Klaus: il film Netflix è una coinvolgente storia sulle origini di Babbo Natale

Il Natale su Netflix arriva prima grazie a Klaus, film d’animazione spagnolo scritto e diretto dal debuttante Sergio Pablos, che ci racconta una storia per grandi e piccini, riscrivendo a suo piacere la leggenda delle origini di Babbo Natale.

Jesper è uno studente dell’accademia postale, ma siccome è gestita da suo padre pensa di poter fare la bella vita anziché impegnarsi e lavorare. Viene così spedito a Smeerensburg, un’isola del circolo polare artico, dove i bislacchi abitanti del luogo sono costantemente in lotta tra loro, e di conseguenza pensano a tutto salvo mandarsi delle lettere.
Il compito per Jesper, per niente abituato agli sforzi, è più difficoltoso del previsto ma trova un’alleata (e anche qualcosa in più) nell’insegnante locale Alva, e soprattutto conosce Klaus, un misterioso falegname che vive da solo in una capanna piena di giocattoli. Tutto cambierà quando verrà spedito ad un bambino il primo di tanti giocattoli.

Klaus, la storia di un cambiamento

Sergio Pablos è un esordiente alla regia ma un veterano dell’animazione tra Disney e Universal Pictures, e la sua esperienza si nota in tante piccole cose.
È incantevole ad esempio l’utilizzo dei colori per creare le differenti atmosfere nella città di Smeerensburg, inizialmente un luogo cupo e tenebroso, pervaso da scale di grigi e tinte marroni, ma la cui tavolozza si arricchisce di cromie col passare del tempo e l’evolversi degli eventi, fino a restituirci i giusti colori del Natale, in un trionfo di vividi rossi e accesi verdi e blu.

In questa mutazione cromatica è bello assistere anche al contemporaneo mutamento del protagonista Jesper, dapprima insopportabile fannullone e poi pian piano vero eroe della storia.
Ma tutto il film è cambiamento. Dalla maestra Alva, che si era rassegnata a trascorrere una vita diversa dalle sue aspettative prima dell’arrivo del postino fino a Klaus, un gigante burbero dal cuore tenero. I colori finalmente accesi scaldano il vecchio falegname e lo fanno sciogliere come neve al sole, consegnandoci le origini della leggenda di Babbo Natale secondo Pablos.

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L’aneddoto più divertente sulla genesi di questo film arriva dalle dichiarazioni del regista, che sostiene di aver iniziato a pensarci dopo la visione di Batman begins di Christopher Nolan. Voi direte, giustamente: “cosa c’entra?” Nulla, ma a quanto pare Pablos da quel momento ha capito di voler raccontare le origini di un personaggio storico, reale o di fantasia, ma comunque noto nell’immaginario collettivo. Ha pensato a diversi nomi illustri, da Dracula a Napoleone, per poi avere l’illuminazione con Babbo Natale.

Di certo di film a tema ce ne sono a bizzeffe, e sono altrettanto numerosi quelli di animazione, sebbene qui quella più classica si mescoli ad un encomiabile lavoro di CGI per il quale Pablos si avvale della collaborazione di James Baxter, uomo d’esperienza in Disney e Dreamworks.
Come tutti i film di genere, anche Klaus cade in luoghi comuni dettati dal primario scopo di intrattenere e da quello di raccontarci una storia a lieto fine, portatrice dei sani valori con cui è bene crescano le giovani generazioni.

“Nessuno fa niente per niente”, ripete spesso Klaus nella sua versione burbera e diffidente. È rimasto scottato dal passato e non crede negli esseri umani, ma scoprirà o meglio ricorderà presto che un atto di bontà ha il potere di scatenarne un altro.

Klaus è quindi un film che parla ai piccoli ma raccomanda ai grandi di non porre un muro tra se stessi e il prossimo, e che ci si può capire anche senza conoscere la stessa lingua, come fa Jesper con la piccola Margu.

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Una visione certamente ottimista della vita, che ci regala però una brillante atmosfera natalizia. Qui è fantastico il modo in cui Pablos crea i presupposti per spiegare tutti gli elementi della leggenda di Santa Claus: come nasce la slitta e perché vola, come vengono tirate in ballo le renne, e via dicendo.

Klaus, in conclusione, è un ottimo film d’animazione targato Netflix, che conferma quanto di buono abbia fatto recentemente. Al netto di qualche prodotto ancora decisamente evitabile, sono infatti evidenti i miglioramenti in termini qualità della piattaforma per quel che riguarda i suoi film originali, e questo è forse il miglior regalo di Natale per tutti gli utenti.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.