Seguiteci in questo breve ma intenso e pericoloso viaggio attraverso i migliori anime survival e manga

Le regole sono semplici, armatevi di carta e penna e segnatevi i titoli che stuzzicheranno di più la vostra curiosità. Un gruppo di sfortunate persone, più o meno comuni, si ritrovano invischiate in un gioco mortale. La propria sopravvivenza si basa sulla morte altrui, benvenuti nel mondo degli anime survival: un genere che ormai conta milioni di appassionati in tutto il mondo. Il segreto principale del suo successo sta nel fatto di inserire i propri personaggi in contesti estremi, così da far cadere ogni maschera sociale e rappresentare la natura umana così com’è.

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anime survival

Fumetti e anime survival: Btooom!

Btooom!, di Jun’ya Inoue, è uno dei survival più crudi e violenti, non solo per le scene che si presentano davanti agli occhi del lettore pagina dopo pagina, ma anche per i background dei personaggi che si scopriranno durante la lettura.

Il protagonista è un neet e hikikomori: non lavora e passa l’intera giornata a giocare a un gioco online chiamato Btooom, nel quale è uno dei giocatori migliori. All’improvviso, si ritroverà su un’isola insieme ad altre persone, che dovranno lottare tra loro per sopravvivere, in quella che si rivelerà essere la versione reale del videogioco.

Insieme a lui, un personaggio fondamentale della storia sarà Himiko, giovane problematica che dopo essere sfuggita a due tentativi di stupro ha sviluppato una certa diffidenza verso il genere maschile. Tra lei e Sakamoto nascerà un forte legame affrontando situazioni estreme, cosa che gli permetterà di intraprendere un percorso di crescita personale. Il loro rapporto sembrerà essere l’ultimo barlume di umanità rimasta in un ambiente che mano a mano apparirà sempre più crudele.

A parte la componente psicologica anche il gioco in sé rende il manga unico. Le unicità del gameplay (se così si può chiamare anche nella vita reale) riescono a dare vita a espedienti e strategie del tutto originali. Ancora più ammirevole è il fatto che tale risultato venga raggiunto senza intricati regolamenti che il lettore farebbe fatica a ricordarsi nel corso della serie, che non è affatto breve (a maggio 2019 si conclude in Italia con ben 26 volumi). Ai giocatori infatti viene affidato un chip che funge da radar e che permette di individuare gli avversari solo in alcune condizioni (ad esempio, se una persona è immobile non viene individuata). Inoltre i concorrenti per combattere non usano armi da fuoco ma dei MIB: bombe di vario tipo con funzionalità e meccanismi diversi.

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Danganronpa: The Animation

Danganronpa è una serie animata del 2013 scritta da Makoto Uezu e diretta da Seiji Kishi. Anche qui troviamo un gruppo di studenti, ognuno con un talento particolare, che pensano di entrare in una scuola prestigiosa. Si ritrovano invece intrappolati nell’istituto, con un aguzzino a forma di orso nero e bianco. Si fa chiamare Monokuma, è un po’ sadico e spiega ai ragazzi che per uscire dalla scuola devono ottenere il diploma, il quale può essere conquistato solo uccidendo un loro compagno e risultando innocente durante il processo.

In sostanza, Danganronpa è una critica alla società contemporanea che invece di spingere le giovani menti a comportamenti etici e corretti, inculca modus operandi che consistono nell’essere scorretti per poi farla franca.

Il tema survival si mescola quindi con le modalità del giallo, tanto è vero che ogni omicidio viene poi risolto riunendo tutti i sospettati in un’unica stanza per interrogarli e metterli alle strette. Questo è il processo, diretto da Makoto Naegi, il protagonista della serie, entrato nell’istituto grazie a una vincita alla lotteria. Nella scuola invece dei panni di un assassino vestirà in pratica quelli di un investigatore. Il paradosso è che le sue azioni non faranno altro che portare alla morte altre persone, se viene provata la tua colpevolezza infatti vieni ammazzato all’istante.

Scena cult di ogni episodio sarà l’esecuzione del colpevole, perpetrata dall’orsetto folle in diversi modi, tutti molto pittoreschi e fantasiosi. Rimane anche il momento migliore sotto il punto di vista della regia, allo spettatore sembrerà quasi di essere uno di quei tizi che affollavano le piazze parigine post rivoluzionarie quando ghigliottinavano la gente.

