…anzi, crepi l’avarizia e parliamo dei primi 2 episodi!

Diciotto anni. Il tempo sembra volato eppure sono passate quasi due decadi dalla data in cui è stato messo in onda (in Giappone) l’ultimo episodio di Dragon Ball GT. Eppure non appena scorrono sullo schermo le prime immagini di Dragon Ball Z Super è come riavvolgere alla velocità della luce il nastro della vita, riprecipitando completamente nell’adolescenza. Ci sono tutti: Goku con il suo sorriso smagliante e la sua semplicità; Goten e Trunks con il loro atteggiamento scapestrato, ma dal buon cuore; Vegeta con suo sopracciglio corrugato e la voglia di superare l’amato/odiato Kakaroth. Ma sopratutto c’è quello spirito a metà tra epico e comico che ha reso grande questa serie, aprendo le porte dell’occidente ad un genere prima prettamente per appassionati giappofili. Il salto qualitativo da GT è evidente, grazie alla sapiente mano del maestro Akira Toriyama che torna a tirare le fila della sua amatissima serie.

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Cosa ci è piaciuto

Gli eventi ritratti in Dragon Ball Z Super si innestano sei mesi dopo la sconfitta di Majin Bu e in un periodo imprecisato prima dell’OAV La battaglia degli Dei. Il piazzamento cronologico non è dei migliori, visto che il pubblico occidentale di fatto non ha avuto ancora modo di vedere (legalmente) Resurrection F, seguito della Battaglia dei Dei che anticipa alcuni dei personaggi presenti in questo Super. Dalle prime immagini è, infatti, evidente che Lord Beerus, il gatto violaceo, avrà un ruolo non certo di secondo piano in questa serie e si troverà probabilmente a tirare le fila di tutta la vicenda. Non ci aspettiamo alcun tipo di incontro epico tra i nostri fantastici eroi e il leccapelo, visto che nella Battaglia degli Dei Goku & Company dimostrano di non aver mai incontrato il flagello dell’universo e di ignorarne totalmente l’esistenza. Certo è fin troppo presto per avviare qualsiasi tipo di speculazione, visto che entrambi gli episodi si focalizzano sulla re-introduzione dei personaggi e Toriyama sceglie di farlo col suo stile scanzonato: nel primo, infatti, c’è una carrellata dei personaggi principali e delle loro attività post-Majin Bu, mentre il secondo si concentra su Vegeta in un comico viaggio familiare per ri-abiutarci a quel caratteraccio che abbiamo imparato ad amare. In generale gli episodi scorrono bene, con un andamento piacevole tra una battuta comica e un colpo devastante a qualche mal capitato (sopratutto ad opera di Lord Beerus). Il gattaccio sin da subito si dimostra eccessivamente overpowered, col classico piglio del cattivo alla Dragon Ball: quel tizio che se la prende con tutti e tutto un po’ a caso, in grado di distruggere un pianeta per un semplice capriccio. Non è di per sé un elemento di disturbo, sopratutto per chi ha amato la serie originale ed è piuttosto abituato a questo tipo di caratterizzazione, quanto il primo segnale che questo Dragon Ball di Super ha ben poco.

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Cosa non ci è piaciuto

È difficile inquadrare esattamente il carattere di Dragon Ball Z Super da questo inizio. Certamente manca l’indicazione di una rotta precisa per questo franchise. Da questi due episodi, infatti, si evince sin da subito che Toriyama ha voluto riproporre integralmente l’esperienza che ha reso grande il suo capolavoro, senza aggiornamenti di sorta: non c’è la volontà a cercare un nuovo pubblico semmai tra le nuove generazioni, né nel proporre temi che potrebbero essere maggiormente adatti a quei fan sfegatati ormai cresciuti. Venti anni si sentono e possono rendere davvero difficile trovare uno spazio commerciale nel quale collocarsi anche per esseri dai super poteri come i Super Saiyan. Nulla da dire, invece, sulla realizzazione che si dimostra eccellente e a livelli qualitativi molto vicini a quanto visto nella Battaglia dei Dei e Resurrection of F. Il tratto scolpito di Toriyama torna in tutto il suo splendore, corredato da una colorazione brillante e cromaticamente nostalgica in grado di riempire gli occhi di lacrime. Impeccabili anche le animazioni, sempre accattivanti e fatte di piccoli gesti ed espressioni buffe, e una rinnovata fluidità che pone tutta la produzione un gradino sopra le saghe animate classiche. Non pervenuta la colonna sonora sopratutto per motivi del tutto slegati al contesto: ci troviamo ancora nella fase di partenza della serie con un ritmo molto blando e poco epico, quindi è piuttosto normale non ritrovare quelle melodie energetiche ed emozionanti che hanno fatto grande la serie.

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Continueremo a vederlo?

Concludendo questo velocissimo excursus sulle due prime due puntate di Dragonball Z Super, possiamo dire che il maggior pregio e maggior difetto dell’ultimo lavoro di Toriyama è sicuramente il suo essere un tuffo nel passato che da un lato suscita le stesse intense emozioni di vent’anni fa, ma dall’altro sembra non essere in grado di riproporre una nuova linea d’intrattenimento, o più matura, o estremamente più innestata sulle qualità del nostro presente. In ogni caso, aspettative a parte, i fan non potranno fare a meno di vedere come proseguiranno le nuove avventure di Goku.