Letteratura e serial killer: figure affascinanti dell’immaginario contemporaneo, tra cinema, serie TV e molta narrativa

La paura è una delle sensazioni più affascinanti del campionario emotivo dell’essere umano, ha radici ataviche e insondabili che attecchiscono sia nella “memoria genetica” (cfr. Stuart Newman) sia nel repertorio della fenomenologia archetipica che va a incasellare nel nostro subconscio quei tasselli che ci terrorizzano anche irrazionalmente.
La figura del serial killer, e tutte quelle ancillari dei mindhunter e degli studiosi di criminologia e psicanalisi, invece esercitano un macabro interesse su di noi. Le risposte che possono spiegare questo “fascino del male” possono essere molteplici e tutte sbagliate, o esatte; il carisma morboso del serial killer non è così facile da spiegare.

 

Tuttavia dei ragionamenti preliminari possono essere fatti: i serial killer sono svincolati da qualsiasi isola di razionalità umana, ci affascinano come organismi alieni da studiare e catalogare, la paura sembra fare un passo indietro e lasciare il posto alla curiosità “scientifica”. La volontà di capire questi ingranaggi fallati della psiche umana ci porta a leggere romanzi, saggi o a guardare serie TV e film pur di scoprire cosa si celi dietro la personificazione del male.

Nella letteratura ci sono vari esempi di serial killer che possono essere citati, partendo dai classici del genere fino ai testi cult degli ultimi anni:

Mr.Hyde, capostipite

serial killer letteratura

Pubblicato nel 1886 il romanzo di Stevenson divenne da subito un vero bestseller (e anche long-seller). Sfruttando la grande metafora della dualità dell’animo umano e dello sdoppiamento della personalità di matrice proto-psicanalitica, il testo apre la strada ai romanzi con protagonisti dei serial killer, di cui la controparte malvagia del dottor Jekill, Mr. Hyde, è il progenitore. Nonostante gli efferati omicidi di cui Hyde si macchia, tuttavia, il lettore non può non essere affascinato dall’alter ego negativo dell’anemico Jekill: detentore di una forza (anti)vitalistica di rara potenza, Mr. Hyde esercita una retorica del nichilismo a dir poco magnetica.

Due serial killer tra sangue e sesso

Nel 1996 l’autrice Poppy Z. Brite sconquassò il palcoscenico narrativo horror con il suo romanzo splatterpunk omoerotico Cadavere Squisito. Il romanzo racconta gli amori malati e le avventure hyper-sessuali del serial killer Andrew Copton e del suo amante Jay Byrne. I due uomini sono dei depravati che passano la giornata a sfogare i propri impulsi sessuali e ad adescare giovani da massacrare e poi divorare. I due sanguinari protagonisti trascinano il lettore su delle montagne russe oscure voyeuristiche da cui è impossibile scendere.

Jean-Baptiste Grenouille e il profumo perfetto

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Se parliamo di serial killer e lettetura, ecco che entra inevitabilmente in lista Patrick Süskind, che nel 1985 dà vita all’affascinante romanzo Il Profumo. Jean-Baptiste Grenouille è il protagonista dotato di un olfatto straordinario che gli costa, per contrappasso, la perdita della sensibilità e dell’empatia verso gli altri esseri umani. Cresciuto in condizioni più che miserabili ed emarginato da tutti, soltanto l’olfatto lo tiene in vita anche se gli odori che lo circondano lo disgustano, tranne il profumo di una ragazza che lo strega immediatamente. Finirà così per uccidere la ragazza e servirsene per distillare un profumo in grado di renderlo amabile. Il suo obiettivo di vita è quello di creare un profumo perfetto, e non gli importa se dovrà catturare le essenze di altre vittime in una Parigi del XVIII secolo.

Colin Wilson, i serial killer irregolari

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Il poliedrico romanziere inglese Colin Wilson, conosciuto anche per il saggio L’Outsider, dedicherà molte pagine a stranissimi serial killer. Ne La Gabbia di Vetro Colin Wilson ci fa conoscere un assassino-poeta che marchia il luogo del delitto con i versi del poeta William Blake. Sulle tracce di questo assassino c’è infatti un dotto professore di lettere che risolverà il mistero grazie alle sue conoscenze letterarie. In Riti Notturni Wilson ci presenta un killer-esteta, amante dell’arte, delle belle lettere e dai modi costruiti sull’archetipo del dandy di Oscar Wilde. In entrambi i romanzi Wilson tratteggia serial killer colti, omosessuali e alle prese con i propri detective, che in diversi frangenti diventano anche amici. 

