Matt Walker di Capcom dice la sua su Project Resistance

L’idea di Project Resistance non sembra essere stata accolta al meglio dai fan di Resident Evil. Non poche sono le critiche rivolte al titolo. Tuttavia Capcom non si è tirata indietro e ha deciso di prendere una posizione forte.

Per questo motivo il producer Matt Walker è intervenuto a difesa nel nuovo gioco. Con una serie di Tweet Walker ha detto la sua sul titolo spin-off di Resident Evil, cercando di spiegare per quali ragioni il pubblico dovrebbe evitare di giudicare in anticipo il prodotto.

Ha inoltre cercato di rendere chiara la linea di pensiero di Capcom e quale sia stata la volontà dietro la realizzazione di un titolo così diverso rispetto al passato. Di seguito ecco il post di Walker.

“Ho notato parecchia gente insoddisfatta all’idea di Project Resistance. Ritengo sia lecito che le persone vogliano ancora esperienze come quelle offerte in RE2 e RE7. Tuttavia penso anche che in qualità di azienda sia nostro compito offrire gameplay nuovi, non solo quello che la gente vuole da noi. Continuando a fare la stessa cosa perderemmo giocatori e basta.

Project Resistance è un modo di esplorare qualcosa di nuovo. E la cosa bella è che sarà una valida esperienza survival horror nalternativa. Solitamente è mio parere che creare cose legate a una IP con un gameplay non tradizionale non faccia altro che confondere le idee, ma questo progetto sfugge a tale logica.

Sono curioso di vedere come verrà accolta la closed beta, in modo che i giocatori possano capire quale sia la novità di Project Resistance, pur mantenendo lo spirito di un survival horror. Colo che lo hanno già giocato hanno rilasciato pareri positivi, e la mia speranza è che sempre più persone abbiano voglia di giocarci e divertirsi”.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.