Corpi estranei e i temi principali dell’opera di Kago Shintaro, il profeta dell’ero guro

Kago Shintaro non è solo uno dei più amati mangaka della contemporaneità, ma anche un lucidissimo illustratore delle paranoie e delle controversie della società giapponese. Le sue opere sono una lente distorta, una specie di dispositivo straniante attraverso il quale è possibile vedere quella piccola parte di umanità per ciò che è in realtà: una comunità che cerca di non farsi schiacciare dal peso della propria millenaria cultura.

Profeta dell’ero guro e inventore del fashionable paranoia, Kago Shintaro si insinua tra le pieghe della società del Sol Levante raccontando quasi sempre le disavventure quotidiane di chi ne sta alla base. Sangue, erotismo deviato e continui cambiamenti di prospettiva sono gli ingredienti di un cocktail esplosivo capace di disorientare il lettore e lasciarlo, nel contempo, con immagini nitide e difficilmente dimenticabili. Il suo ultimo lavoro è Corpi Estranei, appena uscito in Italia per Hikari Edizioni.

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Kago Shintaro, l’ero guro e il fashionable paranoia

Kago Shintaro è l’ultimo esponente in ordine di tempo dell’ero guro. A dispetto delle tematiche trattate e degli elementi narrativi utilizzati, il genere affonda le sue radici molto in profondità nella storia giapponese. Nato come movimento artistico a cavallo tra gli anni Venti e  Trenta, l’ero guro non è che un’abbreviazione per assonanza del termine inglese erotic grotesque nonsense, che ben rappresenta ciò di cui il genere si serve per rimanere stampato nella mente di chi legge. Tre componenti per tre parole:

  • Erotismo, corruzione e decadenza sessuale.
  • Situazioni grottesche, stridenti, bizzarre e inusuali.
  • Avvenimenti senza senso.

L’ero guro è un movimento immanente nella cultura giapponese e trova testimonianze lungo tutta la travagliata storia dell’arcipelago. La spinta distruttiva e nichilista dei suoi esponenti è oggi raccolta da Kago Shintaro, che mette al suo servizio un tratto semplice ma chirurgicamente preciso.

La struttura delle opere di Kago Shintaro

Le opere

Kago Shintaro è un autore sorprendentemente metodico e preciso nella stesura delle proprie storie, nonostante il nonsense sia uno degli elementi principali. Con un po’ di fantasia il suo modo di lavorare ricorda quello di un serial killer, che pianifica con precisione ogni mossa per portare il caos nella vita della vittima e dei suoi familiari. I manga del profeta dell’ero guro, tutte edite in Italia da Hikari Edizioni, presentano una struttura riconoscibile che si ripete quasi sempre uguale a se stessa:

  • Una storia principale più lunga e dettagliata occupa la maggior parte delle pagine. Generalmente questo racconto assume le dimensioni di un piccolo albo autoconclusivo, che non lesina sui particolari e approfondisce maggiormente i personaggi. Nei lavori totalmente antologici, invece, questa sezione viene occupata da storie più corte, ma che condividono altre caratteristiche come format, tematiche trattate o ambientazione. In Corpi Estranei, per esempio, sono presenti sei racconti della collana Impariamo la storia con Kago.
  • Altre storie brevi senza fili conduttori particolari, che di solito trattano i temi più cari a Kago Shintaro. Le narrazioni sono selezionate tra quelle già pubblicate su riviste underground giapponesi o famose testate internazionali come Vice.

I racconti

Kago Shintaro inserisce un po’ di ordine nel caos dei suoi racconti anche quando stila la loro struttura. Gli avvenimenti sono grotteschi e sanguinosi, a tratti capaci di causare reazioni fisiche nel lettore, ma disposti in sequenze che si ripetono. I protagonisti, sempre persone comuni con un lavoro comune e una vita comune, vivono le proprie avventure secondo uno schema:

  1. Si presenta un problema comune, semplice, di possibile e pacifica risoluzione.
  2. Il protagonista trova una soluzione inusuale, insensata, strampalata e spesso anche sanguinosa per risolvere il problema.
  3. Inspiegabilmente, la soluzione prende piede e il caos si sparge a macchia d’olio. La situazione sfugge di mano al protagonista e la gravità delle conseguenze si moltiplica, in un’escalation che porta spesso e volentieri alla carneficina.
  4. Quasi sempre, lo stesso protagonista paga con la vita l’insensatezza delle sue azioni.

Non tutti i racconti seguono esattamente i passaggi di questo schema, ma quelli che appartengono al ciclo Impariamo la storia con Kago ne sono un ottimo esempio. Le storie, contenute in Corpi Estranei, presentano un’ambientazione storica e narrano l’invenzione di un oggetto di uso comune, di un’usanza particolare di una civiltà, tutto ovviamente in chiave distorta e scostante.

