“Da qualche parte nel mondo, c’è una bambina che sogna di diventare un criminale, facciamolo per lei”. La nostra recensione di Ocean’s 8.

Ha impiegato 5 anni, 8 mesi e 12 giorni, Debbie Ocean (Sandra Bullock), sorella dello storico ladro e truffatore Danny, per ideare, progettare ed organizzare uno dei colpi più grandi della storia del crimine, un furto interamente realizzato da mani femminili.
Arriva nelle sale italiane Ocean’s 8 (26 Luglio) l’ultima pellicola facente parte della grande famiglia degli Ocean’s, diretta da Gary Ross (regista di Hunger Games, Big, e del capolavoro Pleasantville) e con un super cast “rosa” dove spiccano in primis Sandra Bullock, Cate Blanchett , Anne Hathaway e Rihanna, porterà nei nostri cinema una ventata di aria fresca in questa afosa estate, offrendoci l’intrattenimento degno dei suoi predecessori maschili. Ocean’s 8, oltre a godere ampliamente della regia di Ross, la quale ci appare evidente durante gli spostamenti di camera ed i cambi sequenza repentini, volti a proseguire la continuità artistica con la precedente trilogia, è una pellicola che rimane altamente godibile durante tutti i 110 minuti di proiezione.
Quasi tutta la pellicola è un costante concatenarsi di idee finalizzate a portare il piano a buon fine, permeando lo schermo della sala con delle sequenze dinamiche, intriganti e affascinanti tanto quanto l’eccezionale cast.

Quest’ultimo, infatti, risulta essere probabilmente il punto più interessante del film visto che, oltre a godere di una buona regia, una buona sceneggiatura (salvo qualche scelta rivedibile, ma che analizzeremo in seguito) ed un compartimento tecnico importante, è fortemente efficace per via di attrici fenomenali (su tutte la pluri premio Oscar, Blanchett).
Certo, la scelta di realizzare un colpo adoperando solo complici femminili (tra le quali figura anche l’eclettica e bravissima Helena Bonham Carter nei panni di una squattrinata stilista) potrebbe risultare una decisione fortemente politicizzata volta a rompere i canoni/stereotipi dell’uomo d’azione capace di ogni impresa, tanto cari al cinema hollywoodiano, ma non è così.
Oltre alle premesse poste durante lo sviluppo dell’opera da Debbie, capo dell’organizzazione, tra le quali spicca un “durante un furto non guardi una donna”, ed il suo ostracismo verso il sesso maschile, il proseguimento stesso della pellicola impedisce alla sua natura di assumere connotati tacciabili di “politically correct”.
Un risultato senza dubbio importante in un’epoca dove tutto deve essere fortemente politicizzato, certo la campagna pubblicitaria di presentazione del film è stata presentata nei modi più furbi, ma ciò non toglie che scegliere di adoperare sole donne per una pellicola di Ocean’s è senza dubbio coraggioso e, visto “quali” donne, una azzeccatissimo.


Tra tutte, come già anticipato, spicca la Blanchett (Lou nel film), per la quale sono finiti tutti gli aggettivi immaginabili o la meravigliosa Hathaway (che interpreta la super star Daphne Kluger), sempre sugli scudi e viva, ma al contempo, come richiesto, macchiettistica, come non mai.
A queste ovviamente si aggiunge, seppur abbia dei cali durante la messa in scena, anche la Bullock, la quale ci offre un personaggio forte ed intrigante, ma, incredibilmente, la figura più affascinante (e non solo per la sua bellezza) è rappresentata da Palla 9, l’hacker figlia dei fiori, interpretata dalla poliedrica Rihanna.
Non è la prima volta che la pop star di fama mondiale apparisse su schermo, ma, rispetto alle precedenti esperienze, questa volta con un personaggio molto più in linea con il suo stile, ci offre una performance tanto convincente, quanto inaspettata.
Tutte queste componenti vengono agevolate da uno script leggero ed omogeneo, realizzato dallo stesso Ross, capace di incuriosire sin da subito lo spettatore, ponendo immediatamente l’accento sul personaggio di Debbie e Lou, e mantenere un ritmo incalzante sino alla fine.
L’unica vera grande pecca di questa piccola, ma affascinante creatura, è l’assenza del pathos tipico dei vecchi Ocean’s o, più in generale, delle pellicole basate su furti e rapine.
Diverte la progettazione del colpo, la scoperta delle più disparate sfaccettature caratteriali delle protagoniste, la messa in atto del piano e tutto ciò che ne consegue, ma è quasi assente il momento in cui lo spettatore pensa “Ora non ce la fanno, ora le prendono”, finendo per far sembrare tutto estremamente facile, privando lo spettatore di reali picchi adrenalinici.

Verdetto

Ocean’s 8 è l’ultimo capitolo/spin-off della saga di ladri più famosi della storia del cinema.
Con un cast stellare tutto al femminile, diretto dall’ottimo Gary Ross, arriverà nelle sale proponendoci un prodotto coinvolgente, forte e dinamico, in grado di poter far parte degnamente della grande famiglia degli Ocean’s.
Promosse tutte le meravigliose attrici protagoniste, le quali riescono a prendersi il giusto spazio sullo schermo (anche grazie ad uno script ben bilanciato) e caratterizzando a dovere i propri personaggi durante tutto l’arco narrativo.
Peccato per la pacatezza di alcune sequenze finali, probabilmente un po’ di “pepe” in più avrebbe dato un altro sapore ad un piccola bomba rosa.

 Se Ocean’s 8 vi stuzzica…

Se le grandi rapine ti intrigano, Stay Nerd ti consiglia, oltre all’intera trilogia originale degli Ocean’s (in particolare Ocean’s Eleven), qualcosa di più “action” come l’immortale Italian Job o, per rimanere nuovamente affascinati da attrici meravigliose Focus – Niente è come sembra, con la splendida Margot Robbie assieme a Will Smith.

 

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.