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Fumetti e anime survival: Battle Royale

Manga ispirato dall’omonimo romanzo best seller, scritto da Koushun Takami (anche sceneggiatore del manga che invece vede ai disegni Masayuki Taguki) nel 1996, ambientato in una realtà distopica (non futuristica, ma attuale). Nella quale è in vigore il “program”, una sorta di legge che prevede che una classe di una terza media giapponese venga portata su un’isola deserta per partecipare a un gioco mortale fino a quando non rimarrà un solo superstite. Se qualcuno cercherà di scappare il congegno che ha al collo esploderà, mentre se non muore nessuno nell’arco di tre giorni, verrà fatta saltare la testa a tutti, annullando di fatto qualunque tentativo di ribellione alle regole del gioco.

Battle Royale viene considerato tuttora il miglior titolo survival e di sicuro è stato fonte di ispirazione per altre storie del genere (non solo in Giappone). Oltre alle numerose scene violente, descritte con tavole davvero meritevoli, ad intrattenere il lettore ci sarà anche la scoperta del motivo per il quale esiste il program e, soprattutto, in che modo e quanto sia funzionale alla realtà distopica in cui i protagonisti vivono.

A detta del suo stesso autore, Battle Royale vuole essere una metafora di una società (quella giapponese) troppo competitiva, che finisce per basarsi sulla distruzione dell’altro in favore dell’affermazione di sé. I partecipanti infatti si dividono in due: chi decide di stare alle regole e di agire solo contro tutti e chi, al contrario, finisce per allearsi con altri compagni per sovvertire l’ordine costituito, in sostanza per ribellarsi al governo. Nel manga troviamo quindi due modalità di azione, una solidale e cooperativa e un’altra individualistica e competitiva. Inutile dire per quale delle due l’autore propenda.

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Deadman wonderland

Scritto da Jinsei Kataoka e illustrato da Kazuma Kondou, pubblicato nel 2007. Il titolo si riferisce a un carcere privato giapponese, in cui la storia è ambientata, dove i condannati a morte da tutto il paese convergono. Oltre a essere una prigione, il Deadman Wonderland è anche un parco dei divertimenti, in cui i turisti da tutto il mondo pagano l’ingresso per assistere a crudeli giochi di sopravvivenza a cui i carcerati sono costretti a partecipare.

All’interno del carcere, in segreto, si svolge un altro gioco denominato Carnival Corpse, riservato solo ai clienti più ricchi: un evento in cui una cerchia ristretta di reclusi, che hanno avuto un particolare potere detto “Ramo del Peccato”, si sfidano uno contro uno in un’arena. Grazie al loro potere riescono a controllare il proprio sangue e a trasformarlo in lame, proiettili e altro.

Protagonista della storia è Ganta Igarashi, un ragazzo rinchiuso perché incolpato di aver ucciso tutti i suoi compagni di classe. La strage era stata compiuta da un misterioso “uomo rosso” e la sua identità, come il legame che ha con Ganta e con il Ramo del Peccato, è uno dei temi principali della serie. Altro personaggio importante e misterioso è quello di Shiro, una ragazza albina che legherà molto con Ganta. Non è una normale detenuta, infatti non partecipa ai giochi ma sembra vivere da sempre in quel posto, che conosce molto bene. Inoltre, nella prigione c’è un computer chiamato Mamma Oca, che fa risuonare una ninna nanna che riesce ad ascoltare solo lei.

Nonostante l’intreccio lungo e complesso e gli innumerevoli personaggi, il tratto più interessante del manga rimane il carcere in sé. La sua esistenza infatti viene giustificata dal fatto di raccogliere soldi per la ricostruzione di Tokyo, che è stata spazzata via da un grande terremoto. L’opera tenta quindi di metterci in guardia dalle atrocità che possono essere commesse e giustificate dagli uomini, in nome di un bene più grande.

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Fumetti e anime survival: Limit

Limit è un manga scritto e disegnato da Keiko Suenobu nel 2009. Gli eventi narrano di una classe di ragazze che si dirigeva in pullman verso un campeggio in montagna. Il bus però precipita in un burrone, facendo ritrovare la protagonista Konno e le compagne sopravvissute in un ambiente ostile, nel quale sopravvivere è difficile e i rapporti interpersonali prendono una piega violenta e predatoria.

