Little Big Workshop è una simulazione… nella simulazione

Uscito l’anno scorso su PC, approda adesso anche su console Little Big Workshop, un simpatico gestionale di Mirage Game Studios che punta a far uscire fuori il Jeff Bezos che è in voi. Il piccolo, grande simulatore mette subito le mani avanti e nella prima scena del gioco inquadra un tavolo, su cui è poggiata la fabbrica giocattolo, nella quale poi si svolgerà l’intero gioco.

Ti dice subito che quello che stai vivendo non è reale, è una simulazione di una simulazione, i tuoi impiegati stanno benissimo rinchiusi nella loro postazione di lavoro senza possibilità d’uscita. Perché in effetti una delle prime cose che mi sono venute in mente giocando è “Ma questa fabbrica non chiude mai? I miei dipendenti che svengono letteralmente dalla fatica, non hanno una famiglia da cui tornare? L’orario di lavoro è davvero 0-24?”. Insomma, sono davvero diventato Jeff Bezos?

Ma si tratta di uno dei pochissimi difetti del gioco, che ci ha davvero stupiti per quanto sia catchy, si lasci giocare con piacere e ti spinga a migliorarti grazie a un livello di sfida davvero buono. Gestire anche l’orario di lavoro e la turnazione dei dipendenti sarebbe infatti stato utile per un po’ di immersività in più, ma d’altra parte avrebbe anche rischiato di creare ulteriore difficoltà a un gioco già di per sé bello tosto.

little big workshop

Morbido solo nel look

Dietro alla sua grafica cartoonesca e all’aspetto leggero sul modello di Overcooked, si nasconde infatti un manageriale difficile da padroneggiare. Per fortuna il tutorial iniziale fa il suo egregio lavoro, anche se un po’ di chiarezza in più nelle fasi successive del gioco non avrebbe fatto male, ma tutto sommato prendere la mano con le varie meccaniche di gioco non è complicato. Le cose però presto iniziano a farsi serie.

Si parte con una fabbrica di modeste dimensioni: tre stanze, una piattaforma di carico e scarico merci e due impiegati. Little Big Workshop ti guida piano piano nei primi passi: l’acquisto di un macchinario per lavorare il legno, un piano da lavoro per assemblare gli oggetti creati e qualche svago nella sala ricreazione per far riprendere gli operai dalla fatica.

Poi, si inizia a lavorare. Abbiamo due modi di procedere: aspettare le commissioni dei clienti, oppure andare nella schermata del mercato e scegliere quale tipo di beni andare a produrre. Si parte con oggetti poco complicati come mensole, scaffali, sedie di legno, fino ad arrivare a giocattoli per bambini, sci, console per videogiochi, e ai livelli più alti anche chitarre elettriche e oggetti decisamente più elaborati.

Se scegliamo di accettare le richieste di un committente, naturalmente avremo delle scadenze da tenere in considerazione: occhio dunque a non fare il passo più lungo della gamba, perché accettare un lavoro troppo grande per le dimensioni della propria azienda significa non riuscire a finire nei tempi richiesti, con conseguente perdita di reputazione e guadagni.

little big workshop

Il tempo è denaro

Il tempo è infatti uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione: non basta scegliere di realizzare l’oggetto dal prezzo di vendita più costoso. Dovete pensare al costo delle materie prime, al tempo che si impiega per costruirlo e perfino alla fluttuazione del suo prezzo sul mercato. Un oggetto che oggi costa X, tra due giorni potrebbe costare la metà, o addirittura non essere nemmeno più richiesto, per cui se per costruirlo ci impiegate una settimana state letteralmente buttando via tempo e denaro.

Per aiutarci nell’orientamento in questo mare di possibilità ci sono i vari potenziamenti che si sbloccano andando avanti nel gioco. Con una sorta di skill tree che ricorda quelli dei GDR, è possibile utilizzare i punti guadagnati nel gioco per sbloccare il consulente di mercato, che ti aiuta a prevedere i prezzi degli oggetti nel breve e medio termine, a tutti i vari macchinari nuovi che aiutano a risparmiare tempo nella produzione di oggetti.

Come detto infatti si parte con un banchetto da lavoro quasi amatoriale, ma andando avanti nel gioco potremo acquistare macchinari per fondere plastica e metallo, per cucire e dipingere le nostre creazioni, ma anche seghe circolari, presse idrauliche, e quant’altro, realizzando postazioni sempre più avanzate con le quali diventare una fabbrica sempre più efficiente.

Ma come immaginerete, gestire una fabbrica è complicato, per cui ben presto scoprirete di dover tenere d’occhio un importante numero di elementi: andando avanti nel gioco ad esempio, avrete bisogno di assumere più operai, e quindi gestire la coda delle attività dei vari processi di produzione diventa più complicato, senza contare poi l’aumento delle spese settimanali per via degli stipendi.

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The Sims, scansate

Quella della coda delle attività è un’altra gatta da pelare ed è una delle operazioni chiave del gioco: dovrete stare attenti a costruire abbastanza postazioni di lavoro, suddividendo il lavoro tra esse, per non rischiare di averne alcune sature di azioni da eseguire e altre inutilizzate. Se guardate l’immagine delle operazioni da pianificare per costruire un oggetto avanzato, capirete che dietro c’è da gestire una coda di attività che The Sims, scansate.

little big workshop

E non dimenticatevi della loro manutenzione: i vari apparecchi tendono a deteriorarsi con l’utilizzo. Il gioco inoltre vi offre anche la possibilità di sovraccaricare i vari macchinari: così facendo accelererete i tempi di produzione, ma anche quelli di usura delle varie postazioni di lavoro, per cui vi dovrete assicurare di pianificarne le varie riparazioni.

Finita qui? Macché! Un impiegato felice lavora meglio, per cui dovrete occuparvi sia di tenerlo riposato che di intrattenerlo allestendo una sala relax confortevole (con TV, macchine per il caffè, videogiochi e quant’altro).

Inoltre, se è vero che macchinari più efficienti facciano risparmiare tempo e fatica, è anche vero che non siano proprio una gioia per gli occhi (quanti di voi per rilassarsi guardano le immagini di una pressa idraulica?), per cui dovrete comprare l’occasionale piantina grassa e qualche decorazione per rallegrare un minimo il colpo d’occhio dell’ambiente lavorativo. Il tutto tenendo d’occhio il portafogli (che per fortuna vi permette di fare fino a 5.000 dollari di debiti prima di dichiarare bancarotta) e il tempo richiesto per le varie commissioni.

E per non farci mancare niente, di tanto in tanto il gioco ti mette di fronte a eventi casuali particolarmente bizzarri che dovremo risolvere nel più breve tempo possibile, dalla formazione di muffa nelle stanze a dei lumaconi che attaccano i dipendenti prosciugandogli l’energia. Insomma, non se ne esce.

Ma d’altronde è proprio questo che si ricerca in un gestionale: che ti prenda e si lasci giocare senza risultare inutilmente facile o tanto difficile da risultare tedioso, e Little Big Workshop in questo ha completamente centrato l’obiettivo.

Se avete sempre sognato mettervi al timone di una fabbrica di simpatici ometti tuttofare, potreste aver trovato il gioco che fa per voi. Se fosse il vostro sogno anche nella vita, ricordatevi di pagare le tasse, e gli straordinari ai vostri dipendenti.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.