Mario RPG with a twist!

Nintendo è bravissima a creare brand seriali, molti dei quali diventano a dir poco mitici e sicuramente uno di questi è l’intero universo dedicato all’idraulico italiano. La forza mediatica del baffuto protagonista, il suo impatto nella cultura videoludica e nell’immaginario collettivo ha fatto sì che dopo ben 30 anni di attività Mario sia ancora fulgido come solo una star immortale può esserlo.

Anche se i videogiocatori invocano a gran voce un nuovo episodio di Mario Galaxy che purtroppo ancora non si vede all’orizzonte, la casa di Kyoto insieme ad Aphadream ha invece pubblicato un nuovo capitolo dello spinoff mariesco tra i più apprezzati: parliamo di Mario e Luigi Papar Jam Bros (conosciuto in Giappone come Mario e Luigi RPG Paper Mario Mix, forse titolo meno criptico e più azzeccato…).

Questo vuol dire che ci siamo tuffati a capofitto nel nuovo gioco di ruolo action e siamo qui per dimostrarvi perché questo Natale avete un altro regalo da farvi e non potete mancare questo appuntamento.

Mescolare le carte

La storia raccontata in Mario e Luigi Paper Jam Bros è come sempre semplice e immediata, come la serie ci ha abituato, ma allo stesso tempo aggiunge nuovi elementi tanto da avere un risultato allo stesso tempo accattivante e coinvolgente.

Tutto ha inizio con un  maldestro Luigi che, in una vecchia stanza polverosa del Castello della Principessa Peach, rovescia un Libro sconosciuto, aprendolo. Il Libro racchiude tra le sue pagine le vite e le avventure di un mondo parallelo, il Mondo di Carta di Paper Mario e in seguito alle azioni di Luigi, tutti gli abitanti di Carta i riversano nel mondo tridimensionale di Mario e Luigi.

I primi a comparire sono i Toad cartacei, a decine, che si disperdono per i monti e le valli di tutto il regno dei funghi, seguiti dalla Principessa Peach 2D e da Mario di Carta, il Paper Mario che abbiamo imparato ad amare in tante avventure dai tempi del Nintendo 64.

Il portale però è stato anche veicolo di invasione dei perfidi cattivi del Regno di Carta, da Bowser a Kamek, dai Goomba ai Paratroopa, l’esercito di cattivi raddoppia di numero e allo stesso tempo raddoppiano i problemi da risolvere.

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Dapprima la missione principale di Mario e Luigi a cui si associa Paper Mario è solo quella di recuperare i Toad di carta dispersi, ma ben presto la linea narrativa si arricchisce di enigmi da svelare, aggiungendo al brodo già ricco, il classico rapimento delle principesse, i guai combinati dai due Bowser Junior e un incomprensibile accumulo di cristalli da parte del cattivone sputa-fuoco.

Tutto avrà la sua spiegazione e i colpi di scena ci saranno e faranno divertire, grazie a una narrazione veloce e puntuale, con rivelazioni ben dosate e dialoghi esilaranti e freschi. Le scene di  intermezzo e i siparietti tra i personaggi sono qualcosa di magistrale, per idee, cura del dialogo e continui rimandi ironici e autoironici all’intera saga dell’idraulico italiano. Tutto il gioco si mantiene costantemente sopra le righe, leggero e divertente, una piccola perla che potrebbe tranquillamente insegnare a chiunque che non bisogna essere dark e violenti per tenere i giocatore attaccato a una console e fargli godere una storia. Mario e Luigi Paper Jam prende tutti i cliché della saga e li rimescola e lo fa con il solo intento di giocare con chi ha la console per le mani, per fargli capire che tutti i meme che compaiono su internet, tutti gli articoli ironici e dissacranti che hanno come protagonisti gli iconici idraulici italiani sono stati ampiamente recepiti, masticati, digeriti e riproposti in salsa comica. Vedere Luigi che si dispera perché la principessa Peach ringrazia solo Mario e sentire Toadette che afferma che ha dato la caccia a un tesoro o due nel corso della sua vita, fa sorridere ovviamente, ma fa anche pensare che, seppure in maniera indiretta o per vie traverse o semplicemente per osmosi, siamo ormai stati plagiati dalla cultura pop made in Nintendo, tanto capillari e serpeggianti sono i rimandi a tutte le saghe che ha creato.

