Dal 13 giugno in fumetteria c’è Melvina, la nuova proposta di BaoPublishing rivolta ai lettori più giovani

Una zazzera di capelli rossi, due grandi occhiali tondi e il broncio tipico della prima adolescenza. Signore e signori, vi presentiamo Melvina, una delle ultime arrivate in casa BaoPublishing.

Ideata, disegnata e raccontata a Rachele Aragno, Melvina ha tutte le carte in regola per diventare la protagonista di una bella saga per young adults. I mondo di Aldiqua immaginato dalla Aragno è la summa di tanti regni incantati ricorrenti nella letteratura per ragazzi, resa più preziosa dall’apporto personale dell’autrice. L’interazione uomo-animale, la protagonista come prescelta e il ritorno a casa come viaggio di formazione sono tutti elementi già noti, che l’autrice smonta, mescola e ri-assembla con un certo gusto per il dettaglio e per l’immaginazione. 

Melvina: tra il Mago di Oz e Alice nel Paese delle Meraviglie

La storia di Melvina nasce, come spesso accade in questo tipo di narrazione, da una situazione di disappunto e disagio. Nel caso della protagonista si tratta del trasferimento dei genitori in una nuova casa e – soprattutto – dalla perdita dei nonni. Troppi cambiamenti per la piccola protagonista, che soffre della mancanza di ascolto da parte dei suoi: sarà proprio l’intenso desiderio di crescere per poter essere finalmente presa sul serio a mettere in moto tutta la serie di eventi che compongono questa particolare avventura.

Così, stufa del comportamento dei genitori, Melvina approfitta dell’incontro con l’anziano Otto per lasciarsi coinvolgere in un viaggio extra-dimensionale, in cui gli animali parlano (ma non tutti la stessa lingua), i desideri si avverano (ma a quale costo?) e lei è la prescelta, destinata a salvare il mondo. melvinaLà dove l’originalità potrebbe risultare carente, Melvina accoglie il lettore con una serie di riferimenti ben noti, oltre che con una struttura narrativa più che comprovata. Il passaggio di Melvina in un’altra dimensione, così come il risentimento verso i genitori, sono topoi ricorrenti della letteratura dedicata ai più giovani. La motivazione è anche funzionale: rendere la protagonista un modello in cui i lettori possano riconoscersi e attraverso la quale possano vivere un’esperienza formativa.

Un fumetto per elaborare la crescita

Racconta Rachele Aragno nella postfazione della sua graphic novel: “Avevo tredici anni quando venne a mancare mio nonno, il mio secondo padre. Fino a quel momento la mia infanzia era stata perfetta, una piccola bolla rimasta inviolata dal mondo esterno“. Melvina, dunque, è una sorta di alter ego dell’autrice grazie al quale ha potuto superare un momento difficile, un momento purtroppo inevitabile, quello della perdita dei propri cari.

Si tratta di un sentimento forte, forse la prima vera esperienza dolorosa nella vita di un ragazzino, che chiede di essere accompagnato anche da letture che riescano a illuminare questo delicato risvolto della crescita. Melvina può assolvere a questo compito, parlando della difficoltà del distacco e mostrandola nell’importante fase in cui si trasforma il dolore in accettazione e si impara ad andare avanti.

 

Anche nel racconto della morte dei nonni, oltretutto, la Aragno ricorda altro must della letteratura: la loro scomparsa, infatti, è rielaborata nella fantasia dell’autrice come un sacrificio estremo fatto dai due anziani progenitori per proteggere la protagonista, neonata, dalle grinfie del villain Malcape, un po’ come i due James e Lily Potter con il piccolo Harry.

Attento a quel che desideri…

Un altro tema importante di Melvina è la riflessione sulle aspirazioni dell’infanzia.

Il potere di Malcape, con cui ha sottomesso tutto il regno di Aldiqua, si basa proprio sul credito che gli danno i suoi abitanti. Il mostriciattolo promette la realizzazione di un desiderio, il più sentito e importante: tuttavia, come spesso accade nelle fiabe, il costo supera il beneficio. Tutti gli abitanti di Aldiqua sono vincolati a Malcape da una sorta di pena del contrappasso, da chi perde la capacità di amare a chi invecchia prematuramente. Il monito, dunque, è abbastanza chiaro: attenti a quel che desiderate, perché potrebbe avverarsi.

La differenza tra Melvina e gli altri personaggi, caduti nella trama di Malcape, è l’accettazione della vita per com’è e l’abbandono dell’ansia di voler crescere prima del tempo. Anche in questo caso, si tratta di un messaggio dal valore altamente formativo per i lettori che – in quella delicata fase della vita che è l’adolescenza – soffrono spesso della loro condizione transitoria, del loro non essere più bambini, ma non ancora adulti.

melvina

“Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare; la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare; e la saggezza di conoscerne la differenza” recita una famosa preghiera. Accettare il flusso della vita e le novità – per quanto strane o dolorose possano essere -, senza inciampare nella rassegnazione, è una delle grandi lezioni con cui prima o poi tutti dobbiamo fare i conti. Tanto meglio, allora, tentare di ispirare il pubblico con un’avventura dai toni semplici, ma dai contenuti importanti: niente ci forma di più di una bella storia.

Melvina, in conclusione

Non privo di salti di trama o di momenti di confusione narrativa, Melvina assolve comunque al suo scopo e getta le basi per quella che potrebbe essere una buona saga.

Rachele Aragno attira immediatamente l’attenzione del lettore grazie al suo stile grafico rapido ed elegante. La protagonista ha un look efficace, con caratteristiche accattivanti (gli occhiali tondi, i capelli rossi, il maglione verde) che la rendono riconoscibile, i comprimari hanno – allo stesso modo – un design interessante e il tutto è reso estremamente piacevole dall’uso dell’acquerello, che accentua il tono sognante del racconto

Melvina si accosta al genere con spontaneità, evitando di costruire a tavolino un prodotto “per ragazzi”, ma parlando naturalmente il loro linguaggio: dalla penna leggera e sorridente, la Aragno si può permettere di toccare temi forti come la morte (o la non-nascita) senza rischiare di incorrere in toni cupi, ma dando il suo sentito contributo a un genere che richiede sempre più cura, attenzione e sensibilità. 

Melvina è in fumetteria dal 13 giugno, pubblicato da BaoPublishing. 

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Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.