Next Update: tutte le novità!

Sono trascorsi quasi due anni dall’uscita (burrascosa) di No Man’s Sky, ambizioso simulatore di galassie ad opera di Hello Games. Un titolo che fece discutere, spaccò l’utenza e la critica, e creò un caso videoludico più unico che raro. Ovviamente ci riferiamo alle polemiche relative ai contenuti, promessi e sbandierati in fase di campagna marketing, tagliati nel corso dello sviluppo, o comunque non presenti al momento dell’uscita nei negozi.

Nonostante le ripercussioni del lancio, gli autori di No Man’s Sky non si sono arresi ma hanno continuato a migliorare costantemente la loro creatura nel corso dei mesi. Ebbene, dopo tre major update, eccoci arrivati a una svolta. Una delle più importanti dal lancio.
Parliamo di Next, enorme update (grande quasi quanto il gioco originale) capace, se non di stravolgere in ogni aspetto, di generare un terremoto abbastanza potente (oltre a segnare il debutto su Xbox One).

Avviata una nuova partita (sarà possibile comunque, bug a parte, continuare da un salvataggio precedente) le differenze saltano subito all’occhio: a dispetto di un menù pressoché identico, non possiamo non accorgerci dei piccoli ma numerosi miglioramenti estetici. Ogni cosa, animale o superficie, presente nei pianeti procedurali è più bella e più curata. Anche il sistema di risorse è cambiato: elementi prima comuni sono stati sostituiti da altri (come il ferro con la polvere di ferrite), ulteriori sono scomparsi e nuovi hanno fatto capolino. Un’importante riscrittura che non solo ha modificato alcuni automatismi e una routine a cui eravamo abituati, ma ha donato maggiore articolazione ai singoli elementi, ora minori nel numero ma più versatili. L’introduzione del Raffinatore Portatile (capace di lavorare le nostre risorse) aggiunge profondità e alleggerisce il gameplay dal cappio del crafting ossessivo-compulsivo pre-Next. Potremo, ad esempio, partendo dalla polvere di ferrite, arrivare alla ferrite pura e infine a quella magnetizzata. Un piccolo chimico sempre con noi, in pratica.

Un interessante ampliamento è quello offerto dalla possibilità di costruire la nostra base in qualsiasi punto della galassia, che ci permette finalmente di sentirci come dei veri e propri colonizzatori. Evoluzione esperienziale che non modifica solo il nostro stato d’animo di fronte al nostro “impero immobiliare”, ma che ci permette di far germogliare in noi il pensiero di non essere più solo dei semplici visitatori (da leggere anche come spettatori) di quello sconfinato e sperduto universo procedurale, ma degli abitanti veri e propri. Aspetto che, tra l’altro, non è vincolato alla sola dimensione “terrena” ma si estende ai cieli sopra la nostra testa: è, infatti, possibile realizzare delle basi all’interno dei mercantili. Basi personalizzabili e progettabili secondo le nostre esigenze, in termini di spazi, numero di stanze, ecc…

Per rimanere in tema spaziale, accenniamo rapidamente all’introduzione delle fregate, cioè di piccole navi che potranno accompagnare i mercantili e che, intervenendo con comandi appositi, potranno essere inviate in lungo e in largo a raccogliere materiali preziosi al posto nostro.

Al netto di questi importanti e succosi mutamenti, l’attenzione principale non può che ricadere su due aspetti in particolare: parliamo dell’introduzione della terza persona e del multiplayer online.
Per quanto riguarda la prima, beh c’è poco di cui parlare, in effetti: si tratta di un passaggio di prospettiva decisivo, sia in termini di esperienza sia per piccole ma rilevanti differenze di gameplay: è vero che gli spostamenti a piedi potrebbero essere meno immersivi e contemplativi rispetto al passato e lo shooting non essere allo stato dell’arte, ma è altresì vero che muovere la nostra astronave ha tratto un enorme giovamento dall’apertura del campo visivo e dal posizionamento della telecamera alle spalle del nostro avatar. Ho parlato di avatar perché sì… dopo tutto questo tempo riusciamo a vedere come siamo fatti; a vedere i nostri movimenti un po’ sghembi e a cambiarci “d’abito” attraverso un profondo e funzionale editor del personaggio (che non solo ci permetterà variazioni estetiche ma di scegliere la razza di appartenenza).

