Un selvaggio mondo distopico, dove la vista è il dono più grande tra tutti quanti

L’umanità è stata cancellata da un misterioso virus che l’ha decimata rendendo tutti quanti ciechi. La natura ha preso il sopravvento e la società, ridotta a poco più di 2 milioni di abitanti, si è riorganizzata in tribù, dove vige la legge del più forte, ma un evento propizio e fuori dal comune sta per cambiare il corso della storia. Bastano pochissimi elementi, ma molto intriganti, per rendere See il più affascinante tra i prodotti lanciati da Apple TV.

Il 1 Novembre 2019, infatti, la mela più famosa del mondo, ha deciso di partecipare alla Civil War dello streaming mettendo sulla scacchiera Apple TV +, il suo portale. E quale modo migliore per esordire se non con una serie distopica con Jason Momoa come protagonista e Steven Knight (Peaky Blinders) alla sceneggiatura?

See, il primordiale mondo proposto da Apple, oltretutto, si avvale anche di una direzione registica di spessore, realizzata dal cineasta Francis Lawrence, già famoso per aver realizzato i primi capitoli della saga Hunger Games. Pertanto, tra regia, sceneggiatura e protagonista, il mix è senza dubbio interessante sin dai nastri di partenza.

Dopo la visione dei primi 3 episodi usciti, per il lancio, sulla piattaforma (gli altri avranno una cadenza settimanale), lo spettatore resterà senza dubbio affascinato dall’incredibile fotografia e dall’eccezionale scenografia.
Certo, una bella location non può bastare per poter definire uno show, ma in un’epoca dove sempre più l’occhio vuole la sua parte (amara ironia della serie), See ci immerge in un mondo selvaggio, crudo, violento, coloratissimo, dove la natura viene portata in vita da grandangoli e ampissimi piani. A questa componente si va aggiungere un ritmo ancor più barbaro.

Durante la visione di See, infatti, non avremo attimi di vera quiete, eccezion fatta dell’inizio necessario per poterci addentrare in questo futuro primitivo. Gli avvenimenti vivono di dinamismo, e si vanno a cadenzare, durante l’arco narrativo, uno dietro l’altro, offrendoci un’avventura ricca di avvenimenti, colpi di scena e combattimenti.
Sotto quest’aspetto è oltremodo azzeccata la scelta di Jason Momoa, il quale, dopo Khal Drogo, Aquaman e Declan Harp (Frontiera), indossa una nuova veste – quella di Baba Voss– , senza cambiare il tessuto. Uomo di poche parole, leader pronto all’azione, brutale, forte, dal cuore grande, ma perennemente in conflitto con il mondo esterno.

see apple

Apple, con See, mette in scena uno spettacolo distopico che ha molti componenti già visti, ma le numerose contaminazioni e lo script originale permettono a questa neonata creatura di meritarsi un posto nell’incredibile macromondo fantastico delle serie tv. Tasto dolente, ma forse voluto, è il cast che, oltre a Momoa e Alfre Woodward, non presenta nomi molto altisonanti, tant’è che l’antagonista principale, rappresentata dall’olandese Sylvia Hoeks, non ha il carisma tale da poter far sobbalzare lo spettatore sulla sedia.
Probabilmente la scelta di Apple è stata studiata in modo tale da poter dare più risalto, oltre alla figura centrale di Momoa, allo script così ben scritto, pulito ed articolato.

See permette ad Apple di ottenere subito una forte credibilità nell’universo dello streaming

See, oltretutto, ci fornisce, di puntata in puntata, sempre più elementi narrativi tali da poter creare un vero background storico di questo neonato mondo. Piccoli tasselli di un grandissimo puzzle che, volente o nolente, necessiteranno di più di una singola stagione per poter essere allineati.
Una premessa interessante e che, senza dubbio, ci fa ben sperare per l’evoluzione di un prodotto che, nonostante le numerosissime difficoltà di visione che contraddistinguono tutte le produzioni originali dell’azienda di Cupertino, si orienta ad un pubblico estremamente vasto.

Con See, Apple, decide di entrare a gamba tesa nel mondo dello streaming online, facendoci fare un viaggio spericolato nel mondo di Baba Voss, guidati dalla sapiente penna di Steven Knight e dalla regia di Francis Lawrence, e dandoci nuovamente il gusto della vera serialità.

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La scelta di volerci far vedere solo tre puntate, per poi seguire un’uscita settimanale, è senza dubbio la scelta di marketing più interessante. In un mondo dove le serie TV vengono fagocitate in pochi giorni, lasciandoci un vuoto subito dopo la fine della visione, sia per necessità di tempo, sia per paura di possibili e fastidiosi spoiler, la scelta di tornare ad un’uscita vecchia scuola è senza dubbio coraggioso, ma interessante.

Apple decide di fare sul serio, e nell’imminente guerra dello streaming (con Disney ed HBO prossime a scendere in campo), decide di mettersi al suo fianco un prodotto coraggioso e ben fatto, nella speranza che la qualità, a fronte di una ristretta cerchia di utenti, possa restare sempre così alta.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.