Vi raccontiamo la nostra esperienza con Melomania 1 di Cambridge Audio

Dietro la scatola delle Melomania 1 di Cambridge Audio c’è stampata solo la definizione della parola melomania: sostantivo, una passione ossessiva per musica e melodia, etimologia latina e greca. Già dalla scatola è evidente un gusto tutto britannico alla musica, a partire dall’appena descritto retro per finire con il logo di Cambridge sul fronte, tratteggiato con motivi floreali che richiamano l’epoca d’oro del rock.

Melomania 1 è la prima incursione di Cambridge Audio, storico brand di hi-fi britannico, nel settore delle cuffie true wireless, un mercato che si trova ora al suo culmine, trainato certamente dalle Air Pods di apple.

Come ogni primo tentativo troviamo qualche ingenuità di gioventù, ma quello che davvero conta, ovvero la qualità del suono, è di livello altissimo. Ma partiamo dall’inizio.

All’interno della confezione di vendita troviamo ovviamente le cuffie con la loro custodia, un cavo per caricarle, le istruzioni e diversi cuscinetti di ricambio. La peculiarità è che due paia di questi non sono in gomma, ma in memory foam, risultando molto più morbidi e comodi, favorendo un suono più pieno.

Il rovescio della medaglia della dotazione è il cavo di ricarica, Micro Usb. Le Melomania 1 infatti non supportano l’ultimo USB-C, ed è un peccato sotto diversi punti di vista nel 2020, quando lo standard sta rapidamente cambiando.

Cuffie e caricatore però hanno una durata della batteria invidiabile: Cambridge Audio dichiara nove ore per le cuffie, che possono essere caricate fino a quattro volte dal caricatore. Con una singola carina in pratica si possono avere 36 ore di riproduzione. Non male.

cambridge audio melomania 1 (1)

Un aspetto inusuale di queste Melomania 1 è poi la forma: siamo abituati a vedere cuffie estremamente ergonomiche e dalle forme sempre più ardite, mentre Cambridge Audio ha optato per delle earbuds semplicemente cilindriche. L’unico reale difetto che abbiamo trovato in questa scelta è il rassomigliare un pochino a Frankenstein quando le si indossano. Le cuffie, infatti, entrano bene nell’orecchio e sono piuttosto comode (soprattutto se si usano i gommini in memory foam) e soprattutto leggere.

Sono anche piuttosto belle da vedere, con il led bianco che corre attorno al tasto di controllo posto su ognuna delle due cuffie – che tra l’altro possono essere collegate singolarmente al telefono, non rendendo la cuffia sinistra dipendente dalla destra. Gli appena citati tasti presentano tra l’altro diverse funzioni utili: è possibile ovviamente mettere in pausa la musica e rispondere al telefono, ma è anche possibile alzare o abbassare il volume, andare al brano successivo o a quello precedente, rifiutare una chiamata o richiamare l’assistente vocale dello smartphone.

Cuffie alle orecchie insomma è possibile avere un controllo completo della riproduzione musicale e delle chiamate, che non è affatto male. Il microfono invece non si comporta benissimo, e spesso al telefono mi è stato detto dall’interlocutore che non riusciva a sentirmi perfettamente, nonostante le cuffie presentino sistemi di riduzione del rumore di fondo.

Passando al collegamento tramite Bluetooth dobbiamo notare come non ci siamo praticamente mai trovati di fronte a problemi di accoppiamento. Estratte le cuffie dalla base, dove sono saldamente ancora te da un magnete (ed è quindi necessario un certo impegno per metterle male e non farle caricare) e appoggiate nell’orecchio, la voce ci comunica subito l’avvenuto accoppiamento con il dispositivo. Anche passando da un dispositivo all’altro il pair è praticamente sempre andato estremamente liscio senza problemi di riconfigurazioni.

Passiamo però alla parte più importante: come suonano queste Melomania 1?

La scelta della casa madre è ricaduta su un suono pulito e bilanciato, senza bassi eccessivamente potenti da diventare preponderanti e coprire il resto. I toni sono estremamente bilanciati, ed è possibile distinguere perfettamente gli alti dai bassi, seguendo tutte le linee strumentali senza che si mischino e che una sovrasti l’altra.

Abbiamo provato a spaziare tra i generi per testare il comportamento delle cuffie con tipologie di musica diverse tra loro: siamo partiti dalla synthwave di Carpente Brut con Roller Mobster per vedere come le cuffie gestissero il potente tappeto di bassi, e il risultato è stato un suono pieno senza nessuna distorsione di sorta, con gli occasionali interventi dei toni alti perfettamente distinguibili e puliti. Siamo poi andati un po’ indietro nel tempo con la PFM di È Festa, e anche in questo caso i diversi strumenti erano perfettamente distinti gli uni dagli altri. Dal prog rock italiano siamo poi saltati in Giappone per ascoltare i MONO, nello specifico Ashes in the Snow da Hymn to the Immortal Wind, e anche in questo caso l’esperienza è stata eccellente.

In definitiva, le Melomania 1 di Cambridge Audio sono delle cuffie true wireless assolutamente consigliate, anche in virtù del prezzo di vendita (nel momento in cui scriviamo su Amazon sono acquistabili a 89€) sensibilmente più basso rispetto a molte concorrenti più note. La qualità del suono è eccellente così come la durata della batteria.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.