Making of di un’eroina

La Gamescon di Colonia è iniziata subito col botto, con una conferenza Microsoft ricca di contenuti che ci ha caricati di aspettative per il prossimo anno. Hanno fatto capolino giochi che avevano saltato l’E3, mettendo in evidenza l’idea che ormai la kermesse tedesca sta guadagnando terreno e importanza a discapito della fiera losangelina, diventando un palco ‘pesante’ e temuto.

Per questa occasione non poteva mancare uno dei pezzi da novanta di Redmond, sbandierato fin dal suo annuncio e forte di una esclusiva temporale che lo terrà ancorato alla X verde fino alla fine del prossimo anno. Stiamo parlando di Rise of The Tomb Raider, il seguito del fortunato remake sulle origini di Lara Croft immaginato da Crystal Dynamics.

https://www.youtube.com/watch?v=i122BB1mX9I

Un filmato piccolo piccolo

Mancano pochi mesi alla pubblicazione del gioco e Microsoft ci sta titillando in ogni maniera, cercando di solleticare la nostra curiosità, costruendo un mattone alla volta un muro di hype enorme. In questa occasione, è stato presentato un video di appena sei minuti che aggiunge qualcosa a ciò che si era visto all’E3.

L’intera sezione di gameplay mostrata in conferenza era tutta incentrata sul sistema di combattimento, migliorato e ingigantito rispetto a quanto visto nello scorso capitolo. Il punto di partenza su cui i ragazzi di Crystal Dynamics hanno lavorato è sempre lo stesso: Lara Croft è da sola, armata con strumenti di fortuna (almeno all’inizio) e deve vedersela con una milizia equipaggiata di tutto punto, tecnologicamente all’avanguardia e spietata. Va da sé che con questa premessa il sistema di combattimento presumibile sia quello stealth, nascosto, del tipo mordi e fuggi, per evitare gli scontri aperti e cercando di massimizzare le vittime limitando i danni. E di questo infatti si era parlato qualche mese a fa a Los Angeles: stai nascosto, attacca in sicurezza, fuggi.

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Con il Gamescom, abbiamo visto invece quanto può essere vario l’approccio ‘guerresco’ di Lara. Sicuramente sono state mostrate sezioni avanzate di gioco, perché l’equipaggiamento della nostra eroina era decisamente pesante, tra shotgun, mitragliatori, bombe e frecce esplosive, ma decisamente questo dona una nuova dimensione allo spirito del gioco e mostra finalmente quanto la protagonista stia cambiando.

Nel filmato (breve, purtroppo) seguiamo miss Croft in un raid all’interno di un accampamento nemico, di cui ovviamente non sappiamo nulla. In questo frangente si parte in sordina, con una serie di enviromental kill nuove, che rivelano che in Rise of the Tomb Rider, Lara Croft potrà nuotare e nascondersi sott’acqua. Infatti nella sequenza iniziale, una guardia che stava fissando la superficie di una pozza d’acqua viene tirata giù e sgozzata senza tanti complimenti dalla nostra eroina che si era placidamente avvicinata sott’acqua.

Il gameplay trailer continua con altre soluzioni originali, come la double kill con l’arco (sì, avete capito bene, l’arco può lanciare DUE frecce in una volta sola!) o l’uccisione in volo caratterizzata da un’animazione molto fluida e convincente.

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Ma dopo un po’, la musica cambia e Lara Croft si trasforma in una vera macchina da guerra, seminando morte con ogni mezzo a sua disposizione, dalle frecce avvelenate a quelle esplosive, passando per shotgun e mitragliatori, senza farsi mancare bombe ed esplosioni stellari! In questa sezione action del titolo, la padronanza grafica di quanto visto è encomiabile, con effetti di luce, di distruzione ambientale e particellari sparsi in scioltezza su tutta l’area come se nulla fosse.

In chiusura di filmato fa capolino una nuova (relativamente) nemesi, sicuramente una sorta di boss di fine livello, per così dire: un uomo armato di lanciafiamme pronto ad arrostire tutto quello che si muove.

Hype o non Hype

Sinceramente ho guardato il trailer almeno tre o quattro volte prima di buttare giù queste righe, perché per un gioco del genere non voglio lasciare niente al caso. Certo, dopo il sorprendente primo capitolo, le aspettative di base sono altissime, e questo Crystal Dynamics lo sa benissimo. E della stessa opinione è Microsoft che ha investito moltissimo su questo franchise legandolo alla sua console per un anno intero: saranno sicuramente volati milioni di dollari per raggiungere questo accordo…

Da una parte siamo un po’ dispiaciuti. Perché? Beh, il trailer mostrato in questi giorni non fa altro che continuare il discorso iniziato a Los Angeles, basando le notizie solo sul sistema di combattimento, concentrandosi esclusivamente su questo frangente.