Invece, per quanto riguarda l’agognato e pietra dello scandalo multiplayer online le cose si fanno già più interessanti. Avviata una partita, infatti, avremo tre possibilità: il normale single-player, immetterci in una stanza di un nostro amico, oppure catapultarci in quella di uno sconosciuto. Fatta la nostra scelta un teletrasporto ci avvicinerà al nostro alleato con il quale condividere (anche in gruppo fino a un massimo di quattro giocatori) tutte le attività che comprendono la costruzione, l’esplorazione, la creazione e il combattimento (purtroppo non potremo condividere missioni e obiettivi): insomma non saremo più soli e potremo effettivamente incontrare, comunicare e giocare con altre persone. Realizzare quel sogno di condivisione e di avventura spaziale promesso prima del lancio e finora assente (se non con qualche rimedio tappabuchi di dubbia utilità).

No Man’s Sky: a che punto siamo?

Al quarto major update, No Man’s Sky assomiglia sempre di più a quella creatura lontana e mitologica descritta da Sean Murray nel corso delle sue deliranti e sognanti interviste. È vero, il multiplayer cooperativo e la terza persona spostano di qualche passo le sensazioni di solitudine contemplativa che potevamo trovare immergendoci in quei silenzi sconfinati, accompagnati dai soli suoni diegetici e da una splendida e intima colonna sonora. Ora, scegliendo la condivisione online (perché il viaggio solitario è sempre lì), potrebbe apparire tutto un po’ più familiare, scanzonato e “facile”. Rumoroso in effetti, ma di un rumore comune, collettivo; fatto di altrui voci che ci accompagnano lungo un cammino che non è mai stato così ludico e pieno di vita. Abbandonare gli egoismi dell’individualità unica e abbracciare quelli della socialità, alla fine, potrebbe rivelarsi un’epifania altrettanto rilevante al fine di dare un senso alla nostra esistenza in bit, elaborata proceduralmente e lasciata al caso infinito in infinite (o quasi) combinazioni.

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Verdetto

Giunti a conclusione possiamo affermare che, al netto di frequenti, ma in via di risoluzione, bug, glitch, crash e di un frame-rate che ha sofferto l’upgrade tecnico-grafico, il bilancio attuale che ci sentiamo di tracciare è più che positivo. Perché il No Man’s Sky di oggi è più divertente, più accessibile e più completo rispetto al quel prodotto un po’ sgangherato uscito nel lontano 10 agosto del 2016. Un brutto sogno (per quanto una sua unicità, forse oggi leggermente sacrificata sull’altare della quantità e del fare, gli va riconosciuta) da cui ci si sta risvegliando. Una nuova alba che non solo lascia ben presagire per il futuro ma che già così fa compiere all’intera produzione un notevole balzo in avanti; e se prima i confini erano quelli di un titolo sì godibile ma con notevoli limiti e deficit, arrivati a questo punto possiamo promuoverlo con maggiore serenità e attribuirgli un bell’otto tondo tondo. Beh, cosa fate ancora lì? Lo spazio vi aspetta.

Se No Man’s Sky vi stuzzica…

Potrete continuare con il procedurale immergendovi nel torbido e sinistro The Binding of Isaac: Afterbirth+Ma se preferite qualcosa di più “classico”, a bordo di navicelle supersoniche, è d’obbligo Wipeout Omega Collection.

Andrea Bollini
Vivacchia fra i monti della Sibilla coltivando varie passioni, alcune poco importanti, altre per niente. Da anni collabora con diverse realtà (riviste, associazioni e collettivi) legate alla cultura e all'intrattenimento a 360 gradi. Ama l'arte del raccontare, meno Assassin's Creed.