L’inizio di una nuova era per la cultura videoludica italiana?

Stay Nerd ha da sempre a cuore l’ambiente fieristico italiano, soprattutto in virtù del fatto che non c’è niente di meglio che mostrare la propria passione in giro, permettendo alle persone di venire a contatto con mondi stupendi troppo spesso nascosti o ignorati. Ovviamente i tempi sono cambiati e, grazie ad esponenti di rilievo dimensioni artistiche come il fumetto hanno cominciato a diventare sempre più popolari e conosciute. Ma il videogioco?

L’industria videoludica è tuttora ignota ai più, o quantomeno si ignora il suo ruolo fondamentale tanto in campo economico quanto artistico. Un business che muove oltre un miliardo di euro in Italia e che vede interessato un numero sempre maggiore di studi di sviluppo italiani tra indipendenti e affermati, Un medium di importanza pari alle arti più note, con il bonus dell’interattività che, specie con l’avvento della realtà virtuale, sta diventando sempre più preponderante. In quest’ottica, la realizzazione di Let’s Play – Festival del Videogioco è sicuramente un’iniziativa da lodare: una manifestazione che si è avvalsa di numerose partnership e che, per la prima volta in Italia, è riuscita a creare un luogo di aggregazione monotematico dedicato ai videogiochi, intesi non solo come meri passatempi ma vere e proprie opere da osservare, analizzare e studiare, parlando al tempo stesso di tutto ciò che le circonda in vari ambiti e coinvolgendo addetti ai lavori per esplorarne ogni dettaglio.

Visitando la fiera, ubicata a Roma nell’ex caserma Guido Reni, opportunamente ribattezzata come il più moderno “Guido Reni District”, abbiamo avuto modo di osservare le tante attrattive messe in piedi dall’organizzazione che, in maniera abbastanza intelligente, ha deciso di suddividere l’area in due settori ben distinti in modo da accontentare tutti i palati.

La prima parte della fiera che saltava all’occhio erano i vari stand dedicati ai giochi, dove abbiamo trovato un gran numero di postazioni per provare diversi titoli già usciti e in anteprima. Tra quelli incontrati, sicuramente lo stand Nintendo è riuscito a spiccare: vuoi per l’uscita di Nintendo Switch, vuoi per una cura nei dettagli e nell’estetica superiori rispetto agli altri partecipanti. La divisione italiana della casa di Kyoto ha sicuramente allestito uno spazio ben caratterizzato, allietando i visitatori con vari giochi a disposizione: 1-2-Switch, The Legend of Zelda: Breath of the Wild e, in anteprima, titoli come Mario Kart 8 Deluxe, Splatoon 2 e Arms, mostrando tanto a noi quanto ai visitatori le indubbie potenzialità della nuova console.

Non sono però mancati anche i colossi Sony e Microsoft, la prima con un padiglione dedicato a PlayStation VR simile a quello visto alla Paris Games Week, con in più diverse TV e postazioni dove provare la recente esclusiva Horizon: Zero Dawn e la nuovissima build di Gran Turismo Sport, disponibile anche in combo postazione racing + VR, che abbiamo testato ben volentieri, rimanendone peraltro abbastanza soddisfatti. Il colosso di Redmond ha invece sfoggiato le sue esclusive di punta, ovvero l’eccellente Forza Horizon 3 e Halo Wars 2, con in più una meravigliosa Mustang portata per l’occasione da Ford, che faceva la sua cosiddetta porca figura nello stand Microsoft. La varietà era inoltre ulteriormente assicurata dalla rassicurante presenza di tanti altri sviluppatori dell’industria, con i loro intriganti stand, come ad esempio Bandai Namco.

L’altro lato della fiera, invece, si discostava dal lato consumer per parlare di videogiochi tout-court, attraverso sezioni dedicate a panel e incontri sul tema, con sviluppatori e addetti ai lavori e uno sguardo tanto al passato quanto al futuro del medium: da una parte, infatti, la fiera ha riservato uno spazio dedicato al retrogaming, con un’esposizione davvero notevole di console e cabinati degli anni che furono, rispolverando anche icone di un certo spessore come il Vectrex,  il Virtual Boy o il mitico MSX; dall’altra, invece, una nutrita schiera di sviluppatori indipendenti italiani hanno presentato i loro progetti, tra cui Daymare 1998 di Invader Studio e The Town of Light, horror psicologico di LKA, ma anche titoli come Ray Bibbia, divertentissimo mix tra typing game e bullet hell, di Morbidware. Tutti esempi, quest’ultimi, di una scena di sviluppo made in Italy che non fa altro che crescere sotto tutti i fronti.

Infine, Let’s Play si è anche distinto sul versante dei visitatori, con oltre 30.000 biglietti staccati, un successo tutto sommato buono viste le intenzioni nobili dell’evento e ragguardevoli se si pensa ai tempi di organizzazione decisamente ristretti e la novità che esso rappresentava. Non sappiamo se ci sarà una seconda occasione per questa fiera ma personalmente ci auguriamo di sì, quantomeno per ricordare a tutte le persone estranee al medium che l’industria videoludica non è solo “roba da bambini” né uno spunto per servizi denigratori dove stigmatizzare l’ennesimo videogioco maturo, bensì un’espressione artistica fatta e finita in grado di far appassionare persone di qualunque età, soprattutto ora che l’evoluzione della stessa comincia a toccare i picchi raggiunti da anni nel cinema… se non talvolta a superarli.