Guerra, morte e sangue, tanto sangue. E se sotto sotto Hellsing nascondesse qualcos’altro?

Vampiri nazisti. Un antico ordine di cavalieri della Chiesa Anglicana d’Inghilterra. Ecclesiastici armati fino ai denti ai diretti ordini del Papa di Roma. Questo sembra un insieme di idee strampalate partorite da un autore che ha alzato troppo il gomito, invece è una descrizione abbastanza accurata delle forze che scendono in campo nella guerra narrata in Hellsing. Il manga di Hirano Kota, grazie anche all’anime Ultimate disponibile su Netflix, è un cult per tutti gli amanti del soprannaturale e dei vampiri. È fissata per questo mese l’uscita in fumetteria di una nuova edizione cartacea firmata JPop, che unisce il fascino delle copertine storiche alla modernità della rinnovata veste grafica.

Quale migliore occasione per (ri)scoprire un’opera così importante?

Hellsing, una guerra per tre

Se si dovesse riassumere l’opera di Hirano Kota in una sola parola il compito sarebbe al contempo semplice e immediato: guerra. Guerra nel passato, guerra nel presente, guerra per un ipotetico futuro. Il sangue scorre a fiumi (letteralmente); la violenza si spinge ben oltre i limiti a cui la narrazione giapponese ci ha abituati; i personaggi camminano sul confine sottilissimo tra la vita e la morte, senza risparmiarsi incursioni nell’uno e nell’altro universo. Gli eserciti che si affrontano sono tre, la posta in gioco solo una: il mondo. Ognuna delle forze in campo è rappresentata da personaggi di spicco e semplici soldati, distribuiti in quantità più o meno omogenee. Per essere altrettanto omogenei, dedichiamo un paragrafo a ciascuna.

L’organizzazione Hellsing

L’organizzazione Hellsing è un’antica società segreta alle dirette dipendenze della Corona Britannica. Conosciuti anche come Cavalieri Protestanti Reali, i suoi membri proteggono la Gran Bretagna dalle minacce non umane, siano esse vampiri o ghoul. A capo del gruppo c’è Integra Fairbrook Wingates Hellsing, erede della famiglia che gli dà il nome. Integra può contare sull’aiuto di un contingente di mercenari, i Wild Gees, veterani di mille battaglie in giro per il mondo capitanati dall’avvenente Pip Bernadotte. Per contrastare i poteri soprannaturali delle creature della notte, tuttavia, non bastano gli umani.

L’arma segreta della Hellsing è infatti Alucard, il vampiro più potente mai esistito, di cui parleremo diffusamente più avanti in questo articolo. Nel corso delle primissime battute del manga entra a far parte della società anche Seras Victoria, una giovane poliziotta orfana che accetta di essere trasformata in vampira dallo stesso Alucard per non morire. La ragazza accresce i suoi poteri e diventa sempre più importante nel corso della storia, fino a ricoprire il ruolo di guardia del corpo personale di Lady Integra.

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L’esercito dell’Iscariota sezione XIII

La sezione XIII Iscariota è il braccio armato più radicale della Chiesa Cattolica e rappresenta la risposta del Vaticano all’organizzazione Hellsing. Alle dirette dipendenze del Papa, il capo dell’armata è l’arcivescovo Enrico Maxwell, un uomo ambizioso e megalomane noto in tutto il mondo per i suoi monologhi interminabili.

L’obiettivo degli Iscarioti non è solo la distruzione di esseri mostruosi, ma anche quella di eretici e infedeli nel nome della fede. Ovviamente ispirati al personaggio biblico che tradì Gesù, gli armati portano nella mano destra un pugnale avvelenato e nella sinistra trenta denari e una corda di paglia. L’arma è il simbolo del loro modo di agire, definito come un male necessario per perseguire il bene superiore della salvaguardia della Chiesa di Roma. Il conio e il cappio mostrano la consapevolezza di dover pagare per i propri misfatti esattamente come i nemici.

