Mostri in TV!

Senza alcun dubbio il titolo più atteso del primo trimestre del 2018 è Monster Hunter: World, che riporta il franchise sulle nostre console, dopo Monster Hunter Tri su Wii U.
Si tratta di un titolo che è quasi sempre stato portatile, senza giovarne. L’estremo tecnicismo che lo caratterizza, assieme all’anima da multiplayer coop, certamente si sposa meglio con macchine da gioco fisse, anche semplicemente per il sistema di controllo più preciso (e meno doloroso per le mani) offerto da un tradizionale controller.


Capcom ci ha gentilmente messo a disposizione due beta, una chiusa e una aperta, per testare il gioco più approfonditamente, dopo la prova che avevo potuto fare alla Gamescon di Colonia. Rispetto a quella build, quella proposta ora al pubblico può vantare ben tre missioni di difficoltà crescente e due mappe distinte. Il tutto giocabile in cooperativa online o in single player. Insomma, era possibile sia farsi i giretti per esplorare le mappe, sia andare dritto all’obiettivo assieme ad altri giocatori. Non male.

Iniziamo subito dalle mappe, sicuramente l’aspetto che più ha giovato dell’abbandono del 3DS. Le microaree collegate da caricamenti sono solo un ricordo, ed ora la mappa è unica. La draw distance è interessante, e riesce a restituire al giocatore la sensazione di muoversi in una natura infinita e incontaminata. È inoltre possibile esplorare anche in verticale più che in passato, e questo elemento si aggiunge al discorso su una natura grande e viva, nella quale spostarsi liberamente. Concorre a tutto ciò un motore grafico che già si comporta più che bene, tratteggiando a schermo una grandissima quantità di dettagli, tra piante, colonne di formiche che si muovono, orme lasciate sulla sabbia ed enormi bestie nella loro routine. Mi sarei aspettato qualcosa in meno su Playstation 4 fat e invece sono rimasto piacevolmente colpito da quanta roba si muove su schermo, quindi brava Capcom! Quello che era il più grande difetto di Monster Hunter, l’incapacità di esprimere sul pessimo schermo 3DS tutta la bellezza che avrebbe potuto invece mettere in scena, ora non c’è più, e World promette finalmente di brillare come avremmo sempre sperato, ammesso che i ragazzi di Capcom riescano a consegnarci un numero abbastanza ampio ed esteticamente variegato di mappe.

Ma passiamo a quello che era il pregio più grande di Monster Hunter: la caccia e il gameplay. Sotto questo punto di vista Capcom sembra avere abbassato un po’ il tiro rispetto ai giochi portatili, comprensibilmente. Se vuoi produrre un gioco per console fisse spendi di più, e quindi devi vendere ad un pubblico un filo meno hardcore. Nonostante questa apertura, Monster Hunter World mantiene la sua anima: è difficile, i movimenti sono legnosi, le mosse spesso lente e da ponderare prima, studiando bene pattern di attacco e movimento degli avversari. Rimangono le tantissime armi a disposizione, ognuna peculiare e, almeno sulla carta, in grado di dire la sua all’interno di un party con l’obbiettivo di abbattere le bestie più grandi.

Ovviamente in sede di hands on sarebbe stato impossibile testare approfonditamente ogni arma, anche per la limitata quantità di missioni e la loro relativa semplicità. Riguardo gli altri oggetti, abbiamo ritrovato molti classici e qualche new entry, e sembra che come da tradizione questi saranno utili per le cacce più avanzate contro le bestie più grandi.
In apertura del seguente paragrafo vi ho accennato ad una semplificazione, rispetto al passato, e questa è rappresentata dagli insetti guida, il GPS del mondo di Monster Hunter. Questa nuvola, luccicante e verde, segnala al giocatore la strada da seguire, indicando i punti su cui indagare per proseguire la caccia. Inoltre gli insettini si prendono anche la briga di segnalare le piante e, più in generale, ogni elemento con cui è possibile interagire.
Questo toglie un po’ di immersione, limitando la ricerca dell’obbiettivo prestando attenzione all’ambiente. Inoltre, se da una parte la maggior quantità di dettagli a schermo potrebbe confondere, la rinnovata pulizia generale renderebbe molto più interessante l’esplorazione e la scoperta senza indicatori di sorta, mentre ad ora pare piuttosto semplice trovare i mostri. Vedremo se per l’uscita ufficiale del gioco Capcom vorrà permettere ai giocatori più hardcore di affrontare tutta l’avventura “alla vecchia maniera”.

monster hunter world hands on beta

Complessivamente comunque le aspettative su questo Monster Hunter World sono alte ed anche molto. Lo sviluppatore giapponese ha lavorato bene sotto il profilo tecnico ed estetico, liberando dalle catene del 3DS la serie e portandola dove dovrebbe stare. La vegetazione è bellissima, sembra non finire mai, e gli animali che ci si muovono dentro aumentano la sensazione di una realtà che vive attorno a noi. Il gameplay è rimasto immutato nelle basi, nonostante sfrutti il pad in modo intelligente per permettere di effettuare le operazioni di cura, e più in generale di consumo di un oggetto, con una rapidità prima sconosciuta, nonostante rimanga disponibile anche il sistema tradizionale. Quello che non convince è il sistema di insetti guida, che toglie fascino e pepe all’esplorazione, alla caccia e allo studio degli scenari. Possiamo sperare che Capcom, anche in questo caso, permetta ai giocatori di scegliere se utilizzare o meno questo sistema. Per ora non vediamo l’ora di mettere le mani sulla versione completa.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.