In quel di Etna Comics 2017 Stay Nerd ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Francesco Savino, sceneggiatore di Vivi e Vegeta, con Stefano Simeone, webcomic ora edito in volumi da BAO, e Il Cuore della Città, con Giulio Rincione, disponibile sulla piattaforma Wilder. Seguiteci nel resoconto della nostra intervista per scoprire com’è andata!

Sei lo sceneggiatore di Vivi e Vegeta, inizialmente webcomic, ora pubblicato da BAO: un fumetto molto particolare, un thriller noir, o un thriller green”, che parla del mondo di piante e fiori in maniera molto cupa e cruda. Quindi, domanda banale: come cavolo vi è venuta un’idea simile?

E soprattutto perchè? (ride) Volevamo fare qualcosa di assolutamente folle e l’idea è nata da questo scambio assurdo fra me e Stefano Simeone. Perchè è vero che poi io l’ho scritto e lui l’ha disegnato ma in realtà l’universo di Vivi e Vegeta è frutto del lavoro di entrambi, con personaggi che magari lui disegnava ancora prima che “esistessero”. Una volta visti i disegni di questi fiori e piante, li caratterizzavamo insieme e poi li inserivamo nell’universo. Volevamo fare qualcosa di strano, di originale, inedito, mai visto prima. È nato tutto dal disegno di un cactus che avevo realizzato per caso, lui l’ha visto e ha detto: “Voglio assolutamente fare un fumetto con fiori e piante, perchè mi diverte disegnare fiori e piante!” Doveva essere una serie umoristica ed è diventato un noir spietato. con fiori brutti, sporchi e cattivi, con noi che a quel punto ci siamo divertiti a ribaltare il comune punto di vista. Quindi, dagli umani che regalano fiori e le piante perchè portatori di speranza, gioia, pace e amore, ci siamo detti: “facciamo che i fiori in realtà sono dei bastardi e non se la passano poi tanto bene.” A quel punto abbiamo iniziato ad aggiungere livelli di lettura, fra cui quello dei nuovi temi alimentari, etici e non, delle nuove correnti culinarie vegane, vegetariane, senza mai approfondire più di tanto però, perchè non era questo il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo era appunto creare una nuova prospettiva in chiave ironica e assolutamente leggera, cercando di rispondere al seguente quesito: se è vero che gli animali non se la passano poi tanto bene, siamo sicuri che i vegetali invece se la passino meglio? La nostra risposta è “no”, e tutto questo viene svelato nel corso della prima stagione di Vivi e Vegeta, nata sul web e poi approdata su volume cartaceo con BAO Publishing.

C’è molta ironia in questo, in un punto di vista assurdo e quasi contraddittorio. Essendo abituati a prodotti di animazione con animali, piante giocattoli sempre allegrissimi, Vivi e Vegeta ci sorprende, creando un contrasto fra la nostra prima impressione e la fruizione vera e propria.

Volevamo creare qualcosa di disturbante a livello di percezione, abbiamo giocato molto con questa cosa, anche semplicemente ribaltando gli aspetti del noir. Uno su tutti: la pioggia. Mentre in un classico noir la pioggia è un elemento cupo, che suscita un certo tipo di risposta emotiva, noi l’abbiamo ribaltato. Perchè se per i fiori e per le piante la pioggia è un bene, quando smette di piovere, quindi quando sorge il sole, è lì che incombe il pericolo. La pioggia non è più simbolo di un’atmosfera cupa, l’atmosfera cupa viene data dal sole. Ci abbiamo giocato soprattutto nel secondo capitolo, con l’arrivo dei girasoli, perchè chi, se non dei girasoli, potevano creare pericoli quando spunta il sole? E questo è solo uno degli esempi di come abbiamo cercato di ribaltare un po’ tutti gli aspetti canonici o quegli stereotipi che noi umani associamo al mondo vegetale.

Tutta questa sperimentazione potrebbe essere anche un po’ figlia dell’origine web del fumetto? Facendo un webcomic non ci si pone il problema di non sperimentare troppo perchè si è, almeno inizialmente, slegati da meccaniche editoriali, commerciali ed economiche. Assolutamente si, tant’è che quando abbiamo iniziato a partorire l’idea ci siamo detti: “È inutile che lo proponiamo a un editore”. Ma in realtà non volevamo farlo proprio perchè volevamo essere liberi di spingere sull’acceleratore, essere liberi nel processo creativo. Sperimentiamo sul web perchè è il il mezzo migliore che ci permette di farlo. Ovvio poi che va fatto un investimento iniziale da parte degli autori, perchè si tratta di un altro tipo di lavoro.

