece della Nintendo la regina indiscussa del console gaming in portabilità, e poi lo SNES, il Nintendo 64, il Game Cube, Nintendo DS, Wii, 3DS, WiiU e infine, la console ibrida per eccellenza, il Nintendo Switch.

Il lancio di Nintendo Switch nel marzo 2017 è stato sicuramente un successo grandioso, soprattutto dopo il fallimento epico del WiiU. Neanche la Nintendo si aspettava un così grande risultato, tant’è che già da alcune settimane precedenti la messa in commercio, trovare una console disponibile diventò un’impresa, in particolare sul suolo giapponese, e la situazione migliorò solo di poco nei mesi successivi, con una produzione che nonostante tirava fuori carichi su carichi di console, non riusciva a stare dietro l’enorme mole di richieste.

Il merito del successo nel corso del primo anno di Nintendo Switch non è dovuto ovviamente soltanto alla sua natura Ibrida e al marchio, ma soprattutto alla qualità dei giochi che venivano proposti. Non si può infatti non tirare in causa The Legend of Zelda: Breath of the Wild, la Killer App che ha trainato le vendite per tutto il corso dell’anno. Con Switch assistiamo ad una forte presa di posizione da parte della Nintendo, che si è fatta coraggio decidendo di non riproporre per l’ennesima volta una semplice sfumatura dei suoi grandi nomi, cosa che probabilmente gli sarebbe comunque riuscita bene, ma ha rinnovato i suoi marchi di fabbrica, innalzandone oltremodo il livello qualitativo.

Non è solo la console quindi ad essere ibrida, anche i giochi riflettono questo aspetto, bilanciando in perfetta armonia innovazione e tradizione. Ad affiancare questi nuovi titoli, Nintendo ripropone anche porting di giochi usciti su WiiU, come Mario Kart 8, rivistato in edizione Deluxe, o Bayonetta 2. Questa è stata una mossa abbastanza furba, in molti si erano persi questi piccoli capolavori a causa delle scarsissime vendite della WiiU, e in molti hanno potuto provare titoli che tutt’oggi continuano a vendere in grandi quantità, basti pensare a Mario Kart 8 Deluxe che secondo i dati di vendita, quasi più della totalità dei possessori di una Nintendo Switch possiede anche il racing game.  Breath of the wild

Il primo anno di Nintendo Switch è stato quindi un enorme successo, portando la console in soli 10 mesi a superare le vendite che fece WiiU nel suo intero ciclo vitale, eppure nel suo secondo anno qualcosa è andato storto. Shuntaro Furukawa, presidente della Nintendo, ha recentemente dichiarato, a seguito della chiusura dell’anno fiscale, di non essere riuscito a raggiungere gli obbiettivi di vendita riguardanti l’hardware, nonostante i numeri restino comunque molto alti. Il problema del secondo anno di Switch, e col senno di poi anche Furukawa se ne è accorto, è stata la distribuzione dei giochi. Si è passato da un periodo di nulla quasi assoluto che va da circa marzo a circa ottobre (siamo nel 2018), in cui le uniche esclusive degne di nota sono state Mario Tennis Ace, Octopath Traveler e lo sperimentale, nonché ormai dimenticato Nintendo Labo, per poi avere concentrati durante l’autunno una serie di grandi uscite, da Mario Party a Super Smash Bros Ultimate passando per Pokémon Let’s Go. Da notare che attualmente siamo in una situazione simile a quella di marzo-ottobre del 2018: è da Smash Ultimate, rilasciato a dicembre che non abbiamo nessun gioco di spessore su Switch, e il prossimo sarà Yoshi’s Crafted World, ma dovremmo attendere fino al 29 marzo, a brevissima distanza da Super Dragon Ball Heroes World Mission, altra esclusiva, mentre per il resto dei titoli non abbiamo altro che date molto vaghe. La scarsa varietà di titoli e la distanza tra una portata e l’altra non aiuta di certo a vendere console, e lascia a mani vuote anche coloro che l’hanno acquistata.

Tra l’altro, ce da dire che con Switch, la Nintendo ci ha voluto abituare a queste attese vuote. Attualmente siamo in attesa di 5 titoli: Animal Crossing, Pokémon, Fire Emblem, Bayonetta e Luigi’s Mansion. Potremmo considerare anche Metroid Prime 4, ma di questo titolo tratteremo più in là. Tutti questi sono giochi annunciati per poi sparire nel nulla. Su alcuni abbiamo un vago “2019”, su altri qualche rumor, ma comunque non abbiamo niente di ufficiale da quando sono stati mostrati i titoli, e certi risalgono al periodo di lancio della console. Sicuramente ciò che ha fatto Nintendo non è una novità sul mercato, molte software house mostrano titoli di giochi che ancora entrano nemmeno in produzione per smuovere le acque e creare aspettative, ma la mole di giochi in “standby” e il lungo periodo senza la minima informazione ha lasciato molte persone perplesse sull’efficacia di questa manovra, soprattutto perché si tratta di giochi che contano grandissimi numeri di fan, che si ritrovano così per anni con solo un nome tra le mani e nulla più.

