Anche i mech si arrugginiscono

I più anzianotti di noi sono cresciuti con Mazinga Z, innegabilmente. Con lui, gli anime di mech di Go Nagai, hanno formato l’immaginario di diverse generazioni: eroi dal cuore puro si confrontavano su enormi macchine da combattimento contro improbabili imperi alieni che avevano come unico obiettivo la conquista del pianeta, portando avanti il loro piano inviando, di episodio in episodio, strani mech pronti ad essere presi a schiaffi dal robottone di turno.

Tra i diversi paesi europei, l’Italia, assieme alla Francia, è sempre stata il principale mercato per l’animazione giapponese, e non stupisce quindi più di tanto la scelta di presentare in anteprima mondiale Mazinga Z Infinity proprio alla Festa del Cinema di Roma, di fronte ad una folla scalpitante ed entusiasta alla presenza in sala del maestro Go Nagai. Folla entusiasta anche del film, pur se non ci è stato chiaro il perché.

Mazinga Z Infinity inizia qualche anno dopo le vicende dei filoni principali della serie originale. La Terra sta vivendo un periodo di serenità, tutto è stato ricostruito, l’economia va a gonfie vele grazie allo sfruttamento dell’energia fotonica. Tetsuya lavora in Nord America e Koji è diventato un ricercatore. A mischiare le carte in tavola, iniziando una nuova guerra, sarà ancora una volta il Dr. Inferno, ma solo in seguito ad una nuova scoperta clamorosa: sotto il Monte Fuji, sul quale si sta costruendo il più grande laboratorio del mondo per l’energia fotonica, viene rinvenuto un gigantesco Mazinga. A quanto pare, dove è presente una forte concentrazione di tale energia, mondi paralleli possono sovrapporsi e scambiarsi materia, ed è in questo modo che il mastodontico mech è arrivato sulla Terra, ed è stato rinominato Mazinga Z Infinity. Il robot ha il potere di manipolare l’esistenza degli universi paralleli e per questo il Dr. Inferno vuole utilizzarlo.

Andando avanti la storia prenderà derive improbabili che non potranno che riportare alla mente Neon Genesis Evangelion, senza neanche sfiorare la delicatezza e la profondità dell’opera di Hideaki Anno, ma anzi risultando ridicole e totalmente fuori luogo. L’intento degli autori (Go Nagai non è stato coinvolto nella realizzazione) sembra quello di dare un senso di maggior maturità al film, con esiti tuttavia pessimi: la struttura è quella classica di Mazinga, su cui si innestano “discorsi” sull’importanza del matrimonio per una coppia, unico vero obiettivo della relazione amorosa assieme alla filiazione, banali dissertazioni sulla pace e cattivi che vorrebbero avere una dimensione in più, passando dal “conquistiamo la Terrà perché sì” al “diciamo agli umani di sfruttare assieme l’energia fotonica, ma in realtà vogliamo conquistare la Terra perché sì”. Brillante, davvero.

A fianco di questi maldestri tentativi di ispessire Mazinga, c’è un bel po’ di fanservice ed una dose insoddisfacente di azione, perché sarebbe stato meglio vedere meno chiacchiere e più schiaffi, anche soltanto perché le chiacchiere sono imbarazzanti. Questi sono senza dubbio gli elementi più riusciti del film, almeno.
Il succitato fanservice si manifesta principalmente con il mostrarci decine di malvagi robot presi dagli episodi della serie. Le scene di combattimento, nonostante ne avremmo volute in quantità maggiore, sono davvero ben riuscite sotto ogni punto di vista: registicamente ineccepibili, veloci, con eccellenti movimenti di camera, ma sempre perfettamente leggibili. Durante gli scontri lo spettatore non può che stare in pizzo alla poltrona, ammaliato.

Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un misto di materiale disegnato e CGI. I fondali sono piacevoli, mentre il character design, coerente con lo stile del Mazinga che fu, rimane un po’ fuori dal tempo, nonostante certamente sia apprezzabile nell’ottica nostalgica. I mech sono invece realizzati con modelli tridimensionali, di qualità non eccelsa, che quindi stacca un po’ troppo con il resto, seppure risulti evidente che la fluidità e la qualità degli scontri siano dovuti principalmente alla scelta di utilizzare il 3D. Bene ma non benissimo, quindi, anche sotto questo aspetto.

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Verdetto:

Mazinga Z Infinity è un film che ha come unici momenti interessanti i combattimenti e la sigla di testa, per poi perdersi in inutili chiacchiere volte a dare spessore ad un anime che fondamentalmente è sempre stato intrattenimento, rivelandosi a volte ridicolo, piuttosto che profondo come avrebbe voluto. Siete fan di Mazinga, volete vedere del fanservice e una nuova avventura dei vostri beniamini, passando sopra ai difetti del film? Probabilmente vi divertirete, se sarete in grado di chiudere un occhio (a volte entrambi). Altrimenti lasciate pure perdere.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.