Un seguito riuscito

Quante volte avete sentito un brivido corrervi dietro la schiena sentendo la parola “sequel”? Immagino tante, e a ragion veduta. Che si parli di film, musica o videogiochi, i sequel sono sempre visti come un’occasione per consacrare definitivamente qualcosa alla storia, ma anche una concreta possibilità di mandare tutto in malora con prodotti ben al di sotto delle aspettative di pubblico e critica, soprattutto in un’epoca dove la nostra dove i sequel sembrano più occasioni per monetizzare piuttosto che un passo avanti rispetto al passato. Seguendo questo ragionamento, Guacamelee 2 potrebbe somigliare benissimo al lavoro svolto da J.J. Abrams con il settimo episodio di Star Wars: una progressione simile all’originale (che potete recuperare qui in offerta) ma con una storia nuova, elementi passati che si mescolano ad aggiunte di buon livello. Il risultato, che si parli del film o del gioco è lo stesso: un film che non rivoluziona, ma che non può deludere.

La storia di Guacamelee 2 inizia sette anni dopo i fatti narrati nel primo episodio, che non vi riveleremo perché sarebbe un peccato spoilerarvi cose di un gioco che dovete assolutamente giocare.

Dopo le fatiche del primo titolo, dicevamo, Juan si gode moglie e figli nel villaggio natale di Puebluchito, almeno finché non cominciano ad apparire delle nuvole interdimensionali nel cielo, catapultando il nostro eroe in una timeline di quello che il gioco chiama Mexiverso, luogo ancestrale dove esistono tutte le linee temporali del Messico e dove risiede la Timeline più Oscura, una dimensione nella quale Juan fu ucciso e il luchador più potente del mondo è un tale Salvador, deciso ad impossessarsi di tre manufatti che gli permetterebbero di mettere le mani sulla Guacamole Sacra, cibo degli dei e fonte inesauribile di energia. In quanto unico Juan sopravvissuto, il nostro eroe in pensione dovrà tornare a vestire i panni di luchador per impedire la riuscita del piano, oltre a salvare il Mexiverso da un’annichilamento ormai alle porte. Una trama dunque che strizza l’occhio a tanti cliché della filmografia moderna e non solo, molto simile a quella de l suo predecessore ma che riesce benissimo a reggersi in piedi grazie ai numerosissimi siparietti che rendono il mondo di Guacamelee 2 tanto folle e divertente come in passato. Le citazioni a giochi e a Internet si sprecano e fanno adito a momenti davvero alti in termini di comicità, grazie anche a rotture della quarta parete che non dispiacciono mai, insieme al ritorno di vecchi personaggi in ruoli più o meno marginali che offriranno grosse sorprese a chi ha giocato a fondo il primo capitolo.

Parlando invece del gameplay, Guacamelee 2 conferma la sua anima metroidvania, mantenendo una progressione piuttosto lineare, alternando fasi platform a combattimenti all’ultimo scheletro da manuale del perfetto beat ‘em up. Il comparto di mosse e tecniche del primo capitolo torna al completo con delle aggiunte inedite che sono volte a rendere più intrigante il lato platform del gioco. Un esempio è il salto dell’aquila, che permette di proiettarci in aria attraverso speciali “ganci” presenti nei livelli, rendendo queste sezioni ancor più esigenti in termini di precisione e ritmo. Le maggiori novità in tal senso sono invece relegate alla nostra mutazione animale, ovvero il pollo. No, non siamo a Master Chef, e si, questa è ancora una recensione. La nostra trasformazione in pollo in questo secondo capitolo continuerà a permetterci di entrare in anfratti nascosti, ma ci permetterà anche di combattere in maniera efficace, se non a volte in modo superiore, al pari della nostra forma umana, non tanto di prese e mosse speciali specifiche. Questo ha inoltre dato la possibilità a Drinkbox di elaborare diversi dungeon specifici, oltre ad una porzione interessante di lore con società segrete e sette religiose. Non ridete, sono serio!

A chiudere le novità c’è poi una maggiore componente da gioco di ruolo ricoperta dai cinque maestri di lotta, i quali ci permetteranno di potenziare le nostre mosse e garantirci alcuni benefici a patto di rispettare delle condizioni sia economiche che di abilità, ad esempio effettuando un certo numero di uccisioni con un colpo specifico e via dicendo.

Il tutto, pad alla mano, si traduce in un’esperienza di livello in grado di soddisfare ogni giocatore, lasciando però il fianco scoperto nel caso in cui si abbia già esperienza con la serie. Chi vi scrive, per esempio, ha platinato il precedente capitolo e, una volta ritrovata la memoria muscolare, non ha avuto grosse difficoltà ad arrivare alla fine del gioco in poco più di 9 ore, più un’altra manciata per completare delle aree segrete. Chi cerca una sfida più intensa può però ripiegare sulla modalità Difficile, disponibile una volta finito il gioco e che, soprattutto nei contenuti end game, potrebbe rivelarsi una sfida più che adeguata. Si può comunque stimare una durata di circa 25 ore abbondanti, soprattutto per i completisti che vorranno mettere le mani su un platino decisamente abbordabile.

Passando al lato tecnico, Guacamelee 2 è semplicemente perfetto e non potevano esserci dubbi a riguardo: giocato su una PS4 Pro il gioco è fluido a 60 fotogrammi fissi e, anche nei momenti più ricchi di azione ed effetti particellari il gioco non ha battuto ciglio. La cosa può suonare scontata visto che parliamo di un titolo a due dimensioni, tuttavia la grande precisione richiesta per alcune azioni richiede un engine di gioco solidissimo e, da questo punto di vista, le prestazioni generali sono decisamente invidiabili. Bello da giocare, dunque, ma anche da vedere.

Sul piano audio, la musica è cambiata ma fino ad un certo punto: i compositori Peter Chapman e Rom Di Prisco tornano infatti con una soundtrack che riprende alcune delle melodie già composte per il precedente capitolo e introducendo nuove canzoni più che gradevoli, grazie anche al contributo del gruppo Mariachi Entertainment System che, oltre ad avere un nome splendido, rendono le porzioni musicali più messicane un piacere uditivo non da poco.

Verdetto

Guacamelee 2 non è quel seguito che cambia per sempre il mondo del videogioco, tuttavia si rivela un prodotto con una buona dose di novità ma soprattutto un titolo qualitativamente ottimo. Chi ha già vestito i panni di Juan Aguacate non rimarrà deluso, ma nemmeno chi si approccia per la prima volta al piccante mondo della lucha libre.

 

Se Guacamelee! 2 vi stuzzica…

Visto che parliamo di un secondo capitolo, non possiamo non consigliarvi di giocare al primo Guacamelee, tra i migliori giochi indie del 2013. Se invece volete una sfida più tosta e oscura, il miglior titolo a disposizione è il recente Hollow Knight, una vera sorpresa estiva.

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.