Perché l’Italia è ricca di produzioni mediocri, ma Gomorra non è una di queste

Gomorra-La-SerieQuella volta che l’Italia tira fuori una serie tv interessante sentiamo l’esigenza di parlarne, se non altro per condividere insieme a voi la gioia e lo stupore di vedere nel nostro paese una produzione incapace di spedirci alla toilette dopo pochi secondi. Stiamo parlando dello stesso paese capace di trasmettere regolarmente vaccate come I Cesaroni, L’onore e il Rispetto, Carabinieri e altra robaccia simile. Parlare di Gomorra è un po’ come se nel 1600 avessero fatto un reportage sugli studi di Galileo, giusto per farvi capire l’abisso che c’è tra questa serie e tutto il resto. Speriamo solo che per Sollima (già apprezzato per Romanzo Criminale, altra mosca bianca in quanto a qualità) e compagni non tocchi la stessa sorte di Galielo, tant’è che se dovessimo valutare l’Italia in base alla qualità della narrazione seriale televisiva, non ci sorprenderebbe ritrovarci ultimi in classifica.
La serie è tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano, un’inchiesta, leggermente romanzata, sulla vita della criminalità organizzata partenopea. Un ritratto agghiacciante di una società corrotta, della connivenza tra istituzioni e camorra, in cui uomini omertosi – per forza di cose – non possono far altro che inchinarsi al terrificante potere che le famiglie camorristiche esercitano sulle masse. Sia chiaro, chi vi scrive non è tra i simpatizzanti di Saviano, non stiamo qui a farci le seghe pensando alla sua opera, tutt’altro. Credo che Saviano abbia il grande merito letterario di aver raccontato nella maniera giusta un argomento scottante e stigmatizzato in quei pochi luoghi comuni che la tv spazzatura ci propina. Del resto la serie tv di cui stiamo parlando non è un semplice tie-in o un’insulsa trasposizione cinematografica (diciamocelo il film di Garrone è veramente pessimo) ma anzi è un’opera con una propria identità, un proprio spessore narrativo e con il libro di Saviano ha giusto da spartire nome e ambientazione.

Roma: conferenza presentazione Gomorra, serie ispirata al libro di R. Saviano

La prima stagione è stata trasmessa a partire dal 6 maggio 2014 e si è conclusa il 10 giugno scorso, senza sciorinarvi dati d’ascolto e altri statistiche citate a caso, sappiate solo che è stata un successo ed è già stata venduta per essere trasmessa in altri paesi. E’ tristemente commovente come la gente si interroghi – senza trovare ragione alcuna – sulle motivazioni dietro il successo di una determinata opera. Se qualcuno si presentasse a me assorto in questi dubbi, mi verrebbe spontaneo guardarlo nello stesso modo in cui si guarda un cucciolo indifeso, un neonato o un vecchietto che compra preservativi; mi fa ridere quell’aria di ingenuità assoluta di chi lotta per ottenere un minimo di credibilità. La verità è una sola e – tenetevi forte -certe volte le cose hanno successo perché sono fatte bene. Tutto qui. Se proprio dovete perdervi in ragionamenti assurdi, chiedetevi perché oggigiorno qualsiasi cagata diventa un caso nazionale. Gomorra è fatto bene, benissimo. La regia? Micidiale. La recitazione? Un pugno allo stomaco: un’emozionante e viscerale interpretazione. Sceneggiatura? Il top assoluto, capace com’è di irridere tranquillamente il nulla cosmico rappresentato dalle altre produzioni italiane. Perché sì, la mediocrità altrui non intacca la qualità di Gomorra. Non basta essere circondati da deficienti per sembrare intelligenti. Il lavoro di Sollima è ottimo sotto tutti punti di vista.
Se proprio vogliamo trovare un difetto alla serie, in effetti c’è: è stata trasmessa su Sky. Non strappatevi i capelli se siete fan del colosso della pay-tv, alla fine non è nemmeno tanto colpa loro. Stiamo puntando il dito sulla totale incapacità – e mancanza di coraggio – di attenersi all’episodicità tipica delle serie tv americane, Gomorra è stato trasmesso ogni martedì a partire dal 6 maggio, con due episodi per volta; se la matematica non è proprio il vostro forte, stiamo dicendo che ogni settimana per due ore Gomorra vi ha tenuto incollati allo schermo. Il fatto è questo, e può sembrare un dettaglio da poco, le serie tv devono durare al massimo un’ora. La serialità sta nel fatto che tu, settimana per settimana, complice il tipico effetto cliffhanger, aspetti ansiosamente la messa in onda della show. Se questo invece viene trasmesso due episodi alla volta, e in poco più di un mese giunge al termine, ci si ritrova a seguire un film spezzatto per via dell’estrema lunghezza piuttosto che un appuntamento fisso e duraturo come una serie tv. A mio avviso, ma come dicevo si tratta di un’inezia, è mancato il coraggio di puntare a un’impostazione fedele ai canoni del mercato preferendovi invece questa semi-episodicità che, volendo essere rompicoglioni, era del tutto evitabile. Detto questo Gomorra – La serie rimane consigliata a chiunque, anche a chi guarda e apprezza la robaccia citata poco sopra, per voi – a maggior ragione – c’è tutto un universo fatto di cose come: qualità, professionalità e credibilità; concetti che fino ora la tv spazzatura vi ha negato. Approfittatene, approfittatene tutti.