In Limit si affronta un tema caro all’autrice, cioè il bullismo. La condizione estrema non farà altro che esasperare tendenze comportamentali che già c’erano in precedenza. Una vittima di bullismo, però, in una situazione così al limite trova anche l’occasione di vendicarsi. Konno, invece, da ragazza superficiale ed egoista, comincia a mettere in discussione il modo di rapportarsi agli altri che ha avuto fino ad allora.

La particolarità di questo survival sta nel fatto di essere completamente al femminile e realistico. Non ci sono scenari distopici, realtà alternative, elementi fantasy o di fantascienza. Non c’è un’entità che orchestra il tutto. Si ispira chiaramente a Il Signore delle Mosche, anche se le tematiche affrontate restano diverse. Tutte queste unicità rendono Limit una serie survival che sicuramente non può mancare sugli scaffali degli amanti del genere.

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Doubt

Doubt, scritto da Yoshiki Tonogai e pubblicato nel 2007, parte da un celebre gioco online in cui alcuni ragazzi fanno finta di essere dei conigli tra i quali si nasconde un lupo. Scopo dei giocatori è quello di scoprire chi è il lupo prima di venire mangiati. Anche in questo caso, il gioco diventa realtà e i ragazzi si risvegliano in una struttura che sembra un ex manicomio, con un codice a barre tatuato sul corpo con il quale è possibile aprire una porta (ogni concorrente può aprire solo una porta). Doubt si sviluppa come un thriller violento e agghiacciante, in cui il tema principale è la menzogna e l’inganno: sopravvivi solo se ti rendi conto di chi hai veramente davanti. I diversi colpi di scena e le scene raccapriccianti di sicuro non permettono al lettore di annoiarsi.

La società che viene a crearsi all’interno del gioco è ipersemplificata: o sei vittima o sei carnefice. Qui sta tutta l’unicità di un manga, che si legge tutto d’un fiato.

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Fumetti e anime survival: Judge

Judge è un altro survival realizzato da Toganai. Il protagonista è Sakurai Hiroyuki che, dopo la morte del fratello della quale è lui stesso il responsabile, si ritrova imprigionato in un tribunale abbandonato insieme ad altre otto persone. Ognuno dei malcapitati è collegato a uno dei peccati capitali e indossa una maschera di un animale che non può essere tolta. Ogni dodici ore ci sarà una votazione in cui ognuno di loro dovrà giudicare e votare un degli altri, chi prenderà più voti verrà ucciso. L’ideatore (che ha le sembianze di un animaletto di pezza) riferisce inoltre che il gioco finirà solo quando saranno rimasti in quattro, perciò Hiroyuki suggerisce di votare ognuno per sé stesso, in modo che nessuno venga ucciso. Ovviamente le cose non andranno così.

Oltre al tema della menzogna e dell’inganno, già presente in Doubt, in Judge vediamo anche approfondita la tematica della colpa, del giudizio e della nostra percezione del concetto di giustizia, che nel manga sembra assai debole. Buoni colpi di scena anche qui terranno viva la vostra attenzione fino all’ultimo disegno.

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Mirai Nikki

Mirai Nikki è un manga del 2006 realizzato da Sakae Esuno. Alla più comune struttura narrativa survival, quella che vede i partecipanti sfidarsi in un gioco che gli è stato imposto da qualcuno dove l’unico premio è la sopravvivenza, vengono accostati in questo titolo i paradossi temporali.

Vediamo infatti su alcuni cellulari, appartenenti ad altrettanti adolescenti, apparire un diario personale. Un classico diario in cui una persona annota ciò che gli succede di giorno in giorno. Tali diari però invece di riportare ciò che è già successo raccontano ciò che accadrà. La modifica è stata creata dall’amico immaginario del protagonista Yukiteru Amano, Deus Ex Machina, che poi ha anche creato un gioco a cui i malcapitati proprietari dei cellulari modificati dovranno partecipare. Per sopravvivere avranno due possibilità: o uccidere gli altri concorrenti o distruggere i loro diari (così facendo moriranno ugualmente, visto che il loro futuro è stato cancellato). Alla fine l’unico sopravvissuto diventerà il nuovo dio del tempo e dello spazio al posto di Deus.

