Corse matte senza fronzoli

Nonostante il glorioso passato, quello dei racing arcade, soprattutto tendenti all’offroad, sembrava un genere un po’ stantio, con il solo Forza Horizon a farla da padrone incontrastato. Perlomeno fino a poco tempo fa, visto che tra il ritorno di Burnout e l’arrivo di titoli come Gravel e soprattutto questo Onrush di cui ci accingiamo a parlarvi, la musica sembra cambiata, ed i fasti del genere piuttosto rinverditi.

 

 

In particolar modo questo nuovo titolo di Codemasters, da sempre una garanzia per quanto riguarda i giochi automobilistici, restituisce al genere quell’assenza di ritegno e quell’ignoranza, come va di moda chiamarla ora, che soprattutto chi non ha voglia di lanciarsi in robe più impegnative, visto anche il gran caldo che si prospetta per i prossimi tempi, potrebbe trovare davvero divertente.

A Onrush non frega nulla di nulla, va per la sua strada (sterrata) fatta di salti, turbo, derapate e sportellate con gli avversari, tralasciando praticamente tutti gli aspetti dei tradizionali giochi di guida.

A partire dalla posizione in gara, che non è proprio presente, come a ricordare che l’ordine di arrivo in un gioco del genere non ha alcuna importanza: l’essenziale è dare spettacolo, divertirsi e buttare fuori i propri avversari. In Onrush infatti non si corre per il primo posto, si corre per far punti nelle diverse modalità, gareggiando a squadre e puntando magari a diventare l’MVP di giornata.

onrush recensione

Strade affollate

Per la verità in pista non ci saranno solamente i piloti della vostra squadra e di quella avversaria, ma anche di alcuni “gregari”, come li chiama il gioco, che altro non sono che… carne da macello. Sono infatti dei piloti che guidano delle tristi auto e moto grigie, che potete semplicemente speronare e far volare via per guadagnare del turbo in modo da riempirne la barra.

Ogni modalità è divisa per round, da vincere al meglio dei 5 o semplicemente allo scadere del tempo, se la partita dovesse andare avanti troppo per le lunghe. C’è la modalità Overdrive, in cui vi viene richiesto di raggiungere i 10mila punti per round prima della squadra avversaria. Punti da guadagnare a suon di salti, barre del turbo consumate come se non ci fosse un domani e danni ai piloti avversari.

In Countdown il percorso viene disseminato di una sorta di cancelli, o porte, da attraversare per guadagnare dei secondi preziosi da aggiungere al countdown della propria squadra. Si parte da una quarantina di secondi, che calano inesorabilmente per poi venire rimpolpati dal tempo extra che regalerete alla squadra attraversando ogni porta, finché una delle due squadre non arriva allo scadere del tempo, perdendo il round. Anche qui, una bella speronata all’avversario appena prima di entrare in una delle porte, facendogliela mancare, può fare la differenza.

Ci sono poi la modalità Lockdown, in cui bisogna cercare di rimanere all’interno di una zona colorata (ovviamente in movimento) il più a lungo possibile, e la modalità Switch, che è un po’ l’equivalente di un deathmatch a squadre in cui bisogna cercare di eliminare quanti più avversari è possibile, in una maniera simile ai takedown del già citato Burnout.

A ognuno il suo bolide… tanto sarà distrutto

È ovviamente possibile scegliere un tipo di veicolo per qualsiasi gara, ognuno con le proprie caratteristiche: si va dalle moto fino ad arrivare ai più pesanti bestioni a quattro ruote, che hanno la propria “mossa speciale”, attivabile in partita al riempimento di una barra, e che danno al tutto un bel po’ di varietà.

Sarebbe forse utile dirvi che bisogna porre attenzione alla scelta del veicolo, e che scegliere una moto può ad esempio favorirvi nelle gare di agilità come quelle in cui bisogna attraversare le varie porte, rendendovi tuttavia facile preda dei mezzi più pesanti per quanto riguarda i “takedown”, ma probabilmente mi sentirei come se stessi tradendo lo spirito del gioco, che è sostanzialmente “scendi in campo e fai il cacchio che ti pare”. Per cui non fatevi problemi, utilizzate ciò che più vi fa comodo e andate a far danni.

Danni che potrete fare anche online, praticamente nelle stesse modalità, e che promettono di regalare tante ore in più alla longevità del gioco, soprattutto considerando che la campagna in single player non dura che poche ore. Al momento però non sono ancora disponibili le partite classificate, che arriveranno nei prossimi giorni, e ci si dovrà accontentare di partite veloci e dal matchmaking casuale.

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Il buono, il brutto e il pazzo furioso

Tecnicamente poi il gioco è molto ben realizzato: la sensazione di velocità è alta, e si mantiene sempre una buona fluidità, nonostante la presenza di numerose auto on screen contemporaneamente. Il modello di guida è ovviamente arcade, e volendo esser puntigliosi forse si poteva fare qualcosa in più per quanto riguarda le derapate, e dare un minimo di realismo in più, considerando che non ho praticamente mai alzato il dito dal tasto del turbo e mai appoggiato uno su quello del freno. Si torna però al discorso di prima: in un gioco che non mostra ordine d’arrivo, mappa, velocità e le altre basi di un qualsiasi racing game e lo fa volontariamente, ci si può davvero lamentare dello scarso realismo? E quindi va bene così.

Menzione speciale per i piloti, brutti e tozzi come poche cose al mondo, e che riescono ad essere brutti anche con le non poche personalizzazioni sbloccabili nel gioco. Passiamoci sopra.

Personalizzabili a proprio piacimento sono anche i cosiddetti “Crashtag”, una sorta di adesivo che funge anche da titolo per il vostro pilota, così come, ovviamente, le livree dei vari veicoli e la “lapide” del proprio personaggio, una sorta di segnalino che segna il punto in cui la vostra auto è stata distrutta l’ultima volta, e che può avere alcuni effetti nel gioco (ad esempio uno dei poteri speciali di un’auto è che qualora qualcuno dovesse colpire la vostra lapide, rimarrebbe abbagliato per qualche secondo). Proseguendo vi verranno infatti donate delle casse, dalle quali sarà possibile pescare tre oggetti personalizzazione.

Sarebbe stato bello aggiungere la possibilità di giocare almeno in due giocatori in split-screen, vista la natura caciarona del gioco, una feature non prevista dagli sviluppatori che evidentemente puntano decisi sull’online.

Insomma Onrush è un titolo fresco e divertente, da giocare per qualche partita veloce sia online che in single player, dove nonostante la breve durata della campagna, riesce comunque ad intrattenere con piacere il giocatore. Non aspettatevi realismo, vetture su licenze, asfalto e ruote pulite però: il titolo di Codemasters è fatto di tutt’altra pasta. Se state cercando qualcosa di leggero, potreste aver trovato la vostra hit dell’estate videoludica. Se vi piacciono le gare più “serie”, virate decisamente verso altro, prima che qualcuno vi prenda a sportellate!

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Verdetto

Onrush è un racing arcade senza pensieri, senza le logiche dei giochi di corsa, e soprattutto senza ritegno. Via tutti i fronzoli come l’ordine d’arrivo, la velocità raggiunta e quant’altro, in favore dello spettacolo: turbo, derapate, sportellate senza pietà ai propri avversari. Preso per quello che è, ossia un particolare titolo puramente arcade, è molto sfizioso e può essere un divertente intermezzo per qualche veloce gara estiva. Se cercate il realismo, avete sbagliato palazzo.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.