Gli ebook sono la lettura 2.0

Era il 1455 circa quando un certo signor Gutenberg pubblicò per la prima volta la sua ‘Bibbia a 42 linee’ (quarantadue! Già, 42! Gutenberg sapeva sicuramente qualcosa che a noi sfugge…). E cambiò il modo concepire i libri. Potremmo dire che inventò la stampa commerciale, seriale, di massa. Da quel momento i libri non furono più gli stessi. La ricezione di questa invenzione fu immediata e storicamente molto positiva. Ma dobbiamo crederci davvero? Un’invenzione del genere ha davvero lasciato tutti contenti? Uhmm, io ho qualche dubbio. Sicuramente la pubblicazione di libri stampati con una nuova tecnica quasi industriale (anche se è ancora presto per usare questo termine) suscitò qualche commento negativo nei social network dell’epoca (i mercati e i sagrati delle chiese; non credo che nei bordelli fosse uso parlare di stampa e Bibbia a 42 linee). C’è stato sicuramente un signor Schneider qualsiasi che a Magonza si lamentava dicendo che questi libri avrebbero distrutto il mondo della stampa vera, quella amanuense, fatta di maestria, gusto per l’arte e luce fioca di candele. E subito dietro si sarebbe affacciato Ruben, dicendo che l’odore dell’inchiostro di Gutenberg era nauseabondo, che gli mancava il misto di sudore e sangue che permeava i sacri testi provenienti dall’Abazia di Melk. Per nostra fortuna, il paperback del 1455 ha vinto su tutti i suoi detrattori, trasformando i suoi nonni manoscritti in splendide opere d’arte, al di là della loro natura di libri…

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Evoluzione della specie o una specie di evoluzione?

Il libro ha accompagnato il genere umano in ogni momento e anche ora resiste all’assalto degli ebook. La sua forma comune, il suo peso e la sua fisicità si si sono fatti sentire giorno dopo giorno, le pagine piene di orecchie, sottolineate, tenute insieme da un elastico o lasciate libere di esprimersi al meglio spargendosi ai quattro venti, in balia della loro stessa creatività. In bianco e nero o a colori, quadrati o rettangolari, i libri sono rimasti sempre più o meno uguali a loro stessi per secoli, tanto da diventare parte integrante del nostro immaginario moderno, amici che saremmo in grado di riconoscere immediatamente.
Adesso stiamo vivendo forse passo dopo passo una piccola rivoluzione nell’ambito della carta stampata. La corsa alla tecnologizzazione delle nostre attività quotidiane è ormai frenetica e ha raggiunto anche la lettura. Abbiamo visto quindi arrivare tra le nostre mani dei nuovi dispositivi: gli ebook reader. Due parole inglesi per racchiudere un concetto vecchissimo che risale agli anni ’30 ma che ha visto la luce solo recentemente, quando finalmente è stato introdotto l’e-ink che ha permesso di costruire schermi non retroilluminati che mimassero il contrasto carta inchiostro (questo per semplificare molto il discorso tecnico…) La loro funzione, infatti, è solo quella di permettere di leggere i libri. Non sono tablet (come molti potrebbero pensare), ma solo ed esclusivamente strumenti di lettura. Quello che vogliamo fare noi ora, però, non è un excursus storico tecnologico, che sarebbe noioso, pretestuoso e sostanzialmente inutile. A noi interessa invece vedere in maniera grossolana cosa sta succedendo dopo l’introduzione degli ebook reader. Non ci interessa parlare delle marche in circolazione, dei formati di ebook disponibili e della compatibilità con i dispositivi, ma in realtà ci interessa sapere della compatibilità tra ebook reader e essere umano.

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Dell’Odore e di altri Demoni

Insomma, la domanda è: cosa ci dà in più un ebook reader rispetto a un libro? E viceversa, cosa ha in più un libro rispetto a un ebook reader? Il miglior punto di inizio è proprio quello delle discussioni che si vengono a formare in giro per i nostri social network preferiti, quelli bianchi e blu e popolati da tanti uccellini cinguettanti. Qui i detrattori sono tantissimi e considerano il lettore di libri elettronici come il male assoluto, adducendo degli argomenti validissimi. Ad esempio, c’è chi ha bisogno di stringere qualcosa in mano, che abbia la consistenza di un libro (ben specificato per evitare fraintendimenti). Chi deve per forza girare le pagine e sentirne il fruscio (sarà una nuova moda New Age, dopo il chiacchiericcio dei ruscelli e il frinire dei grilli in dolby surround). Chi ama l’odore della carta al mattino; sa di vittoria. (Vittoria, per favore smetti di usare quel libro in maniera impropria, please…). Chi non rinuncerebbe mai alla gioia di tenere in borsa il peso dell’ultimo romanzo di Martin (questo vale per i muratori, visto la mattonaggine di certi tomi).