La storia si regge comunque totalmente sul personaggio di Yuno, una ragazza violenta e psicopatica che si innamora di Amano. I due saranno alleati nel combattere contro gli altri concorrenti (anche loro con qualche problema di lucidità e sanità mentale). Tutto questo darà vita a scontri al limite del grottesco, in cui un emarginato sociale come Yukiteru uscirà dal grigiore della sua vita quotidiana, grazie ad un turbinio di sangue e sesso.

Tanti colpi di scena, violenza e la follia di Yuno vi trascineranno fino all’ultima pagina di un manga che, lungi dall’essere perfetto, comunque non rischia di far annoiare il lettore. La particolarità di questo fumetto sta proprio nel non volersi ergere a metafora pessimista della società, come invece accade a molti survival. Vuole solo intrattenere e ci riesce benissimo.

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Fumetti e anime survival: Darwin’s Game

Anche in Darwin’s Game, manga di FLIPFLOPs del 2012, ritroviamo i telefonini e un’applicazione fuori dal normale che catapulterà alcuni malcapitati in un gioco mortale. L’app dona ai partecipanti i sigil, abilità straordinarie che verranno usate nelle sfide proposte.

Particolarità di questo titolo sono i clan, che molti giocatori (tra cui il protagonista Kaname Sudou) creeranno per essere più forti. L’esistenza dei clan è determinata principalmente dal fatto che ogni scontro non debba per forza finire con la morte. Si muore non quando si perde uno scontro ma quando si esauriscono tutti i punti che si hanno a disposizione (ottenendo quindi il game over). Non si ha quindi una situazione in cui i concorrenti devono uccidersi a vicenda per sopravvivere. E allora per cosa si combatte? Per quale motivo accettare o addirittura cercare uno scontro? Soldi. I punti infatti potranno essere convertiti in denaro. Da notare poi che oltre agli scontri uno contro uno, ci sono anche altri eventi di gioco con i quali accumulare più denaro, accentuando l’avidità dei giocatori. Insomma Darwin’s Game ha portato diverse novità al genere survival.

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Osama Game

Ormai è chiaro che molti degli ultimi survival usciti hanno lo smartphone come componente essenziale, quasi a voler “demonizzare” un oggetto ormai onnipresente nella vita di tutti. Usare questo strumento, infatti, premette di espandere il gioco nel mondo reale senza bisogno di rinchiudere i partecipanti in una stanza, o in una struttura. Questo è anche il caso di Osama Game – il gioco del Re, manga tratto dall’omonimo romanzo di Nobuaki Kanazawa (anche autore del manga insieme al disegnatore Hitori Renda).

Qui troviamo un fantomatico re che invia ordini a dei malcapitati tramite telefono. Se tali comandi non verranno rispettati, si andrà incontro a una punizione non proprio piacevole. I malcapitati sono i componenti di una classe delle superiori, ai quali inizialmente sembra tutto uno scherzo. Alcuni per gioco seguono le istruzioni del Re, altri lo ignorano e da quel momento in poi iniziano le prime morti violente, che il protagonista Nobuaki, la sua ragazza Chiemi e il suo migliore amico Naoya cercheranno di evitare.

Il tema principale è il mistero che aleggia intorno al Re: un personaggio non solo scaltro ma che conosce bene le debolezze di ognuno dei trentadue partecipanti al gioco. Anche se non porta nessuna innovazione particolare al genere, Osama Game comunque si presenta come un’avvincente lettura anche grazie a disegni mozzafiato.

 

Andrea Torrente
A 5 anni vidi una puntata di Doraemon sulla mitica Super3, incuriosito dalle strane usanze dei personaggi iniziai a fare mille domande sul Giappone ai miei genitori, che sentenziarono: "vedi come è curioso, ora ci tormenta col Giappone mentre domani se lo sarà già dimenticato". Sono passati veramente tanti anni e oggi mi ritrovo con un santuario shintoista in giardino, pratico lo Zen, vado in Giappone almeno una volta l'anno, divoro manga e anime manco fossero patatine. Grazie alla varietà di temi trattati dal fumetto giapponese, lentamente ho esteso le mie letture anche ai fumetti americani e italiani. Mi sono laureato tre volte con tre tesi rigorosamente sulla nona arte e so cucinare degli ottimi takoyaki