I don’t remember one moment I tried to forget
I lost myself, is it better not said
Now I’m closer to the edge

Ha infiammato i cuori di milioni di ascoltatori in tutto il mondo con le sue sonorità rock e l’incredibile capacità di tenere il palco. Ha emozionato il pubblico in sala con performance intime, crude e ricche di pathos, finendo per ottenere anche un meritatissimo Oscar. Quest’oggi celebriamo uno dei vampiri di Hollywood, un uomo incapace di invecchiare, ma perfettamente in grado di assimilare qualsiasi arte che gli si avvicini, una vera star ed icona artistica: Jared Leto.

Jared Leto

Nonostante le simpatie per il buon Leto siano altalenanti nel mondo, soprattutto visto l’incredibile elenco di talenti e qualità in suo possesso che fanno ribollire il sangue dei possibili detrattori, il ragazzo di Bossier City, ma con il cuore di Los Angeles, ne ha fatta di gavetta prima di diventare un’icona.

Nato nella cittadina della Lousiana, dopo la separazione dei suoi genitori, inizia a peregrinare di città in città assieme al fratello maggiore Shannon e la mamma Constance. L’arte, la musica e lo spettacolo sono le realtà che affascinano sempre di più il giovane Leto, il quale inizia a imparare a suonare la chitarra e il pianoforte.

Il successo, infatti, arriva prima proprio grazie alla musica, visto che nel 1998, assieme al fratello batterista, fonda i Thirty Seconds to Mars, band con sfumature emorock e che negli anni si è sempre più evoluta sino ad arrivare a sonorità elettroniche. Dopo l’album d’esordio uscito nel 2002, omonimo della band, i primi Echelon (nome dei fan della band) nascono dopo aver ascoltato, nel 2005, il secondo disco, quello che li consacrerà nel panorama mondiale, facendoli diventare una delle band più apprezzate dai giovani: A Beautiful Lie.

Le sonorità sono aggressive, con enormi contaminazioni rock, e una profondità di testo che li pone sullo stesso piano di altri scapestrati del genere come i My Chemical Romance o i Blink 182. Quello che i Thirty hanno in più di tutte la altre band è, però, una presenza scenica e sul palco formidabile, dovuta proprio alla figura di Jared Leto, vero one man show. Il pezzo di esordio, che presenterà lo stesso nome dell’album e vedrà i membri della band tra i ghiacci dell’artico, si caratterizza per una regia di primissimo ordine, e un giovane Jared pienamente a suo agio davanti la telecamera.

I singoli successivi come The Kill e, soprattutto, From Yesterday finiscono per consacrare la band come fenomeno mondiale, e il frontman come star a tutto tondo, visto che il regista di tutte le clip è lui stesso sotto falsi pseudonimi. D’altronde gli esordi cinematografici erano appena iniziati, ma avevano già fatto intravedere il talento del ragazzo girovago, ma con il cuore nella città degli angeli (tanto da dedicarle una canzone, City of Angels, nel loro quarto album).

Dopo alcuni ruoli da comprimario, tra i quali figura principalmente “Faccia d’Angelo” in Fight Club, la consacrazione avviene con un’opera che resta ancora oggi una delle pellicole più crude, intime e disturbanti del secolo: Requiem for a Dream.

Jared Leto è sulla bocca di tutti. Le sue interpretazioni sono profonde e ti colpiscono nell’animo. Il ragazzo non è solo bellissimo, seppur la fastidiosa etichetta del “bello che non balla” l’abbia perseguitato per anni, al pari di altri attori come Johnny Depp, Brad Pitt o Colin Farrell, ma è anche incredibilmente talentuoso.

La musica, però, prende il sopravvento, è la sua vera vocazione, e i Thirty Seconds to Mars gli permettono di potersi esprimere in tutta la sua essenza. Attraversa varie fasi, si lascia contaminare da più stili, è camaleontico e questo traspare anche nelle pellicole che lo vedono protagonista. Panic Room, Lord of War, Alexander, tutte produzioni interessanti e poco mainstream dove Jared Leto riesce sempre a spiccare, ma costantemente messe in ombra dalla sua carriera musicale.

Jared Leto

This is War, l’album uscito nel 2009, rappresenta a pieno lo stile della band, e l’estro creativo di Jared, che nel frattempo dirige altri video di pregevole fattura come Kings and Queens o Closer to the Edge.
Il cinema lo perseguita e lo richiama costantemente, sino a permettergli di regalarci un’interpretazione eccezionale in un altrettanto incredibile film come Mr. Nobody.

Jared Leto ha una sensibilità artistica talmente grande e profonda da permettergli di comprendere alla perfezione qualsiasi ruolo e di immergersi con tutto il suo animo.

È grazie a questa pellicola che Jared Leto consolida il suo talento d’attore, segnando uno spartiacque nella sua carriera iper dinamica. Quattro anni dopo lo vedremo sul grande schermo con Dallas Buyers Club nei panni della transgender Rayon, ottenendo un meritatissimo Oscar come miglior attore non protagonista.
La carriera di Jared Leto sembra essere una costante escalation di emozioni.

Jared Leto

Una lista di pellicole intime, introspettive, potenti, dove l’attore riesce ad entrare in contatto con il pubblico in un piano onirico grazie alla sua profonda espressività emotiva. Il rischio, però, è sempre dietro l’angolo e infatti arriva, in seguito, il flop di Suicide Squad, dove prova ad impersonare un Joker fortemente lontano dall’impronta classica alla quale eravamo abituati, ma senza poter dare veramente sfoggio delle sue abilità, vista la deleteria scelta di

David Ayer, in fase di post-produzione, di montare il film facendo giganteschi tagli privi di logica. La capacità di Leto però è anche quella di sapersi rialzare subito e non dar ascolto alle critiche, e così nel 2017 arriva Blade Runner 2049, diretto dal magistrale Denis Villeneuve.
Nei panni di Niander Wallace convince nuovamente tutti, offrendoci un’interpretazione enigmatica e ricca di profondità nonostante la sua presenza aleatoria durante tutta la narrazione. Il suo è un ruolo in costante bilico tra equilibrio e caos, e al pubblico arriva forte e diretto.

Le miglia si accumulano, i film aumentano, i tour si susseguono e si vede che da quei viaggi con la mamma, ne ha fatta di strada il giovane nato per il palcoscenico e con il cuore a Los Angeles. E ora, con il ruolo di Morbius che lo attende, quasi a certificare al mondo intero che lui è realmente un vampiro, è pronto a mettersi nuovamente in gioco e dimostrare di essere uno degli artisti più polivalenti della scena.
Regista, attore, modello, cantante, in sostanza il vero volto rock di Hollywood.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.