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Kago Shintaro e la società giapponese

Corpi Estranei è un buon punto di partenza per chi vuole avvicinarsi all’opera di Kago Shintaro. L’albo esplora infatti tutti i temi ricorrenti dell’ero guro e del fashionable paranoia. L’attenzione dell’autore si concentra soprattutto sui problemi e sulle controversie che attanagliano la società giapponese contemporanea. Tradizioni millenarie si scontrano con esigenze quotidiane al passo coi tempi in una continua lotta per la sopravvivenza e la supremazia. Tra l’incudine e il martello c’è la gente comune, gli onesti lavoratori con gli occhi a mandorla che tentano di conciliare etichetta e perversioni.

Il sesso

Le storie di Corpi Estranei sono un’immersione nei meandri della mente nipponica, una continua sfilata di pervertiti che assalgono le ragazze per strada, mamme single alle prese con figli capricciosi, bulli che minacciano brave scolarette. La problematica più rappresentata in assoluto, però, è la monotonia e la frustrazione sessuale. Da buon profeta dell’ero guro Kago dedica molto spazio all’erotismo deviato, tra tentazioni sadomaso e feticismo per le fimosi. Uno dei racconti narra il fenomeno tutto giapponese delle enjo kosai, ragazzine tra i 12 e i 17 anni di età che in cambio di soldi o regali accettano di dedicare il proprio tempo (e talvolta anche il corpo) a uomini più anziani.

Il lavoro

Un altro tema molto caro all’autore è la concezione del lavoro, che per i Giapponesi è notoriamente qualcosa di sacro e intoccabile. Dal lavoro dipendono la dignità e la desiderabilità, anche sessuale, di una persona, che è definita dalla propria professione prima ancora che dalla personalità. Kago Shintaro scaglia la sua penna all’attacco di questo concetto costruendo personaggi disposti a lavorare a ogni costo, senza tener conto della paga e della sicurezza. Nella raccolta Uno scontro accidentale sulla strada per andare a scuola può portare a un bacio?, per esempio, il racconto omonimo narra la terribile fine di due studenti che si sottopongono a un pericolosissimo esperimento pur di guadagnare qualcosa.

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Kago Shintaro e la prospettiva

La scomposizione della realtà

Kago Shintaro pone la realtà sotto una lente distorta, che ne deforma i contorni per creare visioni grottesche e situazioni assurde. Spesso questo processo porta al disorientamento totale del lettore, che arriva a chiedersi quale di quelle rappresentate sulle tavole sia la realtà. La raccolta La sposa davanti la stazione contiene storie brevi in cui luoghi e persone vengono decomposti negli elementi principali, per poi essere rimessi assieme e costituire nuove e grottesche immagini.

La percezione della realtà è anche il motore principale di Anamorphosis, narrazione più complessa in cui Kago utilizza tutti i crismi di un genere squisitamente giapponese come il kaiju eiga, il film di mostri. Creature enormi e terrificanti infestano la realtà quotidiana dei personaggi, che si ritrovano intrappolati sulla scena per poi scoprire che l’intera ambientazione non è altro che un gioco di prospettiva a più piani. Kago Shintaro ci ricorda sempre che la realtà è relativa e dipende dal punto dalla quale viene esaminata.

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Il diavolo sta nei particolari

Kago Shintaro non è solo un autore di storie inquietanti, ma anche un disegnatore di ottimo livello, capace di cogliere e rendere al meglio anche i particolari più minuscoli. Le sue tavole appaiono infatti molto pulite, con un tratto deciso e preciso. I racconti capitalizzano al massimo la dovizia di particolari, poiché li rendono spesso i protagonisti assoluti. Harem End, forse la sua narrazione più lunga in assoluto, ha come protagonisti un gruppo di appassionati di cinema che realizzano cortometraggi animati da robot con parti umane. Kago si dilunga parecchio nella spiegazione del funzionamento dei macchinari, a cui affianca immagini molto precise. La macabra rappresentazione di arti umani mozzati si trasforma così in una lezione di cinema.

Kago Shintaro, il cinefilo

Le storie di Kago Shintaro sono piene di meccanismi di distorsione della realtà, macchinari che alterano la composizione delle cose, elementi che disturbano la linearità cognitiva del lettore. Molti dei dispositivi che animano la narrazione condividono un’origine lontana, che risale alle origini del cinema negli ultimi anni dell’Ottocento. In più di un’occasione l’autore parla infatti esplicitamente di quelli che furono gli antenati degli effetti speciali e dei loro inventori. In Corpi Estranei vengono citati i fratelli Marx, grandi comici che seppero prendersi gioco della società del loro tempo e innovatori della messa in scena. Per consentire al lettore di comprendere meglio il meccanismo dei diversi piani di realtà che porta i personaggi nella confusione totale, in Anamorphosis è presente una tavola che fa risalire il trucco utilizzato al cinema di Georges Meliés, considerato da molti l’inventore degli effetti speciali.

Chi pensa che Kago Shintaro sia solo l’ennesimo narratore che cerca di cavalcare la moda del gore si sbaglia di grosso, rischiando di perdersi opere per molti versi illuminate e illuminanti. La capacità di disorientare e di scolpire nella memoria di chi legge immagini forti è solo un frammento della sua arte, caratterizzata anche da un’analisi spietata e onesta della società contemporanea.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.