Non esisterebbero grandi eroi, se non ci fossero degni cattivi

Spesso e volentieri ci siamo ritrovati a fare il tifo per i cattivi anziché gli eroi protagonisti. Figure spietate ed estremamente affascinanti, caratterizzate da una psiche oscura, piena di sfumature e contornate da un alone di mistero tale da renderle, delle volte, ancora più iconiche dei personaggi principali. Ecco perché, quest’oggi, abbiamo scelto sette antagonisti delle serie TV che in un modo o nell’altro sono diventati realmente immortali.

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Ramsay Bolton – Il trono di spade

Parliamoci chiaro.
Dopo l’epica e cruenta dipartita del bastardo di casa Bolton, lo show ispirato ai racconti, interminabili, di George R.R. Martin, ha subito un netto ed inarrestabile calo. Una perdita di appeal dovuta proprio all’assenza di un antagonista carismatico come Ramsay, costruito attraverso un character design e un’interpretazione, quella di Iwan Rheon, profonda e sempre ben inquadrata.

Il Bastardo di Forte Terrore è spietato, folle, crudele, freddo e calcolatore per sua natura, non per secondi fini, non per motivazioni esterne (come nei casi di altri “cattivi” della serie), lui è così perché vuole essere così, e Theon lo sa bene. Il giovane Bolton, pertanto, grazie al suo breve ma spietato regno del terrore, conclusosi con una delle battaglie più belle della storia della TV, e il suo inconfondibile modus operandi, entra di diritto a far parte della lista dei migliori antagonisti della storia delle serie TV.

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Negan – The Walking Dead

Stivali, chiodo in pelle, sciarpa rossa, ghigno agghiacciante e la sua fedelissima Lucylle sempre con sé. È questo, in brevissimo, l’antagonista definitivo di The Walking Dead.

Negan, l’uomo capace di risollevare l’interesse, oramai morto, del pubblico da casa per lo show. Il Capo dei Salvatori, interpretato dall’iconico Jeffrey Dean Morgan, è la quintessenza della follia umana dopo una possibile apocalisse zombie. Freddo e spietato, con un passato solcato da tragedie e lutti tanto forti da averlo spezzato e cambiato per sempre. Solo che, a differenza di Rick Grimes, l’ha portato a compiere atti disumani volti a far sopravvivere il suo fedele gruppo di Salvatori, e placare la sua disperata sete di vendetta contro l’umanità.

Negan, grazie all’eccezionale Morgan, è riuscito nella, oramai, morente serie TV di TWD, a riaccendere la fiamma dell’interesse degli spettatori, emulando le gesta della sua controparte cartacea, tanto amata dai lettori, consolidandosi come uno degli antagonisti più affascinanti delle serie TV.

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Gus Fring – Breaking Bad

Lucido, freddo, spietato, mai scomposto, sempre fedelissimo ai propri piani, ai propri schemi, anche ai propri ideali. Un uomo in grado di soggiogare persino i più crudeli Cartelli della droga, grazie alla sua lungimiranza. È questo Gustavo “Gus” Fring, il Re della metanfetamina. Nella serie di Vince Gillian, il signor Fring è l’unico uomo capace di tenere testa e poter contrastare il genio di Walter White, non solo per via del suo conclamato potere, ma per merito del suo innato intuito e del suo incredibile pragmatismo.

La figura di Fring, che riappare anche nel celebre spin-off Better Call Saul, è qualcosa che fa a rivisitare completamente il concetto di boss al quale eravamo stati abituati negli anni. Gustavo Fring si muove in prima persona e non ha paura di apparire meno importante, in determinate situazioni , pur di portare a termine i propri affari. Sa sporcarsi le mani, ma sa anche mantenere quella lucidità tale da poterlo quasi paragonare ad un mafioso uscito da un noir degli anni ’60.

Un personaggio magnificamente costruito e riuscito, cucito perfettamente su misura per il multietnico Giancarlo Esposito. Nella storia della TV ne abbiamo visti veramente tanti di loschi figuri a capo di organizzazioni criminali, ma mai come Fring, ed è per questo che, nell’Olimpo degli antagonisti, merita un posto d’onore.

