Durante Romics 29 abbiamo intervistato Emanuele Caponera, fumettista autore di Salomé, webcomic disponibile su TacoToon e in autunno in libreria per Edizioni BD

Partiamo subito dalla tua ultima opera, ovvero Salomè, che verrà pubblicata da Edizioni BD in autunno. Quanto è grande il passo dal web alla pubblicazione cartacea?

In realtà non lo avverto come un grandissimo passo, perché io il progetto lo avevo già pensato per il cartaceo e l’ho dovuto adattare per lo screen di TacoToon, che è stato molto divertente e stimolante. Per il cartaceo quindi avevo tutto già pronto.

E invece la nascita di Salomé come avviene?

È nata un po’ per caso. Ho iniziato facendo qualche striscia su Instagram qualche anno fa, e poi pian piano il personaggio ha preso corpo, con queste tinte horror ma anche comiche, che lo rendevano un esperimento molto strano. Però secondo me è uscito qualcosa di particolare. O almeno credo.

intervista caponera

C’è sicuramente un po’ di iconografia horror pop. Quali influenze ci sono?

Allora per inquadrature e regia sono stato sicuramente molto da Akira Toriyama, ma a livello di stile di disegno non c’è una influenza precisa. Senza dubbio mi ha ispirato molto comunque Berrserk e poi Dylan Dog, perché ci sono cresciuto.

Quindi comunque la matrice è gotica e dark.

Sì, assolutamente.

Hai nominato un mangaka e un manga. Per cui la tua formazione artistica è più orientale.

Direi di sì. Io seguo i manga circa dal ’95, il primo boom. Quindi inconsciamente ho preso moltissimo dai manga.

Abbiamo parlato di Salomé sotto il piano artistico. Ma sotto il piano della storia, come l’hai realizzata? Come si è sviluppato il processo creativo?

Sono andato molto di pancia. Io ho un approccio di questo tipo, anche se può sembrare poco professionale. Cerco di tirar fuori delle idee, e di solito le prime che escono fuori sono le più valide. Non c’era un progetto a tavolino ma striscia dopo striscia ho sentito la necessità di creare una storia più lunga, e lì piano piano mi sono messo a pensare come andare avanti. Ma appunto c’è anche molto istinto.

Clicca qui per il video integrale dell’intervista a Emanuele Caponera.