Divertimento e una bella grafica “cubettosa”

Perché uno dei franchise più amati di casa Nintendo non sia approdato su mobile sin da lancio di questi device è uno dei misteri della storia del videogioco che probabilmente rimarrà insoluto per sempre. Da qualche anno si era già palesato un cambiamento di rotta della grande N, che iniziava ad essere interessata alle potenzialità di questa piattaforma e si vociferava i Pokémon potessero aprire la strada alla compagnia giapponese.

Solo verso la fine del 2017, però, queste voci si sono concretizzate e abbiamo visto qualche grande marchio Nintendo approdare su mobile fino ad arrivare al successo di Pokémon Go, che si è rivelato un vero e proprio fenomeno di proporzioni mondiali. Visti i risultati, c’era da aspettarsi che i Pokémon potessero tornare sui piccoli schermi per deliziare milioni di giocatori, questa volta però con un titolo più “tradizionale”.

Pokémon Quest è un passo in questa direzione: un gioco che sa di Pokémon ma vi unisce delle meccaniche classiche da free to play popolarissime su telefoni. Il titolo per ora è disponibile solo per Switch su eShop Nintendo ma approderà su Apple store in pochissime settimane.

Pokémon Quest in soldoni è un titolo che per certi versi prende la struttura di Clash of clans o titoli simili e la adatta al pubblico di questo amatissimo brand. Il giocatore si ritroverà in un area completamente nuova chiama Tumblecube, popolata da tutti i Pokémon prima generazione. Lo scopo del gioco è quello di costruire il villaggio più figo possibile e collezionare tutte le creaturine disponibili.

Le meccaniche sono piuttosto semplici: all’inizio potremo scegliere un solo Pokémon tra un gruppo che ci viene messo a disposizione (Charmander ovviamente), per poi visitare una serie di aree che si sbloccano man mano, ottenere degli ingredienti da cucinare nel villaggio che con il loro profumino attireranno Pokémon più forti. Su questo loop basilare si innesta un sistema di progressione che è, invece, ripreso da altri titoli free to play con alla base la gestione di un team.

Le battaglie infatti sono quasi totalmente automatiche: una volta selezionata l’area che vogliamo affrontare i Pokémon si muoveranno da soli al suo interno e il giocatore dovrà scegliere il tipo di attacco da effettuare, un’azione neanche troppo necessaria se si considera che c’è un bottone che permette di automatizzare anche questa interazione. A fine battaglia si ricevono una serie di pietre da “incastonare” nel scheda di gestione del nostro Pokémon, che gli conferiranno un bonus all’attacco, alla difesa o delle abilità speciali.

Piuttosto semplificata anche la gestione del villaggio: al centro c’è un enorme pentola in cui si possono lanciare gli ingredienti raccolti nelle nostre spedizioni, utili come detto ad attirare nuovi pokémon. Battendo i boss nelle varie battaglie disponibili, il giocatore ottiene una serie di statue o decorazioni che possono essere posizionate non solo per abbellire il villaggio ma anche per ottenere dei bonus aggiuntivi. In generale ispezionando la mappa di gioco non abbiamo riscontrato una particolare longevità del titolo, quindi ci aspettiamo che Nintendo aggiunga non solo nuove battaglie ma anche nuovi contenuti in termini di decorazioni e oggetti utili a personalizzare il nostro villaggio.

A differenza di altri titoli di questo genere, Pokémon Quest non si è rivelato particolarmente spinto sul versante della monetizzazione e questo farà felice i più: la maggior parte delle battaglie è affrontabile con un livello decente di grinding, e il desiderio di spendere sorge solo se si è piuttosto impazienti o si vuole ottenere delle particolari decorazioni. Questo approccio ci pare piuttosto in linea con il pubblico del titolo e dobbiamo fare i complimenti a Nintendo per aver optato per questa scelta coraggiosa.

pokémon quest recensione

Verdetto

In conclusione Pokémon Quest è un buon passatempo in attesa che un titolo degno di questo franchise approdi su Switch. Le meccaniche di gioco, nonostante siano abbastanza semplici, riescono ad intrattenere per alcune ore e la nuova grafica cubettosa è una sferzata piuttosto radicale, sorprendente ma sicuramente godibile. I giocatori più smaliziati all’inizio potrebbero trovare le meccaniche un po’ risicate e la progressione non abbastanza profonda per suscitare il loro interesse, ma siamo sicuri che chiunque sia capace di dare voce al Pokémon Master che risiede dentro ognuno di noi riuscirà a godersi il titolo al meglio, e perché no passare qualche pomeriggio di sano, spensierato divertimento.