Una dinamica di Assassin’s Creed in Far Cry 6: dovremo fare i conti con la notorietà?

I giocatori di Assassin’s Creed di sicuro ricorderanno il sistema della notorietà: una dinamica che potrebbe ritornare, ma in Far Cry 6. La notorietà, all’interno della saga degli Assassini, influenzava molti dei nostri comportamenti e delle nostre decisioni. Ci costringeva, per così dire, a rivedere molte delle nostre dinamiche di azione.

A seconda del nostro grado di notorietà Ezio Auditore sarebbe stato attaccato dai vari sicari nelle città italiane. Per abbassare questo livello e, quindi, permetterci di agire nelle ombre, i giocatori erano obbligati a compiere determinate azioni, come strappare manifesti e corrompere banditori. Anche nel terzo capitolo della saga questo concetto è tornato e, a modo suo, si è ripresentato anche in altri giochi. Per esempio in Odyssey, a seconda delle nostre azioni, potevamo trovarci addosso più o meno mercenari, desiderosi di intascare la taglia sulla nostra testa.

Che Ubisoft riproponga alcune delle sue vecchie dinamiche in altri giochi non è una novità. Ma è curioso pensare che questo avvenga anche per Far Cry 6: come si applicherà la notorietà all’interno di questo capitolo della saga?

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La notorietà in Far Cry 6: caccia aperta sull’isola di Yara

Considerate anche le parole sulle implicazioni politiche del nuovo Far Cry e l’ambientazione ispirata all’isola di Cuba, il concetto di Notorietà sembra applicarsi molto bene al prossimo gioco.

Nel contesto di Yara, uno stato governato da una dittatura che noi dovremo rovesciare, il poter essere ricercati dal regime appare perfettamente logico. C’è da chiedersi se questo sistema avrà anche influenza sulle nostre azioni di gioco. Per esempio dall’ultimo gameplay abbiamo visto come alcune missioni possano essere giocate grazie a tattiche di inflitrazione. Sarà ancora possibile per Dani Rojas effettuare determinate strategie ad alti livelli di notorietà? Non resta che attendere il gioco per saperne di più.

(fonte: GameRant)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.