Dal 10 novembre su Netflix, Due donne – Passing è l’ottimo esordio alla regia di Rebecca Hall, basato sul romanzo di Nella Larsen

Stupisce sin dai primi fotogrammi, Due donne – Passing (disponibile su Netflix), per la sua raffinatezza e ricercatezza. Rebecca Hall, nota fin ora come attrice (una buona interprete che non è mai diventata diva) dà il meglio di sé come regista e sceneggiatrice, e questo film lo dimostra. Hall sceglie un romanzo, quello di Nella Larsen, e lo rende con rispetto e delicatezza, lasciando che il non detto e il percepito completino l’esperienza dello spettatore. Nel cast, due grandissime attrici del pantheon contemporaneo: Tessa Thompson e Ruth Negga. Anche loro sembrano trovare finalmente lo spazio per mettere in mostra il proprio talento, dopo una serie di ruoli decisamente “fisici”. Thompson, infatti, è nota ai fan dei cinecomic come Valkyrie, mentre Negga è Tulip O’Hare in Preacher.

In Due donne – Passing sono, invece, semplicemente Irene (Thompson) e Claire (Negga), due amiche d’infanzia che si ritrovano dopo anni, per caso, e scoprono differenze e analogie delle loro rispettive vite. Completano il cast artistico, con una serie di ruoli minori, ma non per questo meno emozionanti, André Holland (Brian), Bill Camp (Hugh) e Alexander Skarsgård (John).

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Due donne – Passing, il bianco e il nero

Nonostante sia la sua opera prima, Rebecca Hall già dichiara uno stile personale consapevole di ogni aspetto del mezzo cinematografico. La scelta di girare Due donne – Passing in bianco e nero non è un semplice esercizio di stile, tra il vintage e l’omaggio agli anni Venti ritratti nel film. Il bianco e nero è concettualmente il tema portante del film, oltre che un modo intelligente di rendere “l’inganno” di Claire ancora più efficace, almeno per lo spettatore. Narrativamente parlando, la storia gira intorno al contrasto tra Irene, fiera della propria pelle e di tutto il retaggio socio-culturale che essa porta con sé, e Claire che si fa “passare” per bianca.

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Come raccontava Larsen nel suo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1929, quindi coevo ai fatti narrati, non era raro che alcune persone nere si camuffassero da bianche approfittando del trucco e dei lineamenti. Questo avveniva in un contesto ancora molto ostile per la comunità nera, che ha dovuto a lungo (e ancora oggi) subire un pesante razzismo. Il clima violento che contraddistingueva il rapporto tra i neri e i bianchi americani è ben reso da Hall nel commento della cronaca che fa sfondo alla storia privata delle protagoniste, che emerge con prepotenza. Per questo motivo, Claire come altre hanno vissuto una scalata sociale, data anche da un matrimonio “misto”, approfittando dei privilegi che per discendenza le sarebbero stati preclusi. Tuttavia, la donna rimpiange il suo vecchio quartiere, la sua vita, e la sua identità e questo la porterà a insinuarsi gradualmente nella vita di Irene.

Un dramma privato che si intreccia al contesto storico

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Nonostante la spensieratezza della vita sociale che Irene e Claire condividono con i loro amici, in Due donne è chiaro che la comunità nera viva una vita parallela e quasi clandestina. I bianchi – come lo scrittore interpretato da Bill Camp – che frequentano i luoghi di ritrovo dei neri sono visti come avanguardisti e non sempre queste amicizie sono viste di buon occhio. Un esempio lampante lo si vede già nei primi minuti con la sgradevolissima figura di John, il marito di Claire interpretato da Alexander Skarsgård. Questo personaggio carica sulle sue spalle tutta la visione retrograda e reazionaria del WASP, che deliberatamente segrega i neri in una condizione di inferiorità. Per il pubblico che riconosce in Ruth Negga un’attrice nera, il dialogo è straniante, surreale. Eppure è proprio in quel negare l’evidenza che l’evidenza si sfuma, e diventa puro artificio e interpretazione.

Al tema razziale Due donne – Passing unisce anche una riflessione interessante sul genere. Mossa da una passione a stento trattenuta per Irene, Claire si lancia in uno strenuo corteggiamento che traspare in diversi momenti del film. In questo Rebecca Hall è brava a tenersi nel linguaggio del detto-ma-non-percepito, ovvero nell’apparente sordità di Irene verso ogni richiamo amoroso. In un mondo in cui due donne nere devono lottare perché si lasci loro il giusto spazio vitale, una relazione omoerotica è assolutamente un tabù. Così questo desiderio proibito è sublimato da Claire in un flirt clandestino con le proprie origini, in un sfidare sempre di più la società e il pericolo. E tutto ciò pone le basi di una tragedia che incombe come un’ombra sui personaggi.

Due donne – Passing, una prova d’attore dall’eco teatrale

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Quello che di Due donne – Passing un film veramente riuscito è la perfetta sincronia di interpretazioni intense, una sceneggiatura interessante, un uso intelligente della fotografia e una visione registica coraggiosa. Certo, questa dovrebbe essere la base di ogni buon film, ma non sempre l’offerta sulla piattaforma (e in sala) raggiunge tali livelli. Bisogna dire, però, che Due donne si aggiunge a una lista sempre più corposa di opere dedicate alla questione razziale dai toni più o meno teatrali che è fruibile sul piccolo schermo. Su tutti, ricordiamo gli ottimi Ma Rainey’s Black Bottom (Netflix) e Quella notte a Miami… (Amazon Prime). Così come nel film di Rebecca Hall, gran parte del fascino di queste opere sta proprio nella solita struttura dialogica e nel ritmo con cui è messa in scena.

Per quanto Due donne – Passing abbia in generale dei toni più tenui dei film citati (che sono magnificamente sopra le righe), anche qui gran parte della sensualità e della tensione nasce proprio dal contrasto tra diverse voci. Due, principalmente, quella seria e riservata di Irene e quella squillante, civettuola e a suo modo disperata di Claire. Il duale è ricorrente d’altra parte anche nella fotografia del film, che si concede distesi silenzi in ritratti umani e urbani che si basano proprio sulla simmetria, ripresa anche nella locandina. Due donne è una riflessione sul passato, sull’identità, ed è una prova attoriale e registica importante. Un film sorprendente, un esordio che convince e che merita sicuramente grande attenzione.

Due donne – Passing è su Netflix.

Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.