Di amnesie, furry mania e un mare di dialoghi

Che il videogioco giapponese stia vivendo una sorta di rinascimento è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare ai vari titoli del Sol Levante che continuano a tenere banco, pur non dotati di una semplificazione occidentale. Questo rinascimento però permette anche a giochi oscuri di approdare nel vecchio continente, cercando di accrescere fanbase e arricchire le softeche di appassionati di generi che solo da pochi anni stanno facendo breccia nel mercato.
Tra questi possiamo includere Utawarerumono: Mask of Deception, titolo che fa benedire la funzione copia-incolla dei programmi di videoscrittura, ed esponente del genere visual novel arricchito da un pizzico di SRPG.

Utawarerumono si apre con un classico dei videogiochi giapponesi, ovvero il protagonista del gioco colpito da una misteriosa amnesia, finito chissà dove e per giunta vestito di un leggero camice ospedaliero, intento a raccapezzarsi su ciò che gli è accaduto
La scelta più ovvia sembra essere quella di uscire dalla tenda in cui si trova e girare in mezzo alla neve, almeno finché dei mostri orrendi non cercheranno di aiutarci provando ad ucciderci. Tra stupore, paura e freddo, ecco apparire però la nostra salvatrice, Kuon, una ragazza che ci sottrarrà all’incombente morte, con agilità felina: l’aggettivo non è lì per caso, poiché Kuon possiede dei tratti vagamente gatteschi, con due soffici orecchie pelose ed una coda. Affibbiandoci il nome Haku, decide di aiutarci a recuperare i nostri ricordi, dando il via all’avventura principale.

Per dovere di cronaca, è bene che sappiate che questo breve incipit dura la bellezza di un’ora di gioco, passata nel 90% dei casi a leggere balloon e righe e righe di testo in inglese dalla difficoltà media, tra deliri personali ed eventi imbarazzanti (non in senso negativo) che danno un’idea dell’atmosfera del gioco, a metà tra il serio e lo scanzonato.
C’è anche il tempo di una semplice battaglia, durante la quale avremo un’infarinatura di gameplay che però rappresenta anche gran parte delle cose da sapere. Tutto questo per farvi capire sin da subito che Utawarerumono: Mask of Deception è una visual novel in tutto e per tutto e, benché intervallato da sporadiche battaglie, la stragrande maggioranza delle circa 50 ore di gioco richieste per arrivare alla fine saranno perlopiù passate a leggere.

Per fortuna la struttura narrativa è solida e dunque molto piacevole da seguire, grazie anche ad un pizzico di fanservice, umorismo e scene di stampo eroge opportunamente riadattate per la commercializzazione del titolo su console (purtroppo). Quanto al giocabile, come già detto nell’introduzione, siamo di fronte a un gameplay ispirato ai giochi di ruolo strategici di matrice orientale, per capirci alla Disgaea o Final Fantasy Tactics, con il campo di battaglia diviso a scacchiera dove potremo muoverci e attaccare con un sistema a turni classico. Durante la lotta sarà bene tenere a mente gli elementi che caratterizzano debolezze e resistenze dei nemici, nonché approfittare dell’introduzione di un sistema di combo realizzato attraverso dei quick time events basati sul nostro tempismo, ad esempio premendo un tasto in un preciso momento e simili, che permettono di amplificare i danni e rendere la battaglia più scorrevole.

L’impostazione generale resta comunque estremamente semplice e realizzata per soddisfare quel bisogno ludico che occasionalmente farà breccia nel giocatore, reso ancor più accessibile dalla possibilità di poter riavvolgere i turni della battaglia per garantire il superamento della stessa, così da rendere l’esperienza abbastanza divertente. In alternativa il gioco offre anche una modalità Free Battle nella quale potremo replicare i vari scontri accaduti durante il gioco principale, e che sarà utile per fare pratica ma anche per accumulare ulteriori punti esperienza e potenziare il nostro party, rendendo i combattimenti futuri ancora più semplici e scorrevoli. Nonostante non sia il fulcro dell’esperienza, siamo comunque di fronte ad un buon lavoro, assai semplificato ma godibile e che rappresenta un buon modo per spezzare la narrazione e impedire alla noia di prendere il sopravvento.

Sul versante tecnico Utawarerumono: Mask of Deception rappresenta una passeggiata di salute per PlayStation 4: essendo infatti una visual novel, la maggior parte del tempo avremo a che fare con semplici illustrazioni e disegni, tutti ben realizzati e abbastanza ricchi di dettagli, ma che non impensieriscono nemmeno la più usurata delle macchine. Durante le battaglie, invece, il gioco passa ad un 3D in stile deformed che non avrebbe sfigurato su PlayStation 2, che tuttavia mantiene un livello di qualità tutto sommato buono, con una pulizia grafica lodevole e dunque non ci costringerà a strapparci gli occhi per texture pixellose o altro. Un plauso anche alla colonna sonora, lontana dall’essere indimenticabile ma perfetta come sottofondo di lettura, gradevole ed evocativa.

Verdetto:

Utawarerumono: Mask of Deception è un titolo prettamente di nicchia, dedicato ad un target specifico di giocatori che vogliono godersi una trama ben narrata intervallata da qualche momento giocato. Se siete alla ricerca di qualcosa di più attivo probabilmente non farà al caso vostro, se invece cercate un prodotto incentrato sulla narrativa, potreste aver trovato qualcosa per cui valga la pena spendere soldi.