Tokyo Ghoul: da serie di nicchia a fenomeno di massa

Vi è mai capitato di trovarvi in fumetteria e di prender in mano un volumetto dal titolo sconosciuto solo per una copertina accattivante, finendo poi per innamorarvene dopo averlo sfogliato un po’? Se è così non siete i soli, poiché è successo a molti con Tokyo Ghoul, un manga di Sui Ishida praticamente sconosciuto in Italia fino al 2014, ma diventato ben presto un’opera estremamente nota e popolare.

Una storia accattivante, un disegno particolare e un’ambientazione dai toni cupi e crudi, il tutto unito ad una trasposizione animata di buona qualità, hanno fatto in modo che il nome di questa piccola perla oscura riecheggiasse anche nel panorama italiano.

tokyo ghoul

 

Tokyo Ghoul: l’inizio della tragedia

Classificato come horror, questo manga è ambientato in un mondo abitato da spietate creature dette appunto ghoul, esseri all’apparenza umana, ma dotati di abilità mostruose,che vanno a caccia di persone per cibarsi della loro carne.

Ken Kaneki è un giovane come tanti che, dopo essersi preso una cotta per una ragazza di nome Rize, riesce finalmente a invitarla ad uscire. L’appuntamento sembra andar bene finché quest’ultima non si rivela come una della creature che terrorizzano la città. Ken tenta di fuggire per non farsi divorare, ma quando tutto sembra esser perduto un incidente lo “salva” dalla ragazza, lasciandolo però in fin di vita.

In ospedale al giovane vengono trapiantati gli organi di Rize, ma non tutto va come sperato. Risvegliato dopo l’intervento, infatti, Kaneki si rende conto di esser di esser cambiato: il cibo ha un sapore diverso e il suo occhio ha un colore strano. Non ci vorrà molto prima che realizzi di esser diventato uno di quei mostri tanto temuti, un ghoul. Spinto a forza in un mondo che non conosce e che lo spaventa, il giovane comprende di esser stato catapultato in una guerra per la vita e la morte tra umani e ghoul… E per di più di esserci finito dal lato peggiore.

La trama di Tokyo Ghoul si può letteralmente dividere in  due parti, una più psicologica ed una più incentrata sui combattimenti. Pur non mancando l’azione, le vicende della prima parte ruotano attorno al dramma emotivo del protagonista. Trasformato in un ghoul contro la sua volontà, il ragazzo si ritrova a dover convivere con un corpo che non gli appartiene. Impossibilitato a mangiare qualsiasi cosa se non carne umana, sempre in fuga dalle colombe (così chiamati gli investigatori di ghoul, o per meglio dire i cacciatori) e con un senso di fame che gli cresce dentro, Kaneki cerca in ogni modo di rinnegare la sua natura reputandola mostruosa. Grazie all’Anteiku, un bar gestito da ghoul dove inizia a lavorare, egli riesce a trovare un minimo di pace nell’animo, soprattutto per merito di persone disposte ad aiutarlo. Nonostante i pericoli non tardino a presentarsi.

Nella seconda parte invece il manga si trasforma completamente, passando ad uno stile più concitato e ricco di azione. Kaneki, abbandonato ogni dubbio, cerca ora una risposta a ciò che gli è successo, dovendo però scontrarsi con nemici molto forti ed agguerriti.

Il punto forte di Tokyo Ghoul è senza dubbio il lato emotivo; i personaggi e soprattutto il protagonista posseggono sentimenti veri che spesso li consumano dall’interno. Emozioni come paura, rifiuto, rabbia e rancore sono usate in maniera perfetta, dando pienamente l’idea del tormento interiore che egli sta vivendo. Pur essendosi trasformato in un mostro prova a rinnegare il suo essere, ignorando la fame o facendo di tutto per non uccidere un investigatore che lo bracca, insomma cercando in tutti i modi di preservare il suo lato umano.

Anche se con un diverso livello di attenzione, pure gli altri personaggi, al netto di qualche cliché, risultano adeguatamente caratterizzati.
A causa di determinati eventi da un certo punto in poi vi è un forte aumento dei soggetti presi in esame, e la trama inizia a seguire non più soltanto le vicende del protagonista, ma anche di altri personaggi, sia ghoul che colombe. Questa continua alternanza fa perdere un po’ quel senso di oppressione che trovavamo nei primi volumi e che, se da un lato poteva non piacere a tutti, dall’altro era però una particolarità che contraddistingueva il manga.

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Giusto o sbagliato?

Le tematiche presenti in Tokyo Ghoul sono diverse e caratterizzate da una grande profondità.
Innanzitutto vi è la distinzione fra bene e male. Il maestro Ishida fa in modo che, come nella realtà, essi siano divisi solo in apparenza.

All’inizio può sembrare che i ghoul rappresentino il male poiché si nutrono di carne umana, mentre gli investigatori che li cacciano rappresentino il bene, tuttavia più vengono svelati i retroscena dei personaggi, le loro motivazioni e la realtà in cui vivono più ci si rende conto che niente è come sembra.