I redneck di Edward Lee, collettivismo dei serial killer

I redneck sono individui che vivono negli stati meridionali degli Stati Uniti d’America, spesso stereotipati come persone fuori forma, sdentate, analfabete e dalla pelle rossastra. Questi individui, spesso violenti, sembrano soggetti a una mentalità ad alveare, in cui l’uccisione diventa il paradigma per regolare qualsiasi questione sociale. Negli scritti dell’autore splatterpunk Edward Lee i protagonisti sono sadici assassini che operano all’unisono per torturare e abusare sessualmente dei malcapitati, o molto più spesso delle malcapitate. Attraverso una narrativa tra le più cruente, infatti, lo splatterpunk mette in luce le debolezze del sistema sociale e ne sottolinea le lacune.

Hannibal Lecter

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Hannibal Lecter è un personaggio così iconico che non ha bisogno di presentazioni, ma prima della sua versione cinematografica prese vita nelle pagine dei romanzi di Tom Harris. Lecter è l’antropofago, il cannibale, per eccellenza; tuttavia è un eccellente psichiatra criminologo, pittore, cuoco (sì, anche di carne umana), musicista e pittore. I romanzi di Harris sono il viatico per eccellenza nella mente dei serial killer moderni.

Thomas Harris è stato in grado di costruire un’architettura caratteriale estremamente complessa, per questo Hannibal Lecter riesce a monopolizzare l’attenzione dei lettori (o degli spettatori); infatti il magnetismo retorico del serial killer trae la sua forza nel suo trauma infantile.
Seconda guerra mondiale, il giovanissimo futuro cannibale vede sua sorella uccisa e poi divorata dai uomini selvaggi e crudeli, e si ritrova tra le aspre cure di un orfanotrofio russo per poi fuggire insieme a suo zio a Parigi. Proprio l’incubo di un passato angosciante lo trasforma da vittima in carnefice, da preda a cacciatore. In una contro-catarsi del male VS bene, Hannibal prova a vendicare la sorellina uccisa proprio nel modo in cui le è stata strappata via.

American Psycho

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Patrick Bateman è l’apparente protagonista perfetto di American Psycho di Bret Easton Ellis. Invece è un uomo che sotto la maschera da yuppie nasconde un universo decadente e corrotto, intriso di alcool, droga, sesso e violenza. Bateman si trasforma nel corso della narrazione in un mostro e torturatore incallito sempre peggiore; assassina tutto quello che desidera e diventa lo specchio della società anni ’80 che rappresenta con tutte le sue bassezze morali.

Il romanzo tuttavia non è, di primo acchito, così eccitante da solleticare immediatamente le simpatie del lettore. Ellis sfianca le aspettative nelle sue prime cento pagine iniziali perché ci accompagna in un tour di acrobazie sessuali e spese folli nel mondo di Wall Street per codificare l’anima vacua del nostro Bateman. Ma sono pagine necessarie, perché l’American Psycho è un individuo destrutturato e scarnificato dal suo stile di vita. Posseduto da una vera egomania imperante, Bateman non desidera altro che massacrare degli innocenti, le sue prime vittime sono barboni, prostitute, o anonimi individui della quotidianità newyokese. Tutto ciò per sottolineare il divario sociale che li separa, il serial killer si autodetermina come predatore alpha sodomizzando i più deboli. Con un’ironia tagliente quanto i coltelli di Bateman, Ellis ci abbandona in una pozza di sangue dove qualsiasi appiglio emotivo viene surclassato da un abito firmato o da una generosa dose di materialismo.

Dexter, l’assassino “seriale” per eccellenza

 

Dexter Morgan condivide con Hannibal Lecter un passato tormentato, ovvero fu testimone dell’omicidio della madre da parte di un pazzo furioso mentre era rinchiuso insieme al fratello in un container. Il perito della scientifica del distretto di Miami è uno dei serial killer più famosi della storia grazie anche alla serie TV Dexter (2006-2013) che gli ha permesso di conquistare i cuori di milioni di spettatori. Ne La mano sinistra di Dio, o nella nuova edizione Mondadori Dexter il vendicatore, facciamo amicizia con l’alter ego diabolico di Dexter, ovvero quella vocina perturbante e oscura che lo incita a uccidere, conosciuto meglio come il Passeggero Oscuro.

Pedofili, papponi, mafiosi, stupratori e altri assassini non hanno via di scampo. A rendere affascinanti i romanzi della serie di Dexter, scritti da Jeff Lindsay, è la doppia vita che conduce il poliziotto, di giorno agente modello e esemplare, mentre quando tramonta il sole si trasforma in un pazzo serial killer; questo ribaltamento di prospettiva (per esempio la doppia vita dei super eroi) rende Dexter un personaggio così sfaccettato da ammaliare i lettori, che possono rivedere in lui proprio una versione contemporanea di Mr. Hyde!
Se parliamo di serial killer e letteratura, dobbiamo parlare di Dexter.