Sul web, comunque, non si scherza.

Non si scherza e noi non abbiamo voluto scherzare. Abbamo voluto scherzare sulla storia e sul processo creativo, ma sul web abbiamo fatto assolutamente le persone serissime e abbiamo deciso da subito che sarebbe dovuto essere un prodotto professionale. Tant’è che abbiamo stabilito delle scadenze di pubblicazione, abbiamo impostato i capitoli tutti uguali, con un numero di tavole predefinito per rispettare i tempi di lettura del web, che sono molto più veloci dei tempi di lettura di un libro. Abbiamo coinvolto altri autori come Roberta Ingranata, alle cover dei capitoli interni, o Lorenzo Magalotti, come assistente di Stefano a disegni e colori, officine Bolzoni per il logo, l’impaginazione e il lettering. Volevamo fare qualcosa di assolutamente professionale e ci piace pensare, ad oggi, che effettivamente dopo la pubblicazione di Vivi e Vegeta l’impostazione dei webcomic abbia un po’ ripercorso quello che abbiamo fatto noi.  È come se avessimo creato un po’ un nuovo standard per quello che erano i fumetti web di allora.

E oggi, a proposito di autori coinvolti, Vivi e Vegeta è edito anche con la cover variant di Gabriele Dell’ Otto!

E non è assolutamente da poco! (ride) Gabriele ci ha fatto questo regalo, una magnifica illustrazione per una variant a tiratura limitata di cinquecento copie che non verrà ristampata. Puoi immaginare la mia emozione quando mi hanno detto che c‘era un certo Gabriele Dell’Otto che voleva fare la variant di Vivi e Vegeta. È stato un ulteriore tassello a completare il puzzle di tutto questo lavoro.

Passiamo da un fumetto a un altro: Il Cuore della Città, che stai scrivendo con Giulio Rincione per la piattaforma Wilder. Ci sono differenze fra la situazione con Vivi e Vegeta e la proposta attuale di Wilder?

Dal mio punto di vista di sceneggiatore, assolutamente sì. Dal punto di vista di struttura del webcomic, no. In realtà mi sono trovato molto a mio agio proprio perchè era un mezzo che conoscevo. Con i ragazzi di Wilder, Jacopo Paliaga e French Carlomagno, mi trovo bene, sono i due creatori della piattaforma e mi hanno dato subito carta bianca sull’idea e sul progetto, quindi nello spostamento da una piattaforma all’altra è andato tutto molto liscio. Anche in questo caso io e Giulio abbiamo stabilito un numero di pagine fisso per capitolo. Giulio mi ha dato una certa disponibilità e in base a quella io ho regolato e calibrato la storia.

Vuoi parlarci un po’ della storia?

Il Cuore della Città è una storia, dal mio punto di vista, completamente diversa da Vivi e Vegeta. Ho voluto realizzarla appositamente per seguire un altro processo creativo, che poi è quello di scavare. È una storia un po’ più personale, un pochino più intima. Non è necessariamernte legata a me, ma mi piace pensare che possa legarsi a chiunque si trovi a vivere un certo tipo di esperienza, ovvero trasferirsi in una grande città, vivendola e percependola con tutto ciò che implica, sia a livello personale sia per quanto riguarda la realtà che ti circonda. È un percorso personale sviluppato in tre atti, una sorta di Inferno, Purgatorio e Paradiso, con una crescita del protagonista molto forte. Quando ho pensato a questa storia sapevo dall’inizio che non avrei potuto affidarla a nessun altro se non a Giulio Rincione, che poi è stato fondamentale per i disegni ma soprattutto per il processo di scrittura, dove ha messo tanto di suo, è riuscito a captare quelle che erano le mie sensazioni e le atmosfere che volevo: le ha prese, interiorizzate e poi trasmesse ancora meglio di quanto avessi immaginato io, nei disegni.