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Davvero? Eh sì, si leggono anche queste cose. Che a pensarci bene, per quanto opinabili sono punti di vista che ci dicono molto su quanto sia ricca l’esperienza della lettura, quanto diventi sinestetica, deviante e deviata da tutti i sensi coinvolti in un’attività semplice e di cui siamo schiavi (per citare Calvino). Sul serio allora un ebook reader rovina davvero tanto la lettura di un testo solo perché non c’è la puzza di carta e inchiostro? Se consideriamo lo scopo primo di un libro e quello di un e-reader, e cioè leggere, possiamo tranquillamente non vedere grosse differenze. Le parole su carta stampata e su inchiostro elettronico compaiono con lo stesso contrasto e con la stessa definzione, i capitoli si snocciolano nella stessa sequenza e sotto certi aspetti, il libro elettronico comporta dei vantaggi enormi rispetto al libro stampato che giovano molto, tantissimo, alla lettura. Innanzitutto la possibilità di modificare il font e la dimensione dei caratteri. Sembra una cosa quasi futile, ma l’esperienza di lettura, per essere confortevole, non deve affaticare la vista e avere i caratteri grandi aiuta molto nelle sessioni lunghe che alcuni romanzi ci impongono per forza di cose. In un libro stampato dobbiamo rispettare le scelte imposteci dall’editore, che al posto nostro ha deciso quale fosse il carattere migliore e la spaziatura adeguata per il nostro libro, secondo criteri che noi non ci è dato conoscere,
La portabilità è un aspetto di immediata comprensione, visto che in un oggetto di poche centinaia di grammi si può immagazzinare tutta una libreria e rimane spazio per aggiungerne anche una seconda. Qualcuno ha anche paventato l’idea che portarsi appresso centinaia di libri è inutile, visto che ne leggi uno alla volta. Ma se davvero non mi cambia nulla, perchè devo lasciare a casa alcuni tra i miei amici più sinceri, come Asimov e Tolstoj, solo perché sarebbe inutile? E in base a cosa? Per passare oltre, il testo elettronico è perfetto per la ricerca veloce di contenuti, visto la natura appunto elettronica… E d’altro canto è altrettanto perfetto per salvare e portare con sé citazioni, passaggi illuminanti, frasi meravigliose grazie alla funzione di highlight che tutti i dispositivi offrono al lettore. E non è una cosa così drammaticamente difficile, visto che basta spostare un cursore sulla frase e cliccare ‘Salva’. Vogliamo parlare del versante economico? Portarsi a casa un e-reader ormai è facile e non prosciuga il portafogli o il conto in banca. Inoltre i libri si trovano su store ufficiali a prezzi più bassi del cartaceo e facilmente accessibili, da ogni dove, grazie all’accesso a internet, anche quando si porta a termine il primo romanzo di una trilogia alle due di notte e se ne vuole ancora. E aggiungiamo la possibilità di avere i classici gratis. Per finire questa non esaustiva lista di eventuali vantaggi, voglio menzionare il text-to-speech, una funzione che permette al vostro e-reader di leggere ad alta voce i libri al posto vostro. Inutile? Ditelo ai dislessici, ai non vedenti, a coloro che non possono girare le pagine, agli allettati e così via.
Per onestà, bisogna anche menzionare gli aspetti negativi che gli ebook hanno portato con sè. Un aumento spregiudicato della pirateria ne è un esempio drammatico, accanto ai tanto odiati DRM che legano il libro acquistato al dispositivo (per fortuna qualcosa sta cambiando…), l’impossibilità di rivendere i libri elettronici acquistati come si fa con i libri normali e l’impossibilità parziale di poterli prestare agli amici. Per ultimo, poi, c’è la famigerata guerra dei formati, con file che possono essere letti solo su un device, mentre per esportarli bisogna passare per tediose fasi di conversione che non danno quasi mai i risultati sperati.

Reader bene chi reader ultimo

ereader-libraryE il libro? In tutto ciò che fine ha fatto? Vedremo davvero chiudere le librerie in una silenziosa notte digitale dei cristalli? Il cartaceo scomparirà pian piano lasciando dietro di sè solo una traccia sbavata di inchiostro e qualche quarta di copertina? Certo che no! I libri concepiti per essere tali rimarranno qui con noi a farci compagnia, per lungo tempo ancora. Cambierà il loro valore. Diventeranno un mezzo alternativo alla fruizione di contenuti perché i libri, per quanto obsolescenti, cartacei e odorosi di inchiostro, restano sempre uno degli oggetti più belli da possedere, da regalare, da vivere. Cambierà l’atteggiamento dei lettori. La maggior parte di coloro che ha un e-reader continuerà a comprare i libri cartacei degli autori che più ama (non lascerò mai che un libro di Stephen King non finisca nella mia chilometrica collezione) e continuerà a tenere viva la carta stampata. Qui non vogliamo dire cosa sia meglio o peggio, né tanto meno biasimare chi ancora si attacca all’odore della carta per mascherare un luddismo latente e un’inerzia al cambiamento che ha qualcosa di proverbiale. Qui stiamo facendo un piccolo punto della situazione, senza tirare in ballo statistiche di siti di vendita, interviste e grafici a torta. Basta un po’ di buon senso. Secondo noi il futuro della lettura comoda e senza compromessi sarà l’ebook. Fatevene una ragione, venite a patto con voi stessi e andate a comprarne uno, o fatevelo prestare, così tanto per provare e poi tirate fuori le vostre conclusioni.

In chiusura vogliamo aggiungere una piccola perla. Tra le features degli e-reader, e in questo caso particolare del Kindle, c’è la possibilità di salvare sul dispositivo anche articoli tratti da pagine web. In queste foto, infatti, vediamo come si comporta Stay Nerd sul nostro e-reader preferito.

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Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.