FINAL PORTRAIT è l’affascinante ritratto di un genio e la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Il film racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – chiedendosi se il talento di un grande artista sia un dono o una maledizione.
ALBERTO GIACOMETTI nasce a Borgonovo di Stampa, in Svizzera nel 1901. E’ grazie a suo padre Giovanni, pittore post-impressionista, che si avvicina all’arte. Frequenta prima la Scuola di arti e di mestieri di Ginevra, poi s’iscrive a Parigi ai corsi di scultura di Émile-Antoine Bourdelle. Negli anni ’20 dopo un periodo da surrealista che gli permette di farsi conoscere nel mondo dell’arte, rompe con il movimento per intraprendere una nuova fase artistica. A renderlo famoso nel mondo le sue sculture che rappresentano figure umane dalle forme esili e sottili. Tra i più importanti riconoscimenti, il Gran Premio della scultura alla Biennale di Venezia ricevuto nel 1962.
Ecco 5 curiosità su Alberto Giacometti.
- Dopo aver detenuto il primato per la scultura più costosa mai battuta all’asta con “Walking Man” nel 2010 (circa 104 milioni di dollari) ha superato il suo stesso record con “Pointing Man” 5 anni dopo, con una vendita da circa 141 milioni di dollari.
- Nella primavera 1938 scolpisce il monumento funerario per la tomba di Gerda Taro, nota foto reporter e compagna del celebre fotografo Robert Capa, morta nel luglio del 1937, durante la guerra civile di Spagna.
- Giacometti aveva abitudini bizzarre. Si preoccupava in maniera ossessiva, di sistemare in una certa maniera le calze e le scarpe prima di andare a letto, se non trovava la sistemazione giusta, non riusciva a dormire; nascondeva i soldi che guadagnava dalla vendita delle sue opere nel suo studio parigino: “Ci sono nascosti 7 milioni nella mia stanza da letto […] sono così ben nascosti che non riesco più a trovarli.”
- Ha avuto amicizie con illustri personaggi del suo tempo come Sarte, Matisse, Mirò, Ernst, Arp e Picasso con il quale dopo anni d’amicizia interruppe i rapporti, definendo il cubismo “un’impresa stupidissima”.
- La Svizzera gli ha dedicato la banconota da 100 franchi emessa l’1° ottobre 1998.
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