Lo sceneggiatore di Ritorno al Futuro spiega un presunto plot hole

Tra i film che non hanno mai smesso di far parlare di sé c’è senza dubbio Ritorno al Futuro, di Robert Zemeckis. Oltre ad aver segnato l’immaginario di più generazioni di nerd, la pellicola del 1985 è tuttora al centro di piccole discussione sulla sua natura fantascientifica e sul modo di concepire il viaggio nel tempo al suo interno.

Le domande poste dai fan al riguardo sono tante, anche se recentemente si sono concentrate su un aspetto in particolare: perché i genitori di Marty non riconoscono in lui il ragazzo incontrato negli anni ’50? La domanda era stata sollevata quando James Gunn e Chris Pratt avevano definito Ritorno al Futuro un film perfetto.

Ovviamente i fan hanno chiesto come potesse essere considerato perfetto con questo evidente “plot hole” presente all’interno della trama. Ebben, a tale proposito ha risposto Bob Gale, sceneggiatore del film.

Ritorno al futuro

Avvalorando quanto detto da Pratt in difesa del film, Gale ha semplicemente fatto notare che sono passati trent’anni da quando i genitori di Marty hanno incontrato quello strano ragazzo di nome Calvin. Uno strano ragazzo che, tra le altre cose, hanno conosciuto solo per un periodo di tempo limitato, appena una settimana, prima che sparisse per sempre dalle loro vite.

“George e Lorraine conoscevano Calvin quando avevano diciassette anni e non l’hanno nemmeno visto tutti in quegli otto giorni”, ha spiegato Gale. “Molti anni dopo potrebbero ancora ricordare quel ragazzo che li ha messi insieme al loro primo appuntamento. Potrebbero pensare che una volta abbiano effettivamente incontrato qualcuno di nome Calvin Klein. E anche se pensavano che il loro figlio di gli somigliasse, non sarebbe stato un grosso problema. Scommetto che la maggior parte di noi potrebbe guardare gli annuari e trovare foto dei nostri compagni da adolescenti che somigliano un po’ ai nostri figli”.

(fonte: THR.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.