La nave sepolta, su Netflix, ci racconta storie d’amore e la grande passione per l’archeologia, con la Seconda Guerra Mondiale sullo sfondo

Netflix riporta alla luce la storia degli scavi di Sutton Hoo del 1939, una delle più grandi scoperte archeologiche della Gran Bretagna, e lo fa attraverso La nave sepolta (The Dig), film diretto da Simon Stone nonché adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da John Preston nel 2007.

La situazione politica europea brulicava e l’ombra della Seconda Guerra Mondiale si tramutava ormai in una presenza concreta. Al contempo, nel Suffolk, l’archeologo Basil Brown (Ralph Finnes) veniva assunto dalla proprietaria terriera Edith Pretty (Carey Mulligan) per scavare dei tumuli sui suoi terreni, che da sempre hanno generato curiosità nella donna e nel suo defunto marito.
E tale curiosità trova presto consistenza, perché poco dopo l’inizio degli scavi il signor Brown si imbatte nello scheletro di una enorme nave risalente al periodo anglosassone.

La passione per l’archeologia

Da questo punto di vista La nave sepolta entra subito a gamba tesa nel clou della storia, azzerando le possibilità di tediare lo spettatore con un eccessivo dilatarsi degli eventi circostanti, ma eliminando anche un minimo di tensione narrativa per quello che sulla carta sembra il tema della pellicola.
Il punto, però, è che la grande scoperta archeologica diviene il pretesto per un racconto più ampio in cui la storia si mescola all’amore ai sentimenti, spesso incrociati, dei protagonisti de La nave sepolta.

nave sepolta

Ognuno è profondamente diverso dall’altro, ognuno ha un background complesso da raccontare, a partire ovviamente dai protagonisti della vicenda, come Edith, una vedova con la grande passione per l’archeologia ma purtroppo seriamente malata e preoccupata per il futuro del figlio Robert (Archie Barnes), destinato a restare orfano e già privo di quella figura paterna che cerca e vede un po’ in Basil Brown, quest’uomo umile ma determinato, a suo modo affascinante e che incuriosisce anche la stessa Edith.
Due mondi totalmente diversi e distanti pure dal punto di vista economico e sociale, che tuttavia si incrociano attraverso due individui dal cuore nobile e uniti dalla medesima passione.

L’amore, in qualche modo, allaccia anche persone apparentemente lontane tra loro e questo a prescindere da tutto, finanche da stereotipi e convenzioni sociali, ancor più in un periodo storico in cui alcuni temi come l’omosessualità erano un vero tabù, accarezzato e sfiorato infatti da una delle tante storie che La nave sepolta ci fa intravedere, lasciandole poi ai margini.
Perché in effetti il film diventa, nella sua seconda parte, una sorta di racconto corale grazie alla nuova squadra di scavatori e archeologi inviata dal British Museum, a cui si unisce in primis Charles Phillips (Ken Stott), che prende sostanzialmente il comando delle operazioni al posto di Brown, e poi Stuart Piggot (Ben Chaplin) e sua moglie Peggy (Lily James), mentre facciamo una conoscenza un po’ più approfondita del cugino di Edith, Rory (Johnny Flynn), con la passione per la fotografia e per questo una sorta di presenza fissa al sito archeologico.

Un cast di prim’ordine

nave sepolta

Un cast artistico quindi di tutto rispetto dove ognuno fa la sua parte e la fa egregiamente, a partire da Ralph Finnes eccezionale nel mostrarci la tenacia ma anche la fragilità di un uomo tutto sommato semplice e buono come Basil Brown, o anche Carey Mulligan, che nonostante inizi a diventare un po’ monoespressiva nelle sue performance, con quel volto appeso e contrito, lo fa indubbiamente evidenziando tutto il dolore del suo personaggio che, al netto di una condizione economica e sociale privilegiata, ha avuto una vita assai complicata.

Personaggi, quindi, che ruotano attorno al grande scavo, focus e pretesto di un racconto narrato da Stone con una semplicità e una sensibilità sublime, facendoci appassionare al certosino lavoro della troupe di archeologici e le scoperte che fanno passo dopo passo, trasalendo per l’emozione di tanto in tanto.

I sentimenti, per un altro essere umano o semplicemente per il proprio lavoro e per le proprie passoni, sono fondamentali soprattutto in un contesto bucolico avvalorato dalla sapiente fotografia di Mike Eley ma squarciato all’improvviso dagli aerei della RAF, che volano pronti per la guerra imminente.
La nave sepolta, in egual misura, entra prepotentemente nel catalogo Netflix (dal 29 gennaio 2021) con un racconto particolarmente intenso, dove la storia riesce a mescolarsi in maniera perfetta con l’amore, la passione e i sentimenti.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.