Ora la gravidanza è anche roba da uomini. Cambierà tutto oppure no?

hiyama kentaro incinto

ico subito quello che devo dire. Hiyama Kentaro è incinto non l’avrei guardata in condizioni normali. Non è il mio genere. Ma quest’ultimo periodo è stato tutt’altro che normale. Qualche giorno fa è nata la mia prima figlia e quindi nei nove mesi precedenti ho sperimentato da vicino, si fa per dire, le gioie e i dolori della gravidanza insieme a mia moglie. La serie originale Netflix ha quindi azzeccato in pieno il tempismo per finire nella mia lista. Qui, invece, troverete qualcosa che somiglia a una recensione, ma è anche e soprattutto un insieme di riflessioni scatenate da un prodotto unico nel suo genere.

Chi è Hiyama Kentaro

Non sempre è giusto giudicare un libro dalla copertina, ma Hiyama Kentaro è incinto mette in scena esattamente quello che promette nel titolo: la gravidanza di un uomo nel Giappone contemporaneo. Sono passati pochi anni dalla scoperta del primo uomo incinto e Kentaro Hiyama non è sicuramente il soggetto più indicato per diventare parte di questa ristretta minoranza. L’uomo ha superato i trent’anni e vive un periodo splendido, tra soddisfazioni lavorative e vita privata. Pubblicitario talentuoso e solerte, Kentaro dedica la propria vita interamente alla carriera e intrattiene relazioni carnali saltuarie con diverse ragazze attirate soprattutto dal suo successo. La scoperta della gravidanza è ovviamente uno choc, che lo destabilizza mentalmente ancor prima che fisicamente. Kentaro non è più lucido e propositivo come prima nelle riunioni, piange senza motivo e si stanca facilmente. Lo stravolgimento più eclatante, però, appartiene alla sfera della percezione sociale: di colpo l’uomo si scopre più sensibile verso problemi che affliggono da sempre le donne, dalle molestie sul lavoro alle limitazioni che l’essere incinti impone alla carriera.

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Chi è la madre?

Sia chiaro. Nel mondo di Hiyama Kentaro è incinto le donne non hanno perso la facoltà di portare dei figli in grembo. Semplicemente sia i maschi che le femmine possono depositare il proprio seme nel partner oppure accogliere quello dell’altro dentro di sé. La mamma è Aki Seto, una scrittrice freelance sempre in ritardo con le scadenze. Giunta a Tokyo appena dopo gli studi da una città rurale, è la pecora nera della famiglia: la sorella più piccola è già sposata e i genitori vorrebbero per lei lo stesso destino. Aki, invece, riempie le sue giornate di lavoro fino a scoppiare, sia per ambizione personale sia per sfuggire all’immagine tradizionale della donna che soprattutto a suo padre piacerebbe imporle. La notizia della gravidanza di Kentaro, sebbene la sconvolga, le toglie quasi un peso. Se dovrà essere lui a sobbarcarsi la parte tipicamente femminile della gestazione, lei può essere libera di seguire il proprio sogno, di non lasciarsi snaturare. Inutile dire che scoprirà che la situazione è molto più complicata di quanto immaginasse.

Hiyama Kentaro è incinto. E i ruoli di genere?

La società nipponica basa l’intera esistenza di una persona sulla reputazione che riesce a costruirsi grazie al successo in ambito lavorativo. Hiyama Kentaro è incinto opera l’interessante esperimento di rimettere alla pari, almeno ipoteticamente, le possibilità di uomini e donne. Queste ultime, da sempre osteggiate nella loro corsa a posizioni preminenti a causa della facoltà di maternità, condividono ora questa situazione precaria con l’altro sesso. Gli uomini si scoprono improvvisamente vulnerabili, colpiti proprio alla base della propria virilità, vittime tra l’altro del classico stigma sociale che affligge le minoranze. Il tradizionalismo giapponese, che conserva la ferma credenza che esistano “cose da uomini” e “cose da donne”, non fa altro che peggiorare la situazione. Per questo Kentaro coglie l’opportunità di diventare un simbolo per la categoria, accettando di fare il modello per una casa di moda. Uscito ormai allo scoperto, sfrutta poi la sua fama per creare una piattaforma online in cui gli uomini in gravidanza possano scambiarsi opinioni e sentirsi meno soli. La gestazione stravolge le sue prospettive ma, insieme ad Aki, lotta ogni giorno per non snaturarsi e continuare con dignità a inseguire i propri sogni. L’essere incinti non deve più essere una debolezza, un ostacolo, ma una ricchezza, un dono da vivere liberi da ogni stigma sociale, che si sia uomini o donne.

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Davvero è tutto rose e fiori?

Ovviamente no. Hiyama Kentaro è incinto non fa che dare qualche speranza, ma le “cose da uomini” e le “cose da donne” di cui abbiamo già parlato rimangono categorie granitiche nella mente di molti. Il padre di Aki non perde mai l’occasione di ricordarle quanto la sua vita votata all’affermazione personale lo deluda profondamente; la madre le ricorda continuamente il ticchettio del suo orologio biologico, con la conseguente necessità di abbandonare il lavoro per crearsi una famiglia. Kentaro, così come gli altri uomini incinti, viene spesso preso in giro ed emarginato: “non potrei mai stare con una madre”, gli dice emblematicamente una vecchia fiamma incontrata in un bar. I colleghi dell’agenzia di pubblicità approfittano dei suoi problemi quotidiani per scavalcarlo nella corsa alla promozione; i superiori lo sfruttano finché serve, per poi voltargli le spalle alla prima occasione utile.

In sostanza, la società ritratta in Hiyama Kentaro è incinto è ancora lontana dal liberarsi dei pregiudizi che la caratterizzano da sempre. La possibilità della gravidanza anche per gli uomini li porta a condividerne con le donne soprattutto i disagi: vulnerabilità della carriera lavorativa, emarginazione, pressione sociale. La serie, tuttavia, lascia uno spiraglio di speranza: anche se viviamo in un mondo all’insegna dell’egoismo è ancora possibile fare gruppo, sostenersi a vicenda. Il confronto con persone nelle stesse condizioni può portare a sentirsi meno soli e a far udire finalmente la propria voce.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.