metroid

L’ibrida Nintendo Switch ha però un grande, gigantesco merito, perché questa è la console che ha permesso alla grande N di premere sull’acceleratore e di rimettersi in pari con le esigenze del mercato. Finalmente grazie a Switch abbiamo una vera apertura verso i giochi third party, con più software house che sviluppano anche esclusive per la giovane console, e se fin ora abbiamo visto per lo più solo porting e remastered, ora che i tempi sono maturi, si inizia a fare sul serio, hardware permettendo. Non solo software house dai nomi pomposi, Nintendo si è voluta aprire anche agli sviluppatori indipendenti, dedicandogli addirittura uno spazio sul canale youtube in cui vengono presentati i Nindies, nome che definisce tutti i titoli indie che arrivano su Switch.

Un ulteriore grande passo per Nintendo è stata l’ottimizzazione dei servizi online, che seppur ancora imperfetti, garantiscono agli utenti di poter giocare e agli sviluppatori di portare i loro giochi, come Warframe o Fortnite, sulla giovane console. Certo, per poter fare qualunque cosa con i propri amici bisogna prima destreggiarsi con l’ormai preistorico sistema dei codici amico, ma questa volta apprezziamo comunque lo sforzo di non averli nascosti in qualche assurdo sottomenù. Una Nintendo così aperta non si era mai vista, addirittura con tanto di campagna promozionale del cross-play insieme alla Microsoft, avvenuta in occasione del lancio di Minecraft Better Together, alla faccia di quelle aziende che invece preferiscono tenersi stretto il loro bacino d’utenza, vero, Sony?

minecraft

Torniamo ora su un argomento che avevamo lasciato in sospeso, Metroid Prime 4. Il 25 gennaio, sui vari canali youtube Nintendo, è uscito un video in cui Shinya Takahashi, responsabile dello sviluppo, annunciava il rinvio del nuovo titolo della saga di Metroid. Dopo un anno e mezzo dal suo annuncio, uno dei titoli più attesi, nonché uno di quelli spariti nel vuoto dopo il suo annuncio, viene rinviato. Questo riporta al discorso precedente sui troppi titoli annunciati evidentemente troppo presto. Qui però c’è da rendere onore alla mossa dell’azienda di metterci la faccia davanti a questa sorta di fallimento, con un video diretto ai fan e con una spiegazione di tutto rispetto sullo stato e la qualità del prodotto, ed è indiscutibile il fatto che Nintendo ci tenga molto alla qualità dei suoi giochi. Se alla fine Metroid Prime 4 sarà o meno un capolavoro non ci è ancora dato saperlo, ma di certo non possiamo non applaudire difronte a questo approccio diretto e di rispetto per i suoi clienti e fan.

Nintendo Switch compie quindi due anni di età, e non resta che da vedere come si evolverà il futuro della console ibrida, di cui già si rumoreggia una versione “mini” esclusivamente portatile. Dopotutto Nintendo sulla portabilità vuole puntarci molto, e non parliamo di quella delle console, bensì di quella del mercato mobile. Shuntaro Furukawa ha più volte ribadito che il futuro dell’azienda potrebbe non essere quello delle console, bensì quello degli smartphone, un mercato che sappiamo tutti essere altamente redditizio e su cui la Nintendo già lavora sia sviluppando nuove IP, come Draglia Lost, che portando avanti giochi che hanno fatto un enorme successo come Fire Emblem Heroes o Animal Crossing Pocket Camp. Mentre l’azienda rivede quindi i suoi piani, noi restiamo in attesa di molti grandi nomi in arrivo su Switch, alcuni dei quali, come Pokemon, dovrebbero arrivare nel corso di questo terzo anno di vita, insieme a molti nuovi porting, remastered e nindies. L’ultimo Direct in tal senso,dimostra che Nintendo è intenzionata sempre a creare un’offerta abbastanza eterogenea per la sua console, ma anche che ha ancora molto da dimostrare. Non ci resta che tenere gli occhi ben aperti su quello che succederà.

Mattia Alfani
Nato a Pescara nel'94 e diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics, dice di essere un grande appassionato di fumetti, videogiochi, cinema e serie tv, ma in realtà adora tutto ciò che è in grado di raccontare una storia, anche un semplice sasso. Ancora meglio poi se queste storie sono fantasy, horror o supereroistiche. Attualmente è alla ricerca della sua strada, saltando tra un università e l'altra, e nel frattempo da sfogo alle sue passioni scrivendone e condividendole su internet. Il suo modello di riferimento è il Dottore. Critico di natura ma non di professione, vorrebbe un mondo tutto suo, ma per ora si accontenta di quelli nei fumetti.