Il comandante sul campo degli Iscarioti è Padre Alexander Anderson, antica nemesi di Alucard. Dotato di potenza fisica sovrumana, combatte con l’aiuto di baionette, pugnali benedetti e pagine della Bibbia. Oltre gli Iscarioti, la Chiesa Cattolica può contare anche su uno sterminato esercito di crociati dalle vesti bianche. Agghindati con copricapi molto simili a quelli del Ku Klux Klan, i soldati sono armati di strane alabarde capaci anche di sparare proiettili. Approfittando di un momento di difficoltà dei rivali della Hellsing, il Vaticano marcia su Londra per estirpare la chiesa protestante.

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Il Millennium

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale Millennium è stato il nome in codice di un esperimento top secret, tramite il quale gli scienziati del Terzo Reich puntavano a creare un esercito di non-morti. Fermati dalla Hellsing nel 1944, cinquant’anni dopo i Nazisti raggiungono il loro obiettivo e formano l’Ultimo Battaglione, un temibile gruppo armato composto da mille SS vampirizzate.

Le creature, prive di una volontà propria ma affamate e letali, obbediscono agli ordini del Maggiore, un leader che vuole tornare ai fasti dei gerarchi suoi predecessori in tutto e per tutto. È dalle sue labbra, infatti, che scaturiscono i monologhi più riusciti ed entusiasmanti dell’opera ed è lui a sferrare il primo attacco su Londra. L’obiettivo finale del Maggiore è la vendetta contro chi ha fermato il Nazismo al suo apice, per poi conquistare il mondo. I suoi soldati sono esseri soprannaturali che combattono senza mai stancarsi, unendo la disciplina di un esercito regolare alla folle sete di sangue che caratterizza i vampiri.

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Hellsing: i temi principali

Le ragioni del male

Le opere che mettono al centro dello spettacolo la guerra e i suoi attori principali inducono spesso a riflettere sulle motivazioni che ci spingono a fare del male al prossimo. Hellsing non è un’eccezione.

Tutti i personaggi, infatti, combattono, feriscono, vengono feriti e uccidono in nome di qualcosa di nobile, per sentire più giusto un atto altrimenti efferato come l’omicidio. Quello di dare un motivo positivo alle proprie azioni è un bisogno antichissimo dell’umanità, che risuona con grande chiarezza soprattutto in contesti di guerra. Gli Iscarioti, per esempio, combattono in nome della fede, anche se facendolo disobbediscono ai suoi stessi precetti. Integra prova piacere nel dare ad Alucard il celebre ordine “cerca e distruggi”, sebbene lo faccia per salvare l’umanità dalle creature soprannaturali.

Il Maggiore si trastulla con le esplosioni e i rantoli di dolore dei nemici, ma si racconta che sta agendo per abbattere la minaccia del vampiro più forte di tutti. Quest’attenzione per la coscienza è sintetizzata perfettamente in un flashback con protagonista il capo dei Wild Geese. Pip Bernadotte è un mercenario e il denaro è visto come la più bassa delle motivazioni che possono spingere ad andare in guerra. Suo nonno gli spiega che invece, a differenza di ideali come la patria e la libertà, i soldi sono la ragione più nobile di tutte, perché l’unica che si può scegliere autonomamente.

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Alla fine, però, l’opera sembra sostenere che possiamo raccontarci tutte le bugie che vogliamo, ma in realtà l’uomo fa del male al prossimo perché ne ricava piacere. I combattimenti, infatti, presentano forti allusioni alla sfera sessuale: il sangue scorre copioso, le lame trapassano i corpi da parte a parte, i personaggi si saltano addosso e si mordono a vicenda. Chi muore lo fa col sorriso, con un’espressione quasi estatica, come se il combattimento fosse una pratica erotica. E l’eros è, per definizione, qualcosa che si fa semplicemente per il gusto di farlo.

