Considerazioni e aspettative sulla seconda stagione di Iron Fist

Se c’è qualcosa di peggiore di precipitare da un areo in corsa in mezzo al nulla più totale, quello è senza dubbio il rumore. Il rumore che accompagna la caduta. Il frastuono dei pezzi dell’uccello metallico che lentamente si staccano, le grida di disperazione nel vedere i propri cari trascinati via, unite alla paura di non essere più responsabili del proprio destino, ma spettatori non paganti di uno spettacolo a cui nessuno vorrebbe mai assistere.

Potrebbe andare peggio? La risposta è, nel caso del protagonista della nostra storia, probabilmente: sì. Questo perché il piccolo Danny, sopravvissuto per miracolo (ma poi mica tanto) al disastro areo che gli ha portato via entrambi i genitori, ora è solo, spaventato, distrutto e divorato dalla famelica morsa di un freddo semplicemente inspiegabile. Tra le montagne innevate di un non specificato punto geografico, una figura misteriosa, un monaco o almeno così sembrerebbe, rappresenta un barlume di speranza per il giovane Rand, le cui possibilità di sopravvivenza erano, con ogni probabilità, inversamente proporzionali alla sua paura. Quello che conosceremo nella prima stagione della serie TV targata Netflix, però, è un Danny adulto, ritornato alla sua città natia e creduto morto, così come i suoi genitori, praticamente da ogni persona che lo conosceva.

Un presente arduo da (ri)conquistare

Il ritorno di Danny non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare. Facciamo un piccolo passo indietro e procediamo con ordine: per oltre dieci anni, New York ha creduto che l’incidente aereo avesse ucciso l’intera famiglia Rand, che possedeva buona parte delle azioni di una delle più importanti aziende della città. Presumendo che l’intera famiglia fosse morta, le redini della società passarono in mano alla famiglia di uno degli altri soci, anche lui morto (o presunto tale) dopo alcuni anni. Una volta tornato in città, vestito come un senzatetto, Danny si reca nell’azienda, dicendo di essere Danny Rand, e chiede di Harold Meachum (quel socio socio/migliore amico di suo padre di cui parlavamo prima, creduto morto): ovviamente viene scambiato per un imbroglione e portato (di forza) fuori dalla sicurezza.
La reazione era scontata: un uomo presunto morto chiede di vedere una persona, anch’essa presunta morta! A questo punto, al nostro protagonista non resta altra alternativa se non cercare di avvicinare i figli di Harold, che, dopo un’iniziale e pesante diffidenza, dettata anche dal conflitto di interessi (Danny avrebbe preso possesso delle redini dell’azienda a scapito loro), ammettono la verità e sono costretti a riconoscerlo per chi è realmente.

Tutto si complica nel momento in cui si scopre che il figlio maschio di Harold, Ward, fa da esecutore delle volontà del padre, che non è morto, come tutti (compresa la figlia Joy) credono, ma è stato salvato da un’organizzazione segreta, nota come “La Mano”, che ha infiltrati praticamente ovunque (ricordate la prima stagione di “Daredevil”?).
Dopo l’ennesima serie di peripezie e con l’aiuto di una nuova “amicizia”, Colleen Wing, e del suo primo vero amico Davos, anch’egli addestrato dai monaci di K’un-Lun, Danny scopre finalmente la verità: l’incidente aereo era stato programmato da Harold, che, non essendo riuscito ad uccidere Danny allora, prova nuovamente a finire ciò che aveva iniziato, senza però avere successo.

Un barlume di speranza

Anche Colleen ha un passato burrascoso ed è coinvolta con la sopracitata organizzazione, essendo stata cresciuta ed addestrata da uno dei suoi membri più importanti, Bakuto. Sul finale della serie, Danny e Colleen, sicuri di aver ucciso sia Harold sia Bakuto, si recano a K’un-Lun (dove si trova la porta per accedere al monastero in cui Danny è stato addestrato ed ha ricevuto il suo potere), per scoprire che non c’è più niente: in assenza dell’Iron Fist, colui che avrebbe dovuto restare a guardia del passaggio, tutto è stato distrutto ed i monaci sono morti.

La scena che chiude la prima stagione di Iron Fist è di quelle che fanno male al cuore: Joy e Davos, ormai entrambi caduti nel fascino dell’oscurità e nemici di Danny, finiranno col creare un’alleanza con lo scopo ultimo – siamo sicuri – di distruggere l’Iron Fist una volta per tutte. Il tutto con l’aiuto, ovviamente, de “La Mano” e di Bakuto, a cui l’organizzazione ha di fatto restituito una nuova vita (lo ritroveremo come nemico anche in “The Defenders”).

