Una meravigliosa storia… passiva

Il medium videoludico ha ormai raggiunto una maturità tale che non è raro trovarsi davanti a titoli che trattano tematiche di una certa profondità, come l’amore omosessuale, l’idea della morte – ben lontana da quella puramente ludica- e così via. Ciò è senza dubbio un bene, perché eleva il videogioco rispetto all’opinione comune di passatempo infantile. D’altro canto però, se si utilizza il videogioco col semplice scopo di raccontare e basta, perdendo la fondamentale componente interattiva e ludica, allora assistiamo a qualcosa che altera la natura stessa del medium. È il caso di Fragments of Him, titolo approdato lo scorso anno su PC e Xbox One, e che adesso è pronto a fare il suo ingresso anche su PlayStation 4. Avrà fatto nuovamente breccia nei cuori dei giocatori? Be’, in tutta sincerità a noi ha lasciato perplessi, nonostante chi scrive sia una persona sensibile, soprattutto nei confronti di certi temi.

L’incipit di Fragments of Him è molto semplice e allo stesso tempo travolgente: noi “giocatori” (più avanti capirete il perché delle virgolette) accompagneremo Will durante la sua routine mattutina prima di andare a lavoro. Lo vedremo prepararsi il tè, prendere l’ascensore, sistemare la cintura di sicurezza, accendere il motore dell’auto. All’improvviso, durante il tragitto, una macchina ci verrà incontro, strappando Will alla vita. La morte del giovane aprirà la via a una serie di flashback, vissuti tramite figure che sono state molto vicine a lui durante le fasi di crescita. Attraverso i ricordi conosceremo le paure, i problemi e le insidie vissute non solo da Will ma da tutti coloro che hanno instaurato un forte rapporto con lui, come la nonna, la prima fidanzatina Sarah, e il compagno Harry. Non sveleremo oltre, perché Fragments of Him fonda la sua essenza sulla trama. Vi basterà sapere che la storia raccontata è dolceamara, e che a volte prende a pugni lo stomaco dello spettatore. L’io dei personaggi viene scavato, ma con delicatezza, promuovendo un’introspezione accurata e capace di svelare il lato più intimo e nascosto dei diversi personaggi.


Eppure, nonostante la grande attenzione riservata alla componente narrativa, Fragments of Him non si lascia godere pienamente, e il motivo è relegato al gameplay praticamente inesistente. Definibile come un ibrido tra un walking simulator e un punta & clicca, il titolo avanza in maniera passiva. Il nostro compito infatti sarà limitato alla selezione di oggetti o personaggi messi in rilievo attraverso dei contorni colorati. Una volta premuto il pulsante azione sugli elementi evidenziati, la trama proseguirà con la narrazione. L’interazione è davvero limitata: oltre alla selezione degli oggetti/personaggi, capiterà di scegliere quale frase proferire o quale azione compiere prima rispetto a un’altra, ma ciò non influirà sulla trama.
Da questa struttura ne consegue un’esperienza passiva e dunque pesante, data anche la complessità dei temi trattati.

Un omaggio al minimalismo

Ad avvalorare l’atmosfera di Fragments of Him vi è lo stile artistico. Un design minimal, che non lascia spazio ai dettagli,  ma che sfuma attraverso forme smussate e una scala di grigi che colora i diversi particolari. Questa scelta artistica bene si adatta alla trama del gioco: i ricordi del passato, grazie a questo alone grigio, ben immerge all’interno delle situazioni.
Anche il comparto sonoro è limitato a musiche malinconiche suonate al pianoforte, o a semplici rumori d’ambiente.  Una scelta stilistica dunque che dona la giusta profondità alla trama, ma che ancora una volta appare parca in termini di gameplay. Altra nota da aggiungere è il doppiaggio e il sottotitolato esclusivamente in inglese, il che rende difficile la comprensione della trama a chi non è avvezzo alle lingua anglosassone. E se non si segue la trama, dove sta l’appeal di Fragments of Him?

Verdetto

Fragments of Him è un esperimento interessante, perché vuole raccontare una storia ricca di emozioni e malinconia. Un po’ come Gone Home, cerca di esprimere le difficoltà nell’essere omosessuali agli occhi della società, ma soprattutto spazia tra diversi temi tra cui l’elaborazione del lutto e il concetto stesso di morte. Ciononostante, il gameplay, ridotto alla semplice selezione di oggetti e personaggi per far avanzare la trama, trasforma l’atto di giocare in osservare, quasi. Non ci sentiamo di bocciare totalmente il lavoro di Sassybot, piccolo team che ha sede nei Paesi Bassi, data la grande attenzione nei confronti della componente narrativa, molte volte ritenuta secondaria; allo stesso tempo non siamo nemmeno in grado di premiare una produzione che incentra tutto sulla storia, a discapito di un gameplay fondamentalmente inesistente. Spetta a voi capire che tipo di esperienza volete vivere: se vi piace essere testimoni silenziosi di una storia struggente Fragments of Him fa al caso vostro, altrimenti è meglio lasciar perdere.

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!