La Sentinella (Sentinelle) è un nuovo revenge thriller francese con Olga Kurylenko, disponibile su Netflix, ma come al solito a prevalere sono i cliché

Dopo una missione traumatica e scioccante, in una zona di guerra non bene identificata, la soldatessa Klara (Olga Kurylenko), Maresciallo dell’Esercito, torna in Francia dalla sua famiglia e prende parte all’Operazione Sentinella, che ci viene accuratamente spiegata tramite terribili schermate in dissolvenza, con immagini di soldati a cui vengono applicate didascalie con un Times New Roman o giù di lì, degne dei più amatoriali filmati di Windows Movie Maker.

Scopriamo quindi che si tratta di un’operazione avviata nel gennaio 2015, in cui un gruppo di soldati viene impiegato come guardia anti-terrorismo in varie località della Francia, al fine di salvaguardare e proteggere la popolazione da eventuali attacchi.
Sorvoleremmo anche piuttosto volentieri sulla quantomeno discutibile scelta grafica utilizzata per questi rapidi spiegoni, se fossero in qualche modo utili alla trama e all’evolversi de La sentinella (Sentinelle), ma capiamo ahinoi molto presto che il film Netflix intende andare in tutt’altra direzione.

La direzione è quella già intrapresa dai più classici revenge thiriller, dove tuttavia di thriller c’è molto poco e la sceneggiatura è quasi inesistente. Ma riavvolgiamo un attimo il nastro e andiamo con ordine.
Klara torna a casa dalla sua famiglia che la aspetta braccia aperte, soprattutto sua sorella Tania (Marilyn Lima), totalmente diversa da lei e ben più vulcanica e solare, ma che le è molto legata. All’esplosività e la gioia di vivere di Tania fanno da contraltare sin da subito le difficoltà di Klara di riconciliarsi con la realtà, con la routine e con le piccole cose dopo le brutture della guerra, manifestando i tipici segni di stress post traumatico, a cui cerca di far fronte abusando di farmaci.

sentinella netflix

Per provare a far distrarre la sorella, Tania la porta con sé al Millenium, una nota discoteca di zona dove lei è un’habitué, e le due passano la serata nel locale fino a quando Tania va via con un gruppo di giovani e ricchi ragazzi russi che le ha presentato un amico. Klara, inizialmente diffidente, lascia andare la sorella e pensa anche lei a divertirsi e a ballare, ma al mattino quando non riceve notizie inizia a preoccuparsi. E fa bene, perché presto arriva una chiamata dall’ospedale, dove sua sorella è stata ricoverata dopo essere stata trovata da un passante sul lungomare priva di sensi e con evidenti ecchimosi sul volto. Tania è stata stuprata, picchiata ed è in coma.

Alla disperazione iniziale, in Klara subentra immediatamente dopo la rabbia e la voglia di vendicarsi cercando così il giovane russo con cui sua sorella si è allontanata dal Millenium, in quanto presunto colpevole dell’accaduto. È chiaro, come detto, che La Sentinella si stacca in men che non si dica da un potenziale film in grado di analizzare il PTSD o dinamiche legate all’operazione militare che gli dà il titolo, per virare su una storia di vendetta, catalogabile sotto la voce dei rape and revenge.

Il problema principale però è che tutto appare come già visto e rivisto in mille salse, e gli sviluppi diventano noiosi e finanche prevedibili. Il personaggio interpretato da Olga Kurylenko è affascinante nella sua cupezza e coi mille fantasmi che albergano la sua mente, ma gli aspetti delle sue problematiche rimangono solamente abbozzati nell’arco di 80 minuti in cui il regista Julien Leclercq corre spedito per portarci alla risoluzione della vicenda. Manca anche un villain di spessore, e i cattivi con cui Klara ha a che fare affogano negli stereotipi così come tutto il resto del film.

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Sono invece apprezzabili alcuni aspetti tecnici come la fotografia, con tinte plumbee che predominano e contribuiscono a dare quel senso di oppressione e tensione costante vissuto dalla protagonista.
Mancano, rispetto a qualche rape and revenge più iconico, particolari guizzi, atmosfere gore o l’accesso a quel consueto repertorio di frasi banali che però ben si sposano col concetto di vendetta.
Tutto questo ne La Sentinella è assente, per incrementare l’oscurità di un personaggio assai complesso che tuttavia gli 80 minuti scarsi di visione del film di Julien Leclercq non sviluppano a dovere.

La Sentinella (Sentinelle) è disponibile dal 5 marzo 2021 su Netflix.



Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.