Schrodinger

Chi non ha mai sentito parlare del gatto di Schrodinger? Questo paradosso viene dalla fisica quantistica, ma nel linguaggio comune viene usato per descrivere situazioni inverosimili in cui qualcosa è in un particolare stato e, contemporaneamente, nel suo opposto

Hellsing gioca continuamente con questa ambivalenza, collegandosi ai misteri tipici della religione cristiana. Gli Iscarioti, per esempio, dicono di essere credenti e non credenti allo stesso tempo, di agire contro le leggi di Dio per affermarle. I milioni di non-morti che continuamente muoiono e risorgono sono morti, ma nello stesso momento non lo sono. I vampiri sono immortali, ma esiste una condizione in cui non lo sono più.

L’allusione all’esperimento del celebre scienziato è esplicita, al punto di dare il suo nome a un personaggio agli ordini del Maggiore. Graziosa ragazzina con un paio di grosse orecchie da gatto sulla testa, Schrodinger è capace di essere ovunque e da nessuna parte: entra nei sogni e nei pensieri dei nemici, si suicida per mescolarsi con altre entità e tornare a vivere, si sposta a piacimento tra le dimensioni. L’autore Hirano Kota usa questo espediente per esplorare l’ambivalenza dell’animo umano e le emozioni contrastanti che ne muovono le azioni e ne agitano i sentimenti.

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Alucard e la condanna all’immortalità

Alucard è il personaggio più importante, la colonna dell’intera opera. È il vampiro più anziano e potente di tutti e i suoi poteri comprendono la rigenerazione, la trasformazione in bestie feroci e la capacità di utilizzare le tecniche e le armi dei nemici di cui beve il sangue. Catturato dalla famiglia Hellsing molto tempo prima delle vicende del manga, Alucard decide di mettersi al servizio dell’organizzazione e di combattere i propri simili per motivi che rimangono oscuri, svolgendo però sempre un lavoro impeccabile.

Nella sua apparente invincibilità si cela però uno degli insegnamenti più importanti che l’autore di Drifters vuole trasmetterci: l’immortalità può essere una condanna. Vivere per sempre significa infatti poter proteggere meglio ciò che si ama, ma sul lungo periodo anche vederlo irrimediabilmente perire. Senza più nulla per cui combattere, gli esseri immortali arrivano a desiderare ardentemente la morte. È questo che li porta da un campo di battaglia all’altro, sempre in guerra.

I poteri di Alucard lavorano quindi contro il suo stesso intento: più sangue beve, più diventa difficile da uccidere, più allontana quella morte che significherebbe pace. Questo concetto è espresso perfettamente in un flashback che vede come protagonista Arthur Hellsing, il padre di Integra. Egli definisce gli esseri immortali come bambini smarriti che hanno perso ogni ragione per vivere, ma condannati alla permanenza nel mondo.

Alucard

Hellsing: che cos’ha di speciale

Hellsing è un manga sopra le righe, e di un bel po’. In ogni pagina è il troppo a farla da padrone: troppo sangue, troppa violenza, troppo tutto. Eppure funziona, anzi, funziona meglio man mano che la storia procede. La sensazione è quella del guilty pleasure: il livello di esagerazione è al di sopra della sopportazione per una persona normale, ma non si riesce a smettere di leggere. Per quanto possa sembrare strano Hellsing dispone anche di un notevole numero di passaggi parlati, che seguono il medesimo mood dei combattimenti. Personaggi come il Maggiore e l’arcivescovo Maxwell riempiono intere pagine con monologhi allucinati e altisonanti, conclusi sempre da risate diaboliche degne dei peggiori cattivi.

Un’altra componente del fascino dell’opera è la rivalità. La guerra non è altro che lo scontro tra ordini religiosi e politici che si combattono da sempre. I personaggi principali, invece, seguono la tradizione del battle shonen classico: per lanciarsi l’uno contro l’altro non servono altre motivazioni, se non la voglia di dimostrare di essere più forti.

Alucard Anderson

Hellsing è un’opera dal ritmo serrato. Gli unici momenti di pace sono i flashback, importantissimi a livello narrativo perché aiutano a comprendere le backstory e le scelte che i personaggi compiono nel presente.

Hellsing è consigliato a chiunque cerchi un manga esagerato, sopra le righe, violento. In realtà c’è molto più di questo, ma è possibile scoprirlo solo riuscendo a placare la propria sete di sangue, proprio come dei vampiri.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.