Scuola di sopravvivenza: Missione Safari è il nuovo film interattivo che ci fa calare nei panni di Bear Grylls

Vi piacerebbe diventare Bear Grylls per un giorno, o meglio per 45 minuti? La possibilità ve la dà Netflix con il nuovo documentario interattivo Scuola di sopravvivenza: Missione Safari (Animals on the Loose: A You vs. Wild Movie), in cui vestiamo di fatto i panni del noto avventuriero nordirlandese in un film in cui dovremo di volta in volta scegliere cosa fare e come procedere, come nei più classici giochi di ruolo.

Un esperimento interessante a cui Netflix non è nuova così come lo stesso Bear Grylls, dal momento che avevamo già provato questa funzione nella serie Scuola di sopravvivenza, in cui nei brevi episodi di circa 20 minuti avevamo la possibilità di aiutare il protagonista a completare le missioni. Ci sono stati poi i famosi Black Mirror: Bandersnatch e Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs. il reverendo a incrementare ulteriormente il catalogo interattivo della piattaforma, ma Netflix ora ha scelto di tornare di nuovo a farci vestire i panni sportivi di Bear Grylls con questo Missione Safari (disponibile dal 16 febbraio 2021).

Cosa dobbiamo fare?

Ci troviamo in una riserva naturale del Sudafrica, dove a causa di un guasto alla stazione idroelettrica un babbuino e un leone sono fuggiti, mettendo in pericolo sia se stessi che – nel caso del felino – anche gli altri.
Ma il pericolo è il nostro mestiere, o meglio del survivalista Bear Grylls, e così ci troviamo subito dinanzi alla scelta più importante, ovvero da dove iniziare la nostra missione. Le opzioni sono tre: dirigersi immediatamente alla stazione idroelettrica per verificare la natura del guasto e ripararlo; cercare il leone, evitando che si avvicini alle persone; salvare il babbuino che si sta dirigendo verso pericolose scogliere.

Questa triplice missione, a cui poi se ne aggiungerà una quarta nel finale, è sulla carta molto intrigante, ma capiamo presto che a ridurre interesse nel “gioco” è un’eccessiva facilità nelle scelte, dal momento che lo stesso Bear Grylls nel proporre le opzioni suggerisce in modo indiretto la soluzione migliore; in alcuni casi è un po’ più complesso individuare la scelta giusta da compiere, ma nella maggior parte di essi ci appare quasi obbligata. Una struttura quindi ben diversa ad esempio da Bandersnatch, dove la complessità era l’aspetto più stimolante e un errore poteva compromettere l’esito del film e il completamento dello stesso. Qui questo non avviene e l’eroe non viene mai messo in serio pericolo, lasciandoci sempre un’alternativa e un checkpoint da cui ripartire, sapendo poi già quale scelta compiere dato che in linea di massima le alternative sono due.

scuola sopravvivenza missione safari

Manca un po’ di realismo, forse, ma in fondo è un po’ quello che si poteva fare con i libri game, tornando indietro in un punto specifico senza dover per forza ricominciare da capo.

Passando agli aspetti positivi, di buono c’è ad esempio il fatto che la parte interattiva sia molto presente e il tempo tra una scelta e l’altra particolarmente ridotto, lasciando passare a volte anche meno di un minuto tra una sezione e l’altra.
Trattandosi poi di un prodotto essenzialmente per un pubblico di giovani, c’è una discreta componente formativa in Scuola di sopravvivenza: Missione Safari, dai messaggi ambientalisti di Bear Grylls fino alle informazioni su flora e fauna, utili a incrementare le conoscenze del pubblico.

Apprendiamo nozioni sull’acqua, quando è possibile berla e come fare, oppure quali bacche mangiare e se è possibile nutrirsi di sanguisughe, o ancora come fare un nodo e dove è meglio fissa la corda. Informazioni di certo non fondamentali nella vita quotidiana, ma che stimolano la nostra curiosità.

scuola sopravvivenza missione safari

In definitiva, Missione Safari scorre piuttosto agevolmente senza diventare noioso o ripetitivo, grazie comunque a un set di scelte molto diverse tra loro che ci spingono a proseguire per vedere come si concluderà la nostra missione, sebbene poi il risultato finale sia abbastanza prevedibile.

Il format di certo funziona e cattura l’interesse di una discreta fascia di pubblico, dagli appassionati delle avventure di Bear Grylls a quelli che amano le sfide interattive.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.