Mario e Luigi Paper Jam racconta una storia semplice, chiara e relativamente lineare, ma lo fa in modo impeccabile, senza cali di tono e senza esagerare da nessun lato, avendo in mente l’idea di dover divertire l’utente. E il risultato è ottimo! Anche se non propriamente esente da difetti.

Il fatto di essere composta da una serie di cliché marieschi, rende Mario e Luigi Paper Jam purtroppo schiavo di uno svolgimento dei fatti un po’ telefonato, e l’unica vera novità sta tutta nel fatto che ci sono le figurine in giro per il mondo. Non c’è il guizzo geniale come in Bowser’s Inside Story dove molta azione si svolgeva all’interno di Bowser, o nel mondo dei sogni di Luigi come in Dream Team Bros. È una storia che ci tiene a rimanere con i piedi per terra, coerente con l’universo in cui è ambientata, del tutto presa a rendere omaggio al franchise a cui appartiene.

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Un livello o due

Paper Jam è il quinto capitolo della serie Mario e Luigi RPG e quindi prosegue con lo stile di gioco dei capitoli precedenti: è un gioco di ruolo con fortissimi elementi action, con un sistema di combattimento ibrido, che rende unica questa serie fin dai suoi esordi.

Però in quest’ultimo capitolo le cose si sono fatte molto più complicate e tutto grazie all’introduzione di un solo elemento di disturbo: il Mario di Carta. Questa piccola aggiunta ha alterato profondamente la resa finale in termini di gameplay senza necessariamente modificarne il concept.

Andiamo con ordine: il party di personaggi controllati dal giocatore ora è composto da Mario, Luigi e Paper Mario. Rispetto alle edizioni precedenti, il personaggio in più ha reso indispensabile modificare in parte il sistema di input e adattarlo alla nuova presenza. Come sempre ogni eroe è associato a un preciso tasto (la A per Mario, la B per Luigi e per finire la Y per Paper Mario. Quando però ci troviamo a girovagare per la mappa di gioco, con la semplice pressione del tasto X possiamo far saltare l’intero gruppo contemporaneamente, per snellire le fasi di esplorazione e inseguimento. D’altronde la presenza di Paper Mario apre il gameplay a nuove soluzioni, come la possibilità di sfruttare la sottigliezza del personaggio di carta per raggiungere aree lontane e passare attraverso anfratti piccolissimi e performare azioni speciali in trio, come volare sottoforma di aeroplanino, o colpire con il martello caricato.

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Ma non è finita qui: il vero salto di qualità sta tutto nei momenti di combattimento. Da una parte i due fratelli tridimensionali rispolverano il vecchio arsenale di trucchi e mosse combinate (il guscio rosso 3D e il fiore di fuoco sono delle belle riproposte) accanto a nuove coreografie. Tutte le novità stanno però nel personaggio di Paper Mario, il vero terzo incomodo che si porta appresso un po’ di regole mutuate dai giochi a lui dedicati e mixate appunto con il gameplay di questa serie. Innanzitutto, Paper Mario è in grado di moltiplicarsi in un numero limitato di copie che hanno il compito non da poco di assorbire i danni immolandosi al posto degli HP e poi ancora più importante riescono a aumentare proporzionalmente la potenza degli attacchi eseguiti da Paper Mario. A questo poi, dobbiamo aggiungere i cosiddetti Attacchi Trio, che permettono di eseguire un formidabile assalto da parte di tutti e tre i personaggi, sfruttando le capacità di trasformazione in origami di Paper Mario con la pura potenza fisica degli altri due fratelli. E quindi vedono la luce l’attacco Aquilone, l’attacco Elica e tante altri soluzioni più o meno folli.

Lo svolgersi del gioco è invece simile agli altri capitoli, con i combattimenti organizzati a turni, arricchiti dall’apparato action che rende veramente divertente questo gioco. La pressione a tempo del tasto corrispondente  aumenta  o moltiplica la potenza del singolo attacco e allo stesso modo in fase difensiva si possono usare una serie di contrattacchi per neutralizzare o ribaltare gli assalti nemici, in un pericoloso gioco di riflessi. Padroneggiare il sistema di gioco corrisponde a imparare un mix ben riuscito di strategia (molto spicciola, in realtà, come usare gli attacchi di fuoco contro i nemici di carta) e allenamento vero e proprio (conoscere bene tutti i tempi per i contrattacchi e per gli attacchi caricati è una cosa che vi porterà via un po’ di tempo).

