Si torna sui campi di battaglia… Ah, no, ancora un mesetto.

Sono passati dieci anni dal primo Valkyria Chronicles. Dieci anni durante i quali i fan della serie hanno sofferto parecchio, dal momento che i due episodi successivi della serie regolare sono usciti solo su PSP, e che il secondo di questi due non ha mail lasciato il giappone (ma c’è una traduzione amatoriale). Il quarto episodio, quel Valkyria Revolution che serve da prequel alla serie, è invece decisamente sottotono. Eppure Valkyria Chronicles era un gioco spaziale. La rivisitazione della Seconda Guerra Mondiale messa in scena da SEGA era superba e i temi toccati molto delicati e ben trattati nonostante quel manto di cliché tipici di una certa produzione giapponese. Poi c’era un gameplay superbo che andava a costruire un tattico fresco rispetto alle rigide scacchiere, che nel sistema di puntamento e movimento carezzava il TPS, nel sistema di narrazione la visual novel e in quello di crescita un JRPG. Infine, una direzione artistica incredibile metteva la famosa ciliegina sulla torta. Il primo gioco è stato riedito un paio d’anni fa per Playstation 4, tra l’altro in una bellissima edizione retail con tanto di artwork e poster per circa 25€. Se non l’avete comprata dovreste farlo, prima di continuare a leggere.

Dopo il contesto storico, torniamo in topic: sono qui oggi perché SEGA ha gentilmente messo a disposizione di tutti una demo di Valkyria Chronicles 4, sia in versione Playstation 4 che Nintendo Switch, e per non far torto a nessuno le ho giocate entrambe. Il gioco completo uscirà il 25 settembre, e oltre alle piattaforme della demo sarà disponibile anche su PC e Xbox One. Se avete giocato il primo capitolo della serie vi troverete subito a casa: tutto in questo Valkyria Chronicles 4 è familiare, se non uguale, ai giochi precedenti, a partire dai menù e dai suoni degli stessi per arrivare al sistema di medaglie, di equipaggiamento e di combattimento per finire con l’impostazione narrativa.

Ci sono ovviamente delle novità, che nella demo si risolvono principalmente nell’introduzione dei mortai, ma che già sappiamo dall’uscita giapponese (dove il gioco ha ricevuto ottimi voti) che saranno molto più vaste, coinvolgendo anche navi da guerra. La struttura di gioco di base però sembra rimasta inalterata, e questo è un bene, perché effettivamente non c’era niente da correggere, se non il sistema di punteggio, ma soltanto da aggiungere per aumentare la varietà. E nelle tre missioni a disposizione, ad eccezione della prima che altro non è che un tutorial, la demo riesce a mettere sul piatto situazioni estremamente stimolanti, sia sotto il profilo del design delle mappe che negli obbiettivi da conseguire per portare a compimento le missioni, che non vi racconterò perché essendo la demo gratuita e dal momento che i progressi possono essere trasportati nel gioco finale, mi pare giusto non rovinarvi i colpi di scena delle prime ore di gioco.

La novità principale della demo sono appunto i mortai, mossi sul campo da unità con pochissime capacità di movimento ma in grado di fare danni ad area anche ad avversari posti in posizioni sopraelevate, e la verticalità, che io ricordi, non è mai stata particolarmente sfruttata nella saga, quindi speriamo bene per questo nuovo episodio. Oltre a questo, come già detto Valkyria Chronicles si gioca sempre allo stesso modo: si schierano le unità sul campo e si decide quali muovere al costo di un CP (due per i carri armati). Ogni unità, una volta selezionata, a un determinato range di movimento da sfruttare come si vuole come si trattasse di un TPS, e sempre come negli sparatutto in terza persona si può decidere di sparare. Consumata l’azione si può tornare a muoversi prima di concludere il turno. Le classi sono sempre le stesse, ranger, cecchino, lancer, shocktrooper e ingegnere, a cui si aggiunge appunto il mortaio. I personaggi fanno level up tutti assieme, per classe, e così sbloccano anche nuovi talenti da usare sul campo.

La storia procede a sua volta parallela rispetto a quella del primo gioco: la Seconda Guerra Europea è appena iniziata e il Principato di Gallia è appena stato invaso. I Nostri provengono proprio dalla Gallia, ma si sono arruolati dell’esercito dell’Edimburgo per combattere a fianco della Federazione. Le storie sono quindi parallele, ma viste da punti di vista diversi, e da teatri di guerra diversi. Da queste prime tre ore di gioco mi è sembrato che i toni fossero più forti rispetto ai titoli precedenti, dove non si apostrofava mai l’Impero, la forza rivale, direttamente come “fascista”. Non che Valkyria Chronicles sia una serie leggera nei contenuti, ma la sensazione è stata, per il poco che si può ora giocare, di un titolo più coraggioso dei precedenti nel dire le cose in modo diretto.

Finiamo la disamina della demo con un breve accenno alle questioni tecniche: il gioco è praticamente identico su Playstation 4 e Nintendo Switch. Forse la seconda versione ha un filo in più di aliasing e dei tempi di caricamento appena più lunghi, ma niente di effettivamente impattante sul gameplay, e soprattutto si nota soltanto mettendo vicine le due versioni. Sotto il profilo delle performance in game il gioco si comporta allo stesso modo, senza cali di framerate né problemi. D’altronde il motore e la resa non sono poi così distanti dalla rimasterizzazione del primo titolo per pulizia, nonostante gli scenari siano più ricchi di dettagli. La versione Switch ha però quel bonus della modalità portatile, che mi è sembrata veramente ottima sia per la resa estetica che per l’interfaccia utente.

Insomma, commento finale? Non vedo l’ora di avere per le mani il gioco completo!

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.