Prime Video, con El Cid, decide di narrarci le vicissitudini di uno dei più grandi eroi della Spagna medievale, tra battaglie e cospirazioni

Dopo il successo dovuto al personaggio di Denver ne La casa di carta, Jaime Lorente (astro nascente del cinema spagnolo) prende le vesti di uno dei più importanti personaggi della storia spagnola e valenciana, offrendoci uno sguardo su un mondo affascinante, ma a noi poco conosciuto: El Cid (su Prime Video dal 18 Dicembre).

 

La nuova miniserie (che, se guardiamo il minutaggio, è tutto fuorché “mini”) di Prime è un viaggio nel passato alla riscoperta delle tradizioni spagnole. Un prodotto che cavalca il sempre più crescente desiderio di period drama e serie in costume. Un narrazione interessante che, però, viene troppo spesso spezzata da intrighi raccontati secondo lo stile della soap latina.
Il giovane Rodrigo, chiamato Ruy, è un ragazzo che nasce dal nulla, con in eredità una sola spada. Il classico esempio del “nessuno che ce l’ha fatta” tanto caro alle serie americane. Il processo di crescita di Ruy è messo a dura prova dai costanti intrighi di corte e la dicotomia che, necessariamente, intercorre tra il sentimento di fedeltà e quello di etica.
Cosa dovrebbe fare il giovane scudiero di Sancho di Leon? Difendere gli interessi del Re Ferdinando o l’onore della propria famiglia?

Prime Video, con El Cid, porta sulla propria piattaforma una produzione abbastanza grande, e di sicuro fascino. Chi è innamorato delle serie in costume o dell’ambientazione temporale ne resterà comunque colpito ed intrigato. Lo script, purtroppo, ogni tanto zoppica e non basta il solo Jaime a reggere tutto il peso dello show.

Il ragazzo di Murcia, nei panni di El Cid, fa un ottimo lavoro. Nonostante gli stilemi classici delle interpretazioni spagnole che restano ancorate ad un passato non troppo recente, il suo personaggio riesce nell’intento di arrivare al pubblico. Ruy è un giovane combattuto e sofferente, con un solo obiettivo in mente. Non viene sporcato da quelle sbavature tipiche del protagonista senza peccato che combatte solo per il bene. Ruy deve scendere a compromessi, deve sporcarsi le mani nel fango, deve lottare contro amici e nemici. La figura di El Cid, fortunatamente, non viene consumata dai soliti stereotipi e per questo affascina e convince. Soprattutto nelle scene di combattimento che fin troppo spesso, in produzioni di questo tipo, ci sono sembrate banali, ma che qui invece piacciono.

La produzione Prime, oltretutto, viene affidata, sotto il lato artistico, a sapienti mani. La regia è guidata da Adolfo Martinez Pérez (mestierante dietro la cinepresa, ma comunque affidabile). Mentre la colonna sonora viene realizzata da un vero fuoriclasse: Gustavo Santaollala.

L’argentino, due volte premio Oscar grazie a Babel e I segreti di Brokeback Mountain, ci accompagna durante la narrazione con una sinfonia epica e mai eccessivamente pomposa. Lo stile di Santaollala è fine e ricercato e ci arriva. Per una produzione seriale si tratta di un vero valore aggiunto, nonché di una rarità unica.

Tornando allo sviluppo della storyline, che si articola in soli 5 episodi, ma corposi, risulta essere fallace alla fine dei giochi. La risoluzione finale è soddisfacente per carità, ma durante il suo percorso per arrivare al traguardo abbiamo intravisto troppi elementi su schermo che ci hanno portato via pezzi di storia, anziché aggiungercene.

I personaggi sono tanti e le rispettive storie sono sì interessanti, ma complessivamente troppo approfondite per poter colpire realmente lo spettatore da casa. Lo spettacolo di Prime Video è El Cid, non “La famiglia reale di castilla”.
Il tutto ha come finalità ultima quello di romanzare ancor di più un racconto che si mischia tra l’epico e lo storico, ma seguire certe regole, con l’aumentare del minutaggio, ingolfano la macchina della narrazione.

el cid

Le solite diatribe dettate dalle differenze di ceto sociale, di casta, di fede e, soprattutto, di amore (di cui avremmo fatto a meno). Tutti elementi utili ad allungare il brodo, ma che risultano essere abbastanza fumosi per poter arrivare concretamente a dama. Il ché risulta essere un peccato visto che il personaggio di Ruy funziona tanto e piace, soprattutto grazie ad una storia che, in fin dei conti, è conosciuta da pochi. Non ci troviamo dinnanzi alla solita narrazione del ciclo arturiano, si vede, ma la novità viene apprezzata.

Prime Video con El Cid ci porta all’interno di un mondo sconosciuto, ma avvincente. Il protagonista convince tutti, nonostante non venga aiutato da uno script che fatica ad ingranare. Il contesto storico viene rappresentato degnamente, ma la macchina narrativa funziona più per le scelte artistiche della produzione e, soprattutto, per una storia sì familiare, ma comunque interessante.
Amanti dei period drama e desiderosi di fare un epico tuffo nel passato? Con El Cid, Prime Video farà breccia nei vostri cuori.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.