La crescita dei personaggi è lineare e comune ai tre, che via via che progrediscono nella storia acquisiscono i proverbiali punti esperienza, ingigantendo i propri parametri livello dopo livello. Esistono delle milestone durante lo sviluppo dei personaggi, chiamate Classi. In realtà l’unica cosa di buono che hanno queste classi è la possibilità di scegliere un parametro fuori busta, come la possibilità di indossare un accessorio in più, o di focalizzare il proprio personaggio sulla difesa o sull’attacco o sull’accumulo di punti vita.

Purtroppo, se pensate ai canonici JRPG con tonnellate di parametri a cui dare retta, menu e submenu nascosti e annidati dietro schermate di inventario, allora siete sul canale sbagliato. Questo gioco fa della snellezza e dell’immediatezza il suo marchio di fabbrica, tanto che tutto è quasi schematizzato. Le classi si sbloccano automaticamente, e sono identiche per tutti i personaggi, nell’ordine prestabilito e incontrovertibile. Lo stesso equipaggiamento è molto scarno, diviso tra tute, guanti e martelli, che modificano i parametri in maniera molto elementare, tanto che trascorrerete pochissimo tempo nei menu, pensando solo a giocare. Poi, avendo a disposizione solo tre personaggi, tutto quello che non vi serve lo potrete vendere senza pietà, facendo sì che il denaro non diventi un vero problema.

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C’è un aspetto però che è nuovo (relativamente) nel gioco e che effettivamente aggiunge un qualcosa in più alle battaglie, ed è rappresentato dal sistema di Carte, che, se lanciate durante una battaglia come se fossimo in una partita di Magic, alterano i parametri dei nostri giocatori, infliggono danni ai nemici e comunque possono influenzare l’andamento dello scontro. Il limite di utilizzo di queste carte sono i Punti Stella, accumulati combattendo. L’utilità delle carte è cruciale soprattutto durante le boss battle che possono essere lunghe e toste, alzando paurosamente il livello di sfida. Questi combattimenti che scandiscono i momenti più importanti del gioco rappresentano la summa del gameplay, dove si fondono tutti gli elementi più caratterizzanti, dalle sezioni action a quelle strategiche.

Un ultimo aspetto del gioco che merita di essere menzionato sono le sfide con i Modelloni, che non sono altro che la versione Paper Mario dei Mech, giganti costruzioni MarioMorfe che si combattono sul campo di battaglia. Tutte sono costruite di cartone e sono  modellate sulle fattezze dei personaggi del gioco, da Mario a Yoshi, fino alla Principessa Peach e ciascuno di loro ha delle caratteristiche che li rendono unici. Le battaglie sono poche durante il gioco e servono a spezzare l’andamento dell’avventura e a regalarci un po’ di divertimento alternativo.

A Carte Scoperte

L’aspetto grafico di Paper Jam è coerente con quello delle serie precedenti e quindi colorato, spensierato e allegro. Le animazioni dei personaggi tridimensionali sono molto simili a quanto visto nei capitoli precedenti, tanto che alcune di esse sono state prese di sana pianta dai giochi passati e riprodotte qui quasi crudamente.

I personaggi di carta sono abbastanza cartosi e ben realizzati, con buona cura della loro interazione con l’ambiente e lo stesso possiamo dire dei Modelloni e delle costruzioni  di cartone che ci sono in tutto il Regno Dei Funghi.

Per il comparto sonoro, il gioco si attiene sugli standard più che buoni delle produzioni Nintendo, con continui rimandi musicali ai giochi precedenti, rendendo di fatto questo gioco un enorme easter egg a uso e consumo dei fan.

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Per essere un’avventura e un gioco di ruolo, la storia vi terrà incollati al 3DS per oltre trenta ore, che sono effettivamente non tantissime se consideriamo quello a cui ci hanno abituato altri titoli del genere (oltre cento ore per Bravely Default, per esempio…) ma sono un ottimo compromesso per un gioco che ha da offrire tanto divertimento immediato e ben scandito. Inoltre, per allungare, e anche di tanto, il brodo è presente una sala giochi virtuale in cui è possibile rigiocare a livello più alto tutte le boss battle e i combattimenti tra modelloni, oltre a una sezione di minigiochi che pescano a piene mani tra le Mosse Trio trasformandole in piccoli arcade in cui sfidare la propria pazienza e i propri riflessi. Quindi in definitiva, di carne al fuoco ce ne è tanta e il tempo che trascorrerete in compagnia con questo gruppo di personaggi sarà tanto. Forse anche di più…

 

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.