El Camino – Il film di Breaking Bad: ci eri mancato, Jesse Pinkman

Con l’annuncio di El Camino: Il film di Breaking Bad (dall’11 ottobre su Netflix), Vince Gilligan ha attizzato una fiamma ormai quasi spenta, ravvivandola con la potenza di un lanciafiamme.

Nessuno, tra i fan più accaniti della serie o più semplicemente tra i normali fruitori che l’hanno apprezzata senza sentirsi abbandonati una volta conclusi i giochi, è rimasto indifferente alla notizia di questo film, che di fatto non è altro che un modo per chiudere in un maniera degna la storia di Jesse Pinkman. Queste, quantomeno, sono le premesse.

Il mondo ha adorato gli antieroi Walter e Jesse, e se il primo è indiscutibilmente un’icona tra i protagonisti delle serie TV, anche il personaggio interpretato da Aaron Paul, stagione dopo stagione, si è guadagnato l’apprezzamento e l’amore del pubblico.
El Camino, adesso, scrive definitivamente il nome di Jesse Pinkman nella storia della cultura pop.

Run Jesse, run…

Dopo un breve riassunto della serie, capiamo che il film riprende più o meno da dove ci eravamo lasciati, con Jesse costretto a scappare dalla DEA, ma che è sconvolto, ha gli incubi per i nefandi giorni vissuti incatenato al buio e in una gabbia, e soprattutto è solo e senza un soldo. Si trova così costretto a tornare dalle uniche persone che ancora gli vogliono bene e che anzi vedono in lui “un mito”: i suoi vecchi amici Skinny e Budger. Da ora in poi non andremo avanti con la trama, per non spoilerare nulla.

Non è facile per Pinkman rimettersi in sesto e trovare un modo di andare avanti, ma sa che deve farlo perché le alternative che gli si parano dinanzi sono terribili e nessuna porta a qualcosa di buono.
Così si rimbocca le maniche, carica la pistola e cerca la strada giusta per ricominciare.

El Camino è il nome della macchina con la quale Jesse scappa dal luogo della sparatoria, e diventa il titolo di questo film poiché quella Chevrolet adesso ricercata da tutta la polizia degli Stati Uniti è il lasciapassare per la libertà e forse per una nuova vita, ma è anche un mezzo che scotta e del quale si deve liberare il prima possibile. Da quella macchina dipende buona parte del futuro di Pinkman.

Il film funziona perché la mano di Gilligan è evidente e se per un attimo chiudiamo gli occhi e li riapriamo ci sembra di essere semplicemente a tu per tu con un lungo episodio di Breaking Bad, con i numerosi flashback che quasi disturbano quella ritrovata sensazione di binge watching che si spegne di colpo dopo queste due ore.

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Il regista è bravissimo a ricreare certe atmosfere e tenere il pubblico sulle spine in più di un’occasione, cucendo una storia che non sempre esalta per il ritmo ma che sicuramente appassiona e tiene incollati allo schermo, pure grazie ad una convincente performance del neo protagonista Jesse Pinkman e dell’altro Jesse, Jesse Plemons – ovvero Todd Alquist nello show – quasi sempre presente nei vari flashback.

 

Certi amori non finiscono… O forse sì

Molte storie d’amore, anche le più belle, sono destinate a finire e El Camino è un po’ la chiacchierata pacificatoria a qualche anno di distanza dalla rottura, quando più che cercare di ricomporre i pezzi emergono i ricordi felici, ai quali ripensi con un sorriso malinconico. Sai che è passato del tempo e stai andando avanti, e molto probabilmente da solo per la tua strada. Eppure ripensi a quanto siete stati bene insieme e rifletti sul fatto che, forse, le vostre strade potrebbero incrociarsi di nuovo.

Ad oggi però El Camino: Il film di Breaking Bad è soltanto un atto conclusivo di una serie di straordinario successo, e qualsiasi voce riguardante un sequel o qualunque altro modo di continuare il racconto legato ai protagonisti dello show resta, appunto, solamente una voce o poco più.
Certo è che Gilligan si è divertito parecchio a costruire una storia che lascia delle porte aperte, disseminando anche indizi che i più attenti avranno notato, magari fermando le immagini al momento giusto per osservare meglio.

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Non sappiamo quel che sarà, ma per ora andiamo avanti con la convinzione di aver messo un punto definitivo ad una serie dalla quale abbiamo fatto fatica a distaccarci. El Camino serve a noi per chiudere i conti, ma anche ad Aaron Paul, che adesso può lasciarsi il giovane ed immaturo Jesse Pinkman alle spalle. È diventato un uomo, senza grosse felpe col cappuccio e pantaloni di qualche taglia più grandi, ma con un nuovo look, più sobrio, per cercare di farsi strada nello star system.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.