Non tutti questi “mostri” sono spietati assassini, e potendo nutrirsi solo di carne umana non hanno alternative; inoltre alcuni di loro, non volendo uccidere, mangiano solo persone già morte, cercando di vivere in pace, come persone “normali”. Allo stesso tempo fra gli investigatori vi sono elementi spietati che non hanno alcun riguardo verso i cittadini che dovrebbero proteggere, e il loro unico scopo diventa uccidere i ghoul solo perché tali, senza curarsi se abbiano davvero fatto del male a qualcuno.

Un altro tema assai presente è la continua ed inutile vendetta. In una realtà dominata da crudeltà ed ingiustizia, molti personaggi provano rancore a causa di una perdita o di un torto subito, trovando pace solo nella rivalsa. L’esempio più evidente sarà il perenne scontro tra umani e ghoul, portato avanti dal desiderio di molti di punire la morte di un compagno ad opera di un membro della fazione opposta.

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Umani e Ghoul: uno scontro letale

I combattimenti sono una componente fondamentale di Tokyo Ghoul, resi avvincenti dai poteri sovrumani delle creature e dai particolari modi che le colombe hanno sviluppato per contrastarli. I ghoul infatti posseggono forza e velocità fuori dal comune, senza contare i sensi estremamente affinati ed il kagune.

Così chiamato l’organo predatorio che usano per combattere, difendersi e cacciare, il kagune assume diverse forme a seconda della tipologia. L’autore scrupolosamente classifica questi predatori proprio in base alla loro “arma”, che non solo cambia di forma a seconda della classe di appartenenza, ma fa variare anche il tipo di combattimento in cui il portatore è più forte o più debole. Le colombe, per riuscire a colmare questa differenza di potenziale, hanno sviluppato un ingegnoso sistema che consiste nello sfruttare le cellule dei ghoul per creare armi estremamente potenti, in grado di farli combattere alla pari con la loro preda. Questi stratagemmi danno vita a battaglie incredibili, ricche di azione e tanto sangue.

È necessario ribadire che parliamo di un horror, non di un’opera adatta a tutti, soprattutto per le sfumature splatter, con scene parecchio cruente, che rimangono comunque davvero ben realizzate e per certi versi esaltanti.

tokyo ghoul sfumature horror

Uno stile “oscuro”

Lo stile di Sui Ishida è piuttosto particolare e forse non facile da apprezzare: disegni dettagliatissimi, violenza ed un ampio uso del nero, creano scene molto cupe ma decise, perfette per la storia che vuole raccontare. Ciò porta a volte, più che altro nei combattimenti e nelle sequenze convulse, ad una resa un po’ confusa, che diviene tuttavia comprensibile grazie alla cura delle fisionomie e dei particolari.

Dal fumetto sono state tratte 2 serie animate: “Tokyo Ghoul” di 12 episodi, che copre la prima parte della trama e “Tokyo Ghoul √A”, sempre di 12 episodi, che segue la restante parte della storia. Mentre la prima ripercorre alla perfezione le vicende raccontate nel manga, la seconda serie se ne discosta parzialmente e, pur mantenendo la stessa linea d’azione, le vicende saranno un po’ diverse, in particolar modo nel finale.

Non scenderemo in ulteriori dettagli per evitare spoiler; vi diciamo soltanto che nonostante i principali fatti narrati siano tendenzialmente uguali, alcuni dettagli più o meno rilevanti vengono modificati.
Poco dopo la fine della serie canonica un manga intitolato “Tokyo Ghoul :re” è stato pubblicato a firma dello stesso autore. Seguito diretto dell’opera prima di Ishida, :re è ambientato non molto tempo dopo la fine dei fatti narrati in precedenza.

In definitiva Tokyo Ghoul è una vera perla che merita di essere recuperata. Sia il manga che l’anime sono di alto livello; il primo con fantastici disegni, i quali trasmettono un senso di oppressione e malinconia, infondendo profondità e tensione ai fatti narrati. Il secondo con animazioni magnifiche che danno vita a scontri spettacolari, donando ancor di più l’idea del dramma interiore dei personaggi, con l’unica pecca a volte di una censura eccessiva nelle scene troppo cruente. Il nostro consiglio perciò è quello di recuperare la serie in entrambe le sue forme, data anche la presenza di alcune differenze nelle vicende, in modo poi da potersi godere appieno i nuovi episodi di Tokyo Ghoul :re.

Mirko Ferrari
Nasce in uno sperduto paesino della Lombardia, e sin da piccolo adora friggersi il cervello con videogiochi vari fin quando non scopre l’oscuro e dispendioso tunnel dal quale non uscirà mai: i fumetti. Accanito lettore e collezionista soprattutto di manga, scrive cercando di condividere la sua opinione su qualunque cosa gli passi fra le mani, anche quando nessuno la richiede. Quando non sta leggendo boiate o morendo su Bloodborne, si dedica alla sua passione per la musica (credendosi un chitarrista), alla scoperta di nuovi video di gattini nell'internet o alla ricerca dell' One Piece. Frequenta la facoltà di ingegneria, per lo meno fin quando non riuscirà ad avverare il suo sogno di conquistare il mondo.