Questo riguarda una domanda che volevamo farti: com’è sceneggiare con Giulio Rincione, un autore particolarissimo, con uno stile super-definito in cui lo sceneggiatore inserisce a sua volta qualcosa di proprio?

Con Giulio abbiamo lavorato tanto di atmosfere. Più che una sceneggiatura rigida, in cui gli dicevo vignetta per vignetta quello che doveva succedere, io gli descrivevo la scena e la valenza che aveva o doveva avere, la simbologia legata a quella scena.

Una “psico-sceneggiatura”!

Sì, è stato un lavoro prettamente psicologico, perciò ti dicevo che non potevo che affidarlo a lui. Conoscendolo, sapevo che avrebbe capito al volo quello che volevo dire. Tant’è che spesso ragionavamo anche per musicalità, io gli suggerivo una canzone o gli mandavo dei video e gli dicevo: “Questa è la colonna sonora di questa scena”. Abbiamo creato una playlist su Spotify per accompagnare la lettura, ma soprattutto per accompagnare noi stessi durante la creazione dei vari capitoli.

Questa playlist è accessibile adesso?

Sì, si chiama Il Cuore della Città, ed è accessibile a tutti.

Abbiamo parlato di come Vivi e Vegeta è nato sul web e poi è stato pubblicato da BAO. Adesso che è molto più comune che un webcomic sia poi pubblicato in volume, scrivendolo, disegnandolo e producendolo si sta più attenti a quel possibile esito?

Dipende da che tipo di investimento vuoi fare a livello personale. Per esempio, quando è nato Vivi e Vegeta io e Stefano Simeone pensavamo alla possibilità di vederlo pubblicato. Ciononostante, abbiamo realizzato per il web tavole prettamente a scroll verticale con delle prospettive che, per stessa ammissione di Stefano, su carta non potevano essere riprodotte. Abbiamo sfruttato i mezzi del web. Sapevamo che, se e nel momento in cui fosse diventato cartaceo, avremmo dovuto ripensare quelle tavole. Che poi è quello che abbiamo fatto. Ovviamente, è normale pensare a un prodotto web per costruirsi una vetrina, nella speranza e nell’ottica che un giorno possa diventare cartaceo. In questo senso vedo una crescita da parte dei webcomic, sempre più autori stanno investendo nel web e sempre più fumetti web stanno crescendo a livello professionale, sapendo che un giorno potrebbero avere uno sbocco con l’editore.

È anche una rinascita della scrittura seriale, particolarmente associata al webcomic. Sul web fare un graphic novel è difficile, se non impossibile. Quindi si scrive una serie a episodi e questa serie viene poi raccolta in volume. Però è un tipo di scrittura diverso, che riprende i meccanismi delle serie TV, la cui scrittura sta cambiando a sua volta.

Il cambiamento avvenuto in questi anni con le serie TV ha influenzato di conseguenza le serie a fumetti, e per questo Wilder è una piattaforma molto attenta alla serialità. Hanno stabilito un calendario molto rigido e molto preciso su come impostare il proprio “palinsesto”. È una sorta di Netflix dei webcomic, che alza l’asticella della professionalità e crea nuovi standard. Tant‘è che con Il Cuore della Città io e Giulio ci siamo posti un’altra sfida ancora, perchè l’abbiamo raccontata in maniera seriale ma al tempo stesso volevamo che fosse quacosa di più intimo e personale. Siamo molto soddisfatti del risultato anche da questo punto di vista, avendo unito una storia un pochino più autoriale a un format serializzato.

Altri progetti di Francesco Savino?

In questo momento io e Stefano siamo al lavoro sulla seconda stagione di Vivi e Vegeta, che uscirà a settembre, prima sempre sul web, questa volta con l’esordio sul sito vivievegeta.it. Altri 10 capitoli con la stessa impostazione della prima stagione. Per ora mi sto concentrando su questo, e mi sto divertendo anche. Poi, sto cominciando a far nascere nuove idee, per una delle quali spero di avere ancora al mio fianco Giulio Rincione. Vorrei provare qualcosa di narrativa, ma è ancora molto presto. Sto cercando di diversificare un po’ il lavoro.

Perfetto. Grazie mille ancora da parte di tutta Stay Nerd!

Grazie a voi!