Se non avete ancora visto This Is America, complimenti, siete gli unici sulla terra

Buonasera, sono Donald Glover, ho partecipato alla serie tv Community e interpreto il ruolo di Lando Calrissian nel nuovo film di Star Wars, Solo. E, se siete neri, ho fatto Atlanta e Redbone.

Donald Glover, aka Childish Gambino, nel suo monologo al Saturday Night Live si presenta così, consapevole di essere un artista con due anime che finora hanno viaggiato abbastanza bene anche separatamente, ma che è il momento di riunire.

Attore, sceneggiatore, regista

Se molti di voi lo ricorderanno infatti nel ruolo di Troy Barnes, o non vedono l’ora di trovarlo sullo schermo nei panni dell’originario proprietario del Falcon, è giusto ricordare che oltre alla carriera di attore, Glover è un attivo sceneggiatore che avrebbe potuto regalare al mondo il progetto supereroistico più interessante dell’ultimo decennio (una serie animata per adulti con protagonista Deadpool il cui progetto non è purtroppo andato in porto), e che, con lo pseudonimo di Childish Gambino, ha già all’attivo tre album: Camp (2011), Because the Internet (2013), e Awaken, My Love (2016), che contiene la succitata Redbone, premiata con un grammy come miglior performance di R&B tradizionale.

Tuttavia, se fino a questo 5 maggio Childish Gambino era un’artista hip-hop/R&B ascoltato dagli estimatori di hip-hop/R&B, tutto cambia dopo la conduzione di SNL, in cui Gambino di esibisce con un nuovo pezzo, This Is America, il cui video viene subito dopo rilasciato su youtube e che non ha ancora smesso di catalizzare l’attenzione dei media mondiali, tra dettagliati scandagli semiotici di ogni frame e lo stupore di chi ha vissuto per gli ultimi anni in una bolla, senza venir sfiorato dalla trasformazione supereroistica di Glover in Gambino.

Già, perché nel momento in cui la massa scopre Gambino, questo ha già annunciato la decisione di ritirarsi dal mondo della musica, e il non ancora annunciato album di cui supponiamo This Is America sia il primo singolo, sarà anche l’ultimo.

Childish Gambino, in pratica, fa musica da anni. Perché il grande pubblico se ne accorge solo adesso?

Ricordare come antidoto al ripetere gli stessi errori

Il 2018 è stato l’anno dell’uscita nei cinema di Black Panther, ma anche l’anno del primo premio Pulitzer per la musica assegnato a un album fuori dal genere classico/jazz: a portarsi a casa il riconoscimento è stato Kendrick Lamar (che ha anche curato la colonna sonora di Black Panther) con DAMN. Mentre negli USA la vita degli afroamericani continua a essere considerata meno importante del Secondo Emendamento, il movimento Black Lives Matter prosegue la sua attività di sensibilizzazione sulle violenze perpetrate dalla polizia americana nei confronti delle minoranze etniche e il nuovo video di Gambino è un didascalico friendly reminder di quello che succede ogni giorno dall’altra parte dell’oceano.

Il successo che sta avendo This Is America, infatti, è anche frutto della sua immediatezza, del chiaro intento di Glover, insieme al regista – lo stesso di AtlantaHiro Murai, di sfruttare i quattro minuti e quattro secondi del video per riportare alla memoria dei più distratti alcune delle stragi più efferate degli ultimi anni, come il massacro di Charleston, che costò la vita a nove persone il 17 giugno 2015.

Le citazioni non si fermano ovviamente qui e la più famosa tra quelle rimbalzate sui social in questi giorni è senza dubbio la posa assunta da Gambino all’inizio del video, copiata al personaggio di Jim Crow, uno dei primi casi di blackface conosciuti, creato alla fine del 1800 dall’attore e cantastorie Thomas D. Rice. Riappropriandosi di un personaggio interpretato da un attore bianco, diventato sinonimo di scherno per la cultura afroamericana, Gambino dà al pubblico la chiave di lettura del suo nuovo prodotto: siamo qui per intrattenere, per non lasciarti vedere cosa succede realmente sullo sfondo. We just wanna party / Party just for you.

Le mosse di ballo e le espressioni esagerate rubate a una puntata di The Boondocks, il gruppo di adolescenti che copia pedissequamente i passi di moda in questo momento, le auto, le donne, tutto va a distogliere l’attenzione dello spettatore dalla violenza sullo sfondo, sotto le luci asettiche dello spazio chiuso in cui tutto il video è ambientato. Nel frattempo Gambino canta America, I just checked my following list, and— You go tell somebody —you mothafuckas owe me, con indosso dei pantaloni che ricordano quelli delle truppe sudiste durante la guerra di secessione, come a rimarcare i secoli passati ad aspettare che l’America estinguesse il suo debito con la comunità afroamericana.

Non lasciatevi distrarre

Il video di This Is America diventa così una critica alla società, impegnata a creare contenuti virali da condividere su internet, ma anche una sorta di Black Lives Matter for dummies, perché in un mondo in cui le informazioni scorrono a flusso continuo sul nostro feed, un video musicale può riuscire lì dove la notizia non è riuscita catturare la nostra attenzione – semplicemente un altro morto tra i tanti di ogni giorno.

Così come Glover in Atlanta descrive la comunità afroamericana senza tentare di nascondere l’importanza degli stilemi Rap e Hip-Hop, sfidando quella vecchia tendenza degli anni Ottanta e Novanta che voleva le famiglie afroamericane da sit-com vivere vite e situazioni da WASP, con il sogno di un’integrazione, anche This Is America non ha paura di attingere a una Black Culture che sta subendo un troppo lento ma pur sempre esistente processo di inclusione all’interno della cultura dominante negli States. Fondendo elementi chiave della vita afro-americana con la feroce ironia che traspare da ogni scena presente nel video, Childish Gambino non riesce solo a mostrare quanto spesso gli occhi si lascino ingannare da ciò che c’è in primo piano, senza andare più a fondo, ma rende evidente, in meno di cinque minuti, tutte le contraddizioni di una realtà che riesce a farsi sentire dalle masse solo quando esce dai telegiornali per entrare nella nostra playlist.

 

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.