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Indubbiamente tutto quel che è stato introdotto è ben accetto, tante mosse, tante soluzioni diverse, varietà: questo è il modo migliore per permettere al giocatore di scegliere il suo stile, di approcciare ogni situazione come meglio crede, di plasmare Lara Croft a sua immagine e somiglianza. Poi, dona replay value, grazie alla molteplicità di situazioni e soluzioni, cosa che in un’avventura non stona mai, soprattutto se sarà presente un New Game Plus con livello di difficoltà superiore e stage di combattimento debitamente modificati. Ma queste per ora, ahimè, sono solo congetture…

Accanto a questo c’è poi quella sensazione fastidiosa di déjà vu: il base camp, il sistema di crafting, il sistema di avanzamento di livello e la natura ostile sono elementi caratterizzanti che già avevamo ampiamente esplorato in ogni direzione nel precedente capitolo e qui sono presenti (almeno a prima vista) esattamente identici, magari più grandi, con più cose da fare, più elementi da costruire o da collezionare, ma in definitiva sono lì, che ci guardano come dei vecchi amici quasi dimenticati. Badate, non è una critica e basta, perché Tomb Raider nella concezioni moderna del gioco è anche questo, senza ombra di dubbio e togliere queste particolarità snaturerebbe il gioco oltre misura.

Cosa c’è allora che stona?
Beh secondo noi, Crystal Dynamics non ci sta raccontando tutto. Secondo noi, alla Microsoft hanno capito il vero potenziale del titolo, secondo noi tutti e due insieme (CD e MS) si stanno tenendo abbottonate per lasciare qualcosa di veramente succoso da scoprire quando il gioco finalmente sarà nelle nostre mani, o al massimo poche settimane prima. Perché a conti fatti, Rise of The Tomb Raider può essere un vero system seller, un gioco che da solo può trainare le vendite dell’intera console e magari far rifiorire la macchina nera di Microsoft. Ma queste sono cose che scopriremo solo vivendo.

Chi è Lara Croft?

Terminiamo questa anteprima con alcune piccole considerazioni accessorie, che riguardano sia il progetto narrativo iniziato da Crystal Dynamics, sia il valore effettivo del gioco che abbiamo appena visto.

Sappiamo benissimo che l’intento di questo franchise, inaugurato nel 2013 è quello di narrare le origini della nostra beneamata eroina, per sondare a fondo quali sono state le mille peripezie che hanno plasmato l’animo ribelle e strafottente di Lara Croft. Infatti, nelle prime iterazioni del gioco, quando i poligoni erano veramente pochi e il divertimento superava ogni aspettativa, il personaggio dei vari Tomb Raider era cresciuto capitolo dopo capitolo, mostrando tutta la badassagine (e il generoso davanzale) e creando lo stereotipo di donna forte, aggressiva, senza paura: una perfetta eroina action come già ne avevamo viste al cinema. Ripley non vi dice nulla? (E no, Angelina Jolie è pessima come Lara Croft e chiudiamo qui il discorso.)

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Il problema è che certi comportamenti e atteggiamenti non nascono dall’oggi al domani, e qui entra in gioco la nuova serie. Finora abbiamo aiutato Lara Croft a crescere in un mondo, quello dell’archeologia inventata e violenta, dove chi vuole sopravvivere deve imparare a uccidere a sangue freddo, dove l’unica legge è quella del più forte e dove sanguinare e provare dolore è l’unico modo per crearsi una scorza abbastanza dura da sopravvivere anche ai propri incubi.

Con questo secondo capitolo, gli sceneggiatori sicuramente sonderanno ulteriormente il destino di Lara, cercando di dare una spiegazione logica al suo carattere, imbastendo una serie di sfortunati eventi che la condurranno verso la strada che molti di noi hanno percorso tanti anni fa. Il lavoro non è facile, e anzi, le insidie sono molteplici. Innanzitutto, ed è quello che temo di più, c’è l’eventualità che tutto si limiti a un ‘farle male per rinforzarla’, che il bell’esempio di sofferenza del primo capitolo diventi in realtà un cliché noioso reiterato di episodio in episodio, quasi una scusa buona solo per creare delle soluzioni limite tutte uguali. Da questo punto di vista mi aspetto molto da questo titolo, perché dimostrerà davvero se i ragazzi di Crystal Dynamics saranno stati in grado di scrivere una storia degna delle celebrazioni di Lara Croft oppure hanno profuso le loro risorse solo nell’ampliamento del sistema di combattimento e di crafting.

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E da qui passiamo alla seconda considerazione: che cosa sta diventando Tomb Raider? A prima vista sembra tanto una rivisitazione di Splinter Cell o un po’ alla lontana anche Metal Gear. Stealth, uccisioni, uccisioni multiple, guerriglia, trappole: dove abbiamo visto queste cose? Di sicuro non in Tomb Raider: The Last Revelation o in Tomb Raider II. Il gameplay si sta imbarbarendo, lasciando spazio ad altre opzioni che non avremmo mai visto in questo franchise. Il mio atteggiamento in materia è neutro: per quanto sia un nostalgico dei vecchi capitoli, capisco perfettamente che certe meccaniche sono ormai obsolete, sorpassate, ripetitive e per certi versi noiose, d’altronde, da un gioco così story driven mi aspetto che ogni modifica al gameplay originale sia motivata da una specifica scelta narrativa, che tutto quello che faccio e vedo a schermo converga verso il bene comune di raccontare una storia. E per questo ritorno a quanto ho detto prima: MS e CD ci nascondono qualcosa, ed è il vero core del gioco, l’unico vero motivo per cui Lara Croft è chiamata Tomb Raider: il sense of wonder, il piacere della scoperta e il gusto di aprire gli occhi su una città dorata o sulle rovine vestigiali di un popolo ormai ridotto alla polvere. Ce lo stanno tenendo nascosto, lo sento, perché anche in questo frangente si respira la vera atmosfera degna di Tomb Raider.

 

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.