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Jerome – Gotham

Un proto Joker. L’incarnazione della follia, dell’anarchia, del genio calcolatore privo di qualsiasi emozione che non sia la passione per l’omicidio e la sofferenza. Senza dubbio, nella storia del cinema, si è molto dibattuto si chi fosse il miglior interprete del Re del crimine di Gotham.

La versione fumettistica e gangsteriana di Jack Nicholson, o il folle omicida e terrorista di Heath Leadger, ma troppo spesso ci si dimentica di menzionare il giovanissimo Cameron Monagham. Jerome è una figura spietata e psicotica, estremamente violenta e manipolatrice, perfettamente strutturata (sia concettualmente che visivamente) sul Joker ideato da Greg Capullo per New 52. Una versione macabra ed imprevedibile, capace di rubare totalmente la scena a chiunque in uno show che ha visto negli anni, nonostante il buon successo, molti alti, ma anche tanti bassi.

Monagham, nel corso delle stagioni, è riuscito perfettamente a trovare il focus centrale del giovane alter ego del pagliaccio nemesi di Batman, offrendoci un’interpretazione di primo livello, ponendosi su un piano superiore rispetto al resto del cast. La furia omicida e la tetra risata, hanno fatto sì che più di una volta, davanti allo schermo, iniziassimo a tifare per lui, finendo per diventare uno degli antagonisti più affascinanti e più amati, degli ultimi anni, nelle serie TV.

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Re Harald – Vikings

Parliamoci chiaro: poter riuscire a ricucirsi un proprio spazio in una serie dove l’ingombrante Ragnar Lothbrok la fa da padrone, è veramente difficile. Ciò nonostante, il re norvegese che un giorno, a detta sua, conquisterà Kattegat diventando il sovrano di tutti i norreni, è uno di quei antagonisti con uno scopo nella vita per il quale, almeno una volta, ci siamo soffermati a dire “se vincesse non sarei poi così triste”.

Re Harald, portato sul piccolo schermo dal talentuoso attore finlandese Peter Franzén, è un personaggio che unisce il cupo fiabesco dei Grimm al dramma shakespeariano , un uomo divorato dal proprio sogno, incapace di esultare, costretto a vedere la verità e la vittoria sempre attraverso una serratura. La vita di Harald è povera di amori, consumata da drammi e lutti, soggiogata da un pedissequo desiderio di grandezza che possa colmare il suo vuoto e permettergli di annunciarsi con gloria nel Valhalla.

Nel macromondo vichingo messo in scena in Vikings, il tormentato re è senza alcun dubbio uno dei personaggi più sottovalutati, ma anche più affascinanti, e il suo ruolo di eterno antagonista di tutto e tutti lo pone di diritto nella schiera di antagonisti più interessanti apparsi in questi anni sul piccolo schermo.

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Kingpin – Daredevil

L’eleganza e il carisma di un Boss uscito da pellicole hollywoodiane degli anni ’80. La magnifica interpretazione di Vincent D’Onofrio. Il fascino del più emblematico signore del crimine della storia della Marvel.

Bastano poche righe per poter descrivere il vero antagonista delle serie TV fumettistiche. Kingpin, dopo aver sottomesso Hell’s Kitchen nella prima, e meravigliosa, stagione di Daredevil, ha visto il suo atteso ritorno nella terza, ed ultima, parte dello show Netflix. La nemesi del Diavolo rosso è senza dubbio il vero cuore pulsante di questo ultimo capitolo. Un uomo perseguitato da sofferenza e solitudine, attanagliato nel cuore e nella psiche da un costante senso di inquietudine che alimentano il suo lato più oscuro e violento. Elemento carismatico che si candida come uno dei personaggi meglio riusciti nella storia di Netflix.

Benjamin Linus – Lost

Parlando di antagonisti e serie TV è impossibile non menzionare Benjamin “Ben” Linus della serie Lost. Il personaggio interpretato da Michael Emerson è l’icona del villain subdolo, ambiguo e calcolatore. Faceva parte degli Altri, di cui è stato il capo per molti anni, ma durante la seconda stagione per i sopravvissuti del volo Oceanic 815 sarà Henry Gale. Infatti soltanto in seguito scopriranno la vera identità di Ben, che a partire dalla terza stagione diventa uno dei personaggi principali della serie.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.