Terra chiama K’un-Lun

Quello che più sta a cuore a tutti i telespettatori è il destino che incombe sulla mistica città di K’un-Lun, resa un vero e proprio campo di sterminio dalle oscure forze de “La Mano”.

Comprendere le motivazioni che si celano dietro alla faida interminabile tra l’Iron Fist e la sopracitata organizzazione è sicuramente uno dei punti di domanda focali cui speriamo questa seconda stagione saprà dare risposta.
Da quanto tempo, inoltre, esiste “La Mano”? Da quanto tempo si tramanda e cosa si cela dietro al potere del “pugno d’acciaio”? Il giovane Rand, per ottenere tali poteri, ha davvero sconfitto il drago Shou-Lao l’immortale? Chi è quest’ultimo? Una persona dai poteri eccezionali? Una divinità?
Tutte queste domande però siamo certi che non troveranno facilmente risposta. Presumibilmente, il percorso che porterà ad una maggior comprensione di ciò che veramente circonda le vicende dell’Iron Fist, e della sua interminabile lotta contro “La Mano”, sarà più lungo e complesso di ciò che si potrebbe immaginare..

Niente paura: proviamo ad analizzare le informazioni in nostro possesso in vista della prossima stagione, che debutterà ufficialmente il prossimo 7 settembre.

Pugno e nervi d’acciaio

Ciò che possiamo affermare con sicurezza è che Danny è parecchio cambiato. Il cambiamento di cui parliamo è avvenuto in meglio, ovviamente: è riuscito ad aumentare non soltanto il proprio potere, ma anche e soprattutto la sua forza interiore e la sicurezza di sé. Ci troviamo di fronte ad un eroe più stabile, mentalmente più sereno e conscio come non mai di non essere solo.

Grazie al supporto di Colleen, Misty e tutti gli altri “Defenders”, il guerriero più ricco del mondo continuerà, ne siamo sicuri, la sua lotta contro il male, un male opprimente e dilagante, che lentamente sta estendendo il proprio dominio in ogni angolo della Terra. Sul finale della poco fortunata serie “The Defenders” si vede Matt Murdock (alias Daredevil) perdere la vita, lasciando così il già martoriato quartiere di Hell’s Kitchen indifeso ed esposto ad attacchi esterni di ogni genere. Con ogni probabilità, sarà proprio Danny ad ergersi a paladino della giustizia nel difficile quartiere newyorkese; un Danny più forte, ma soprattutto più sicuro e padrone dei propri poteri.

Proprio l’evoluzione di Danny dovrebbe essere uno dei punti focali della seconda stagione. Del resto, l’apparizione del milionario più famoso di New York nella recente seconda stagione di Luke Cage ha già dimostrato che ci troviamo di fronte ad un personaggio migliorato in tutti gli aspetti: più maturo, più assennato e con quegli opprimenti sensi di colpa che lo attanagliavano che, lentamente, stanno svanendo. Questo “nuovo” Danny sembra anche non avere più le redini della Rand Enterprises tra le sue mani: resta però incognito a chi abbia affidato l’azienda. Con ogni probabilità, al timone avrà lasciato Ward Meachum, con cui sembra aver ritrovato il legame perduto, ed anzi averlo rafforzato, rendendolo più genuino; un legame che allora era fragile e che vedeva il ragazzo vittima di molteplici prese in giro. Ovviamente queste sono supposizioni, per le quali ci aspettiamo di ricevere una conferma (o una smentita). È altamente probabile che la scelta di non prendere in prima persona le redini dell’azienda sia dovuta al forte impegno che egli sente di avere nei confronti della città e dei suoi abitanti, cui si dedica “anima e cuore”.

Le Figlie del Drago finalmente in azione?

Altro cruciale quesito che speriamo venga approfondito è quello riguardante la nascita di un importante alleato, o per meglio dire due, che – almeno nella storia originaria – affiancano l’Iron Fist nella sua lotta contro il male.

Stiamo parlando delle “Figlie del Drago”: Colleen Wing e Mercedes “Misty” Knight, che sembrano essersi avvicinate moltissimo, soprattutto in The Defenders e nella seconda stagione di Luke Cage. Nei fumetti, infatti, sono inseparabili e siamo in trepidante attesa di scoprire se questo connubio avrà i sua natali nell’arco di queste prossime dieci puntate (sì, purtroppo saranno soltanto dieci e non tredici come al solito), o se ci sarà ancora da aspettare. Quel che è certo è che il Detective Knight, ora a capo del corpo di polizia di Harlem e munita di un braccio artificiale (donatole dalla Rand Enterprises), del quale deve ancora conoscere le molteplici sfaccettature, è tornata più forte di prima.

Gran parte del merito di questa ritrovata energia è dovuta alla grande forza d’animo di Colleen, che dopo aver aiutato Danny ha “contagiato” anche la nostra Misty, recuperandola con forza dal baratro in cui stava sprofondando in seguito alla perdita dell’arto ed alla morte del partner (e amico) Scarf.

Il fattore Claire

I più attenti telespettatori, o comunque quelli che hanno guardato la seconda stagione di Luke Cage, pesantemente collegata a questa seconda di Iron Fist, sapranno che un personaggio importante è uscito di scena.

Claire Temple, infatti, sembra essere definitivamente andata via dalla città, a causa della relazione con Luke, finita male. Dato il forte legame che c’è stato sin dai primi momenti tra lei, Colleen e Danny, siamo proprio curiosi di scoprire se tornerà in queste nuove dieci puntate o se la sua uscita di scena è definitiva. Ovviamente speriamo proprio di rivedere la talentuosa infermiera intenta a rappezzare le ferite del giovane miliardario o della sua fidata compagna ma, per ora, non ci è dato sapere nulla: non ci resta che attendere.

Il ritorno di Davos

Con ogni probabilità la nuova nemesi di “Iron Fist” sarà proprio lui: nelle scene finali della prima stagione abbiamo visto l’ex migliore amico di Danny allearsi con Joy Meachum, per pianificare l’annientamento del nostro protagonista. Compagno di addestramento e sin da subito amico fidato e complice di Danny, Davos non ha mai digerito che il prescelto per prendere possesso dell’Iron Fist fosse il giovane protagonista, arrivato lì a causa di un incidente, per una casualità. Uno straniero, e non lui, cresciuto nel monastero ed educato all’insegna del culto dei monaci.

Vediamo, infatti, che è proprio la gelosia nei confronti del giovane Rand a spingere Davos a scontrarsi con lui, utilizzando come scusa il fatto che Danny avesse lasciato incustodito il cammino per K’un-Lun. Naturalmente l’Iron Fist avrebbe dovuto assolvere ai suoi doveri, ma sappiamo tutti che le motivazioni che spingono Davos allo scontro non sono così nobili. Una volta sconfitti gli sgherri de “La Mano”, infatti, Davos attaccherà Danny per il suo rifiuto di lasciare New York, mosso in realtà dall’invidia che nutre nei suoi confronti.

C’è poi anche un altro punto che ci fa propendere per l’idea che il nuovo nemico sia lui: nella storia originaria, Davos è “Serpente d’Acciaio”, storico nemico di Danny Rand, che non ha altri obiettivi se non quello di prendere possesso del potere dell’Iron Fist.

iron fist

Allora, ‘sto pugno d’acciaio… lo accendiamo?

Diciamocela tutta: la storia dei dieci e non tredici episodi per questa seconda (in verità molto in dubbio) stagione di “Iron Fist” ci piace veramente poco.

Tralasciando il semplice piacere personale nel vedere Finn Jones in azione nei panni del difensore più ricco di New York, i punti di domanda che la prima stagione ha portato con sé sono veramente tanti e non siamo sicuri che verranno tutti approfonditi e chiariti con la stessa cura. Certamente, le buone premesse per una seconda stagione ricca di spunti interessanti ci sono tutte, ma siamo davvero sicuri che Netflix punti su questa serie?

La verità è, come al solito, nel mezzo: probabilmente lo scarso successo della stagione d’esordio (peraltro evidenziato anche da noi, in fase di analisi) ha “macchiato” pesantemente tutta la produzione, ed il numero ridotto di episodi ne è la conferma, ma non è detto che “il buongiorno si debba vedere dal mattino”: “Iron Fist” potrebbe avere le carte in regola per diventare un’ottima serie per tutti gli appassionati del binomio Marvel-Netflix e non vediamo l’ora di assistere a questa nuova stagione, nella speranza che ci dia ragione.

Preparatevi, insomma, che ne vedremo delle belle (si spera)!